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Good Morning Vietnam ...

Ciao,

Per noi l'anno nuovo - ormai passato da un pò - ha significato, appunto, andare a Sud: prima Saigon ed il Delta del Mekong (il "Fiume dei Nove Draghi", uno per ciascuno dei principali rami del suo immenso delta, appunto nove) e poi, risalendo il fiume medesimo, la Cambogia ed Angkor Wat. Ho un sacco di nuovi motivi per tediarvi ma per non abusdare troppo, lo faò un pò alla volta! Cominciamo ...

28.12.19: dopo la usuale (mai capirò l’ossessivo ripetersi di tale sinistra evenienza. Come che si c’è sempre un motivo per svegliarsi ad ore impossibili) sveglia “da deportazione” siamo in aeroporto (Noi Bai, Ha noi) in attesa di volare a sud. Ad Ha noi è freddo, umido e piovoso. Ho un sonno del m*nga. Tutt’intorno i bimbi frignano mentre l’attesa si prolunga. La radio gracchia minch*ate.
Infine … Saigon (come la chiamano tutti i vietnamiti, specie del sud, ad onta della roboante propaganda di regime). È incredibile come due (più o meno) ore di volo possano cambiare così tante cose! Resta (Saigon) una città asiatica ma i tratti sono meno marcati (e più “occidentali”) ad onta del traffico caotico, e del rumore. Col buio le luci della città “martellano” ovunque …


29.12.19: Lasciamo con fatica Saigon (traffico inenarrabile …) con direzione, molto sommariamente espressa, Delta del Mekong. Nonostante la guida opinabile del nostro autista (a posteriori inizierò a sospettare un problema ai freni che in qualche modo ha, comunque, bypassato) viene fuori una giornata mica male. Nell molteplici attività in cui siamo coinvolti usiamo (praticamente) ogni possibile mezzo di trasporto: auto, barca a motore/remi, bicicletta, tuk-tuk … infine, nel tardo pomeriggio, arriviamo a Cam Thơ stesa lungo, appunto, il fiume Mekong e – manco a dirlo – rutilante di luci per il fine d’anno incombente.

30.12.19: dopo una cena che ben difficilmente avrebbe potuto essere peggiore muoviamo (la mattina dopo) verso il confine con la Cambogia. Prima visitiamo il mercato galleggiante di Cam Thơ stessa (non ricordo, in dettaglio, il nome ma ricordo un cas*no … COSMICO!). La sosta alla foresta di Tra su è sebbene l’ambiente sia mal gestito, interessante: muoviamo - su una barca sgangherata e rumorosa – in un ambiente fatto di pozze, canali e tratti paludosi pieni di vegetazione acquatica (inframezzati da piante di alto fusto). Avvistiamo parecchi uccelli ma la inesistente collaborazione (manco a dirlo) delle, sedicenti, guide locali rende difficile scattare: credo che- in fase di verifica – le foto “plausibili” saranno ben poche (a posteriori mi renderò conto di come, in questa fase, io sia stato sin troppo ottimista. Mi ritrovo, mio malgrado, con un mare di … sgorbi!) Spero molto nei gironi rimasti prima del rientro, spero in Angkor Watt (celebratissima ovunque nel mondo) perché, sinora, l’andazzo non accende grandi entusiasmi
.
31.12.19: ci avviamo, dunque, verso la Cambogia. La barca risale, in modo abbastanza veloce, il Mekong. Sono (già) un po' stanco, sono due notti che dormo poco e male. Comunque visto che non è “Apocalypse Now” … SURSUM CORDA!!! Infine dopo cinque ore di navigazioni (ivi includendo anche le usuali, insopportabili, lungaggini doganali) siamo in vista di Phnom Pehn …

Seguirà la parte cambogiana e poi alcuni argomenti leggermente più in dettaglio, Ovunque, ovviamente, foto a corollario delle mi brevi note.

Asiatici saluti
Francesco

FOTOTITOLI:

01_Saigon, Interno della Imperial Pagoda
02_Saigon dall'alto, è notte
03_Saigon, è notte
04_Saigon, è notte
05_Notre Dame de Saigon
06_Saigon, Museo della guerra
07_Saigon, Museo della guerra
08_sul Mekong
09_sul Mekong
10_sul Mekong
11_ Mekong, nel dedalo dei canali minori
12_Cam Tho, alba sul Mekong
13_Cam Tho, Dragone augurale sul Mekong
14_Foresta di Tra Su
15_Foresta di Tra Su
16_RELAX
17_Verso la Cambogia
 

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Ed infine ...

Ciao,

... CAMBOGIA!!! ... :104:.


01.01.2020: Anno nuovo! Dopo una discreta serata di S. Silvestro, trascorsa a Phnom Penh al roof garden del nostro hotel, affrontiamo (in auto) il trasferimento verso Siem Reap (e per essa Angkor Wat): cinque ore attraverso un ambiente poco coinvolgente (su una vettura non eccelsa), credo di aver detto tutto! Per contrappasso è molto bello – breve sosta lungo il tragitto – il ponte di Kampong Kdey (risalente all’epoca, appunto, di Angkor Wat, foto 8 & 9): si tratta del più grande ponte risalente all'epoca stessa. A suo tempo erano ventisei ma attualmente ne “sopravvivono” undici.

“Interessante ma inutile” – se così posso dire - la breve sosta in un mercato locale dove vendono – come alimento – un numero enorme di insetti preparati nelle maniere più disparate, principalmente fritti!!!
Siamo, in pratica, a metà viaggio e tirando un bilancio di quanto visto/detto/fatto sin qui non posso che confermare la enorme, in tutti i campi, differenza tra Saigon ed Ha noi. Più ingenerale si sta rivelando un viaggio interessante ma che “prende” solo relativamente. Anche in quest’area la lingua si dimostra un ostacolo praticamente insormontabile mitigato in parte dalla maggior diffusione dell’inglese.

E domani sarà Angkor Watt (le foto da 10 a 19 mostrano alcuni scorci di tutto il complesso monumentale) sconfinata e sepolta nella foresta; è considerata da tutti uno dei capolavori dell’umanità. Mi aspetto, come dire … “abbastanza”!!!


03.01.2020: è il compleanno di mio fratello Carlo: 60, AUGURI!!!

Torniamo a noi: è terminato il nostro secondo giorno di esplorazione. L’ambiente è, in linea generale, assolutamente all’altezza della sua fama ma la visita fa capire anche alcune altre cose: avevo sempre inteso parlare di Angkor Wat come di una “cosa” enorme mentre, in realtà, non lo è poi tanto! Mentre è, effettivamente, enorme il sito nel suo complesso, si tratta – in breve – del classico caso in cui si nomina una parte intendendo l’intero. In una continua compenetrazione/sottomissione/sopraffazione tra induismo e buddismo infiniti templi, ponti (su specchi d’acqua per la più parte artificiali e risalenti al periodo), statue (antropomorfe o meno) si sovrappongono e (all’occhio inesperto come il mio) si confondono ma se si riesce a non perdere completamente la bussola (e comunque “sentire” il psoto) il tutto non lascia indifferenti, anzi …

04.01.2020: ... emmoccesemo, come disse er guercio. Siamo assisi, infatti, sull’aereo che ci riporterà ad Ha noi. In totale viet-stile il check-in è stata la sagra della confusione, incapacità e pressappochismo. Comunque, bene o male, stiamo volando, quindi … NOPPROBLEM!!! Bilancio del viaggio?

Asiatici saluti.
Francesco


PS: Il “bestiario” – in natura o in ambiente controllato – ha comportato numerosi incontri, alcuni interessanti, di questi parlerò a parte, in seguito.

FOTO-LIST

1. 01_ VECCHIO e nuovo sul Mekong,
2. 02_vecchio e NUOVO sul Mekong,
3. 03_Ponte sul Mekong,
4. 04_Phnom Penh di giorno,
5. 05_Phnom Penh di notte (31.12),
6. 06_Varso la padella,
7. 07_Insetti cucinati al mercato allo Skun Market,
8. 08_Ponte di Kampong Kdey,
9. 09_Ponte di Kampong Kdey,
10. 10_Tempio di Ta Phom,
11. 11_Tempio di Angkor Wat Temple,
12. 12_Tempio di Angkor Wat Temple,
13. 13_Tempio di Angkor Wat Temple,
14. 14_Tempio di Angkor Wat Temple,
15. 15_Tempio di Bayon,
16. 16_Palazzo Reale,
17. 17_Ascendendo al Palazzo Reale,
18. 18_Over the Top,
19. 19_Vista da lontano,
20. 20_Danza del Pavone (danza tradizionale cambogiana),
21. 21_Croc Farm,
22. 22_Croc Farm,
23. 23_Croc Farm,
24. 24_Croc Farm,
25. 25_Lago di Tonle Sap,
26. 26_Lago di Tonle Sap,
27. 27_Lago di Tonle Sap,

28_Ciao Cambogia!!!
 

Allegati

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A proposito di "tonnellaggio" ...

Ciao,

Oggi (02.02.2020, a proposito è un ... numero palindromo! :104:) si chiudono i festeggiamenti del Tet: finisce l'anno (lunare) del maiale ed inizia quello del topo. Profittando delle festività appena trascorse abbiamo fatto una breve escursione al sud (con la speranza, poi delusa, di trovare il sole).

Dove, spesso viene ospitato in luoghi sacri alla religione buddista, ho incontrato un pesce che - da sempre, quasi ... . desidererei allevare. Avevo sempre sentito parlare di un soggetto che cresce ma avendolo infine visto "cresciuto" mi è venuto in mente quel vecchio adagio latino che recita ... ... ... "EST MODUS IN REBUS!!!"

Una stazza - ... quanti chili? . da far impallidire gli Arowana e non solo OhohOhohOhoh. Il soggetto delle prime quattro foto è appunto ritratto nella vasca di una pagoda della città vecchia di Hoi An: mi è stato detto avere diciassette anni. Plausibile, come è plausibile gli venga riconosciuto un valore sacrale, sia così visto dove si trova a vivere. L'ultima foto (altra pagoda stavolta a Saigon) evidenzia invece altra caratteristica di cui ero a conoscenza ma non avevo mai avuto modo di prendere visione a distanza ravvicinata, come le enormi labbra - caratteristiche della specie . si sviluppino col crescere. In principio sembrerebbe.colorazione a parte, un "banale" tricogaster, colisa o simile. Poi ... BUUUUUUUUUUUMMMMM!!!

Asiatici saluti
Francesco
 

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Altra pagoda ...

Ciao,

... ed altro - manco a dirlo - incontro. Insomma le pagode sembrano essere il solo luogo in cui - in questo "strano" paese - la Natura merita un minimo di rispetto. Nello specifico siamo al "Villaggio della Seta" (in realtà una strada, pur molto riparata, di Ha noi. Non è da escludere che - in tempi andati - fosse realmente un villaggio vicino alla capitale che, poi, è stato "fagocitato" dalla stessa. Un grosso rospo - credo! - caratterizzato da una strana mascherina sul viso: per quanto ho potuto osservare NON si tratta di una escoriazione. Qualcuno di voi lo "conosce"?

Francesco
 

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£ visto che ne abbiamo parlato ...

Ciao,

... e che c'è vita anche oltre le osservazioni, presuntuosamente definite, naturalistiche ecco qualche scatto dal "Villaggio della Seta" (localmente il Silk Village). In questa ristretta zona della capitale i negozi vendono solo e soltanto sete, di tutti i tipi: abiti (quasi tutti tradizionali alle volte di gusto troppo, diciamo, orientale), foulard, sciarpe, camicie e chi più ne ha ... PIU' NE COMPRI!!! Notare la decorazione - sempre ilTet - fatta di ombrelli coloratissimi che copre la via di accesso.

Prezzi concorrenziali (assolutamente) e buona qualità che ho scoperto crescere al numero dei "lavaggi" in acqua calda cui il manufatto viene sottoposto.

Per le signore un occasione imperdibile per un lungo, sistematico ... "saccheggio"! ... :104:.

Francesco

PS: da ultimo attiro la vostra attenzione sulla bibita che ci siamo concessi a fine giro ... :68::73::72::71::69::70:
 

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Si fanno incontri ...

Ciao,

... nei posti più strani. Non mi aspettavo nulla nella "pozza" sotto La Pagoda ad un Solo Pilastro (A), eppure ... è finita che ho dovuto arrangiarmi (in luce pessima) con il, mai sufficientemente vituperato, telefonino (B & C). Detto ciò: Carneade chi era costui?!?!?

Francesco
 

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Ultima modifica:
Sud del Viet Nam _DUE

Ciao

Ho assemblato un pò di video-clip (del nostro breve raid a sud). Sono il frutto dei mie tentativi di "far pace" con la GoPro. Ecco come è andata ... Ohoh Ohoh Ohoh


Asiatici saluti.
Francesco
 
In questi giorni ...

Ciao,

... va così!

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Grande caos, disordine, nei supermercati c'è la "corsa agli accaparramenti" ...poco, molto poco, di altro da segnalare. La scuola che frequenta mio figlio è chiusa da cinque settimane e le lezioni si svolgono solo on line, la previsione di riaprire è ... "a data da destinarsi". Tanti turisti, specie italiani, allo sbando spesso le "misure di contenimento" (del virus ad evitarne lo spargimento) sono applicate in maniera arbitraria.

Aumenta sempre più il numero dei pesi ai cui turisti è richiesta (all'arrivo) la quarantena, quattordici giorni in un ospedale militare vietnamita, Ohoh Ohoh OhohNON allo Sheraton ...

Il confine con la Cina è a, circa, 200 chilometri e la notte sul Fiume Rosso - come se nulla fosse ... - va e viene di tutto ad onta delle dichiarazioni di maniera ... MALA TEMPORA CURRUNT, SED PEIORA PARANTUR!!!

Asiatici saluti.
Francesco
 
Ridiamoci sopra ...

Ciao,

... che è meglio! Cosi si mettono in atto, da queste parti, gli inviti alla prudenza e ad evitare gli assembramenti ... Le scarpe fuori dalla porta - è abitudine locale quella di stare in casa a piedi nudi - danno l'idea dell'isolamento in cui si è chiuso il padrone di casa!!! ...

... OhohOhohOhohOhohOhoh

Nel mentre le scuole sono ancora chiuse la previsione dice che durerà ALMENO sino a metà aprile. L'Ambasciata lavora su turni alterni (si SPERA che in caso di contagio l'altro gruppo ne resti fuori ed operativo): nel paese ci sono ancora connazionali in difficoltà. Ci sono stati alcuni episodi di intolleranza versi gli europei (in specie italiani) su cui il governo è intervenuto. Tutti i visti di accesso in VN sono sospesi sino a nuovo ordine, anche lasciare il paese (volendo/sapendo che non rientrerai sino a ... non si sa quando) sta diventando molto complesso. Neppure i vietnamiti residenti all'estero sono autorizzati a rientrare in patria: autarchia, punto!

Cerco, comunque, di essere ottimista, Asiatici saluti
 

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Ciao,

Piccolo, quais insignificante, update, tanto per non perdere le buone abitudini ... :104:.

Andiamo avanti in un atmosfera surreale (forse meno che in Patria) fatta di "comunicati del partito", problemi di comunicazione e movimento (gli aeroporti sono, di fatto, chiusi), numeri che si rincorrono (esistono poco meno di 250 casi ufficiali di positività. I vietnamiti sono 100 milioni ...). Inviti alla prudenza ed a limitare gli spostamenti (spesso disattesi). Serrate di ristoranti e locali pubblici in genere su ci, di tanto in tanto, piovono le decisioni "radicali" del "partito": una zona di Hanoi (che ospita 11.000 abitanti) è da oggi in quarantena.

Ma stavolta - probabilmente c'è sotto qualcosa - la quarantena è stretta ed il "distacco" è assicurato tramite sorveglianza militare che - qui - all'occorrenza non va più di tanto per il sottile, anzi ... OhohOhohOhohOhohOhoh.

La circostanza in essere si è "mangiata" il nostro viaggio in Giappone (dopo che il tutto era stato regolarmente pagato, con tutte le - prevedibili - complicanza del caso).

Per di più l'inquinamento resta alto e, ormai da giorni, piove e fa freddo (abbastanza relativamente ma è ... sgradevole). Comunque, per dirla con il grande Mel Brooks ...


Asiitici saluti.
Francesco
 
Basta pessimismo …

Ciao,

È ora di ricominciare!!! La situazione è quella che è da voi come qui e – forse – qui è meno peggio! Quindi ho deciso di piantarla col pessimismo e fare un po' il punto – in attesa di andare in campo di nuovo e, possibilmente in maniera più “consistente” della breve puntata al lago di Dai Lai – su quanto ha nuotato/nuota, ormai da un po' di tempo – nelle mie viet-vasche.

La realtà acquariofila di queste parti è molto diversa da quella nostrana (inutile che vi parli di questa, la avete sicuramente più sott’occhio voi di me) e da quella africana che io ho conosciuto (decisamente raffazzonata). Ci sono però alcuni punti di contatto: l’interesse per pesci di altri ambienti (tanto la Costa d’Avorio che il Viet Nam sono “un altro ambiente” per me e per quelli, pochi invero, che si trovano nelle mie condizioni, diversa è la posizione dei locali!!!

Un pescatore ivoriano ebbe a dirmi - a proposito del poco interesse dei locali per … le specie locali - che nessuno mette in vasca i pesci del “fosso” dietro casa. Altro punto di contatto la passione per i pesci rossi (in ogni possibile declinazione di colore e di selezione, anche le più opinabili) e le koi (ho visto alcuni esemplari significative e vicini, ragionevolmente, al metro). Va bene, ma COSA si alleva qui e COME si alleva?


  • COSA: Oltre i citati pesci rossi/koi tra i piccoli calibri si segnalano Betta a iosa, pecilidi, caracidi, anabantidi, scalari e discus di “dubbio lignaggio”. Tra i grossi calibri impazzano gli Arowana (sia quelli asiatici che sud-americani), i tucunare (Cichla sp.) gli Oscar (Astronotus ocellatus), i Flower Horn, Red Parrot, sino ai Red Tail Catfish (Phractocephalus hemioliopterus), Gar (Lepisosteus sp), Razze (Potamotrygon), Coltelli (Chitala ornata), Tiger Fish (Datnioides sp.) e via compitando. L’assoluta abbondanza di soggetti destinati di assurgere a taglie enormi mi ha convinto del fatto che, e qualche indizio lo ho trovato, dopo un soggiorno più o meno lungo nelle vasche di casa transitino, loro malgrado, nelle pentole e padelle della medesima.
  • COME (si alleva): sostanzialmente … male, a mio modo di vedere. Ci sono le ovvie eccezioni ma la regola sembra essere questa: Vasche minimaliste (in termini di arredamento e, alle volte, anche di servizi tecnici) di dimensioni non eccelse, possibilmente sovrappopolate (con pesci allevati singolarmente in regime di forzata “reciproca sopportazione”), di taglia significativa e meglio se costosi (certe specie/vasche sono, senza ombra di dubbio, uno status symbol).
D tutto quanto sopra discende che anche io, mio malgrado ed almeno in parte, ho dovuto adattarmi a quanto disponibile sul mercato locale nel quale, per finire, spopolano a livello tecnico tutti i prodotti proveniente dalla vicina Cina (va detto per onesta di esposizione che ci sono pezzi non male. Come in ogni settore c’è il buono, il medio, il cattivo, il … pessimo! Sta noi scegliere saggiamente).

Finito l’abbondante preambolo passo all’analisi delle mie Viet-Vasche e dei suoi abitanti:


  • RIO 400 (a suo tempo acquistato in Italia ed arrivato qui passando dall’Africa, CdA)
  • Vasca “Cinese” (in plexiglass, cose abbastanza comune da queste parti, acquistata, a suo tempo, ad Abidjan)
  • Mirabello (vasca italiana, ormai priva di copechio e servizi tecnici originali, sostituiti da prodotti cinesi)
  • Vasca “Cinese” (l’altra sempre in plexiglass, più piccola dell’altra ed acquistata qui da Hanoi)
  • Il “Bicchiere” (vasca da 10 litri!!! Vinta a suo tempo ad una delle riffe del congresso AIC)
  • Il laghetto (in vetroresina: quello usato in Italia, poi in Africa e che – alla fine dell’esperienza asiatica – spero/conto di riportare a casa)

Ed ora i Viet-Pesci che andrò successivamente a descrivere in maggior dettaglio sia singolarmente che nelle loro interazioni (alle volte abbastanza complesse), ho allevato e sto allevando, non necessariamente li analizzerò in dettaglio nello stesso ordine in cui verranno citati:


  • Arowana asiatico (Scleropages formosus)
  • Chitala ornata,
  • Datnoides sp.,
  • Myxociprinus asiaticus,
  • Barbus Shwanenfeldi
  • Channa asiatica
  • Astronotus ocellatus,
  • Gyrinocheilus aymonieri,
  • Koi e Shubunkin (pesci rossi)
  • Betta splendens e pecilidi/caracidi vari e altri anabantidi ( che sito, quasi, solo per dovere di cronaca)
  • Brachigobius duospilus (ultimo, ma non ultimo. Gobidi, sono il risultato della mia unico, sinora, uscita “in campo”, appunto al lago di Dai Lai, 40 Km a nord di Hanoi, verso il confine con la Cina).

Ovviamente non considero – tra gli allevati - i tanti (troppi) “derelitti” destinati a fare/che hanno fatto da cibo ai pesci che allevo. Alimentare col vivo, pratica qui comunissima, non mi piace! Inoltre lo ritengo possibile vettore di patogeni per i soggetti allevati ma “disabituare” un piscivoro (nato, svezzato e cresciuto in tal modo) ad un simile regime alimentare non è facile. Con grande sforzo sono riuscito con Channa Asiatica e Chitala ornata. Tanto il Datnioides che l’Arowana, invece, non se ne danno per inteso, sto continuando a provare ma dispero, in franchezza, di riuscire … vedremo.

Concludo con due foto del RIO400, nell'allestimento, e con gli ospiti, che ha avuto mesi addietro.

Asiatici saluti.
Francesco
 

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I pesci delle mie vasche asiatiche_!

Ciao,

È ora di ricominciare!!! Ed io intendo ricominciare dai poesci che ho in vasca ...
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.
Channa asiatica (localmente conosciuta come Chinese Snakehead),

Il genere Channa consta 31 specie tutte, originarie dell’Asia. Channa asiatica che raggiunge i 35 cm è, una “snake-head” relativamente piccola. È originaria della Cina centrale e meridionale ed è presente nel fiume Sông Cái (letteralmente il “fiume Madre”, comunemente conosciuto come Fiume Rosso. Scorre a qualche chilometro dalla viet-casa dove abitiamo) nel nord del Vietnam. E’ presente sull'isola di Hainan ad Hong Kong e risulta introdotta a Taiwan e in alcune isole giapponesi. Il genere Parachanna, originario dell’Africa, conta a sua volta di tre specie. In CdA ho avuto una brevissima esperienza con una giovanissima Parachanna obscura (ma questo è un altro discorso).

Le Channa – tutte - sono pesci che predano, nello stadio giovanile si nutrono di plancton, piccoli pesci, insetti e lumache. Col crescere, in particolare le specie più grandi passano a pesci più robusti, rane, granchi, gamberi, piccoli mammiferi acquatici e uccelli. Prima dell'età adulta la maggior parte delle Channa caccia in gruppi successivamente diventano solitarie, con il formarsi della coppia l’aggressività/intolleranza cresce ai massimi livelli.

A causa della sua natura predatoria nessuno delle Channa è una adatta ad una vasca di comunità, in particolare la coabitazione con altre specie di pesci potenzialmente aggressivi e territoriali, come i membri della famiglia Cichlidae, può risultare problematica. Una Channa intimidita si nasconderà, tenterà di scappare dall’acquario, diverrà eccessivamente schiva e rifiuterà di mangiare. Le possibilità che tale convivenza finisca male sono elevate. Channa asiatica è considerata, per le abitudini delle Channa, una specie attiva ed è segnalata come estremamente intollerante. Ho letto, in rete a proposito delle Channa: “they kill for fun!” Se deciderete di allevarle (lo consiglio) tenetelo bene a mente!

E veniamo, adesso, alla mia (unica) Channa asiatica: la ho trovata (e pagata nonostante le pessime condizioni in cui versava) in una vasca di Piranha (!!!), come, e perché, ci sia finita lo ignoro. Arrivata a casa come ospite inatteso (non mi aspettavo di trovarla ed ho agito d’istinto) ho dovuto, in primo luogo, “ricondizionarla” per fortuna le Channa sono “toste” e l’operazione ha avuto successo. Channa asiatica – come tutte le Channa - è un anabantide (che deve necessariamente assumere aria atmosferica) ed è un ottimo saltatore, nella prima fase di convivenza ha cercato, un paio di volte, di evadere e la seconda volta solo per caso non è finita male: ho stimato possa essere rimasta fuori dalla vasca (sul pavimento) alcune ore ma ci sono report di pesci che, in ambiente umido, sono sopravvissuti alcuni giorni!

L’evidenza chiara che la mia Channa era tornata in forma è stata la misera fine – alle volte si fanno errori per inesperienza! - del primo Arowana che ho introdotto in vasca! Dopo aver alzato la testa in compagnia di un Chitala e un Datnioides ha deciso di far capire di che pasta era fatta al nuovo arrivato. La (dis)avventura le è valsa una vasca, tendenzialmente piccola, dedicata ed arredata in maniera più consona alle sue esigenze. Una volta acquartieratasi ed abituata al suo “angoletto” non ha dato più in escandescenze segnalandosi solo per l’incredibile “staticità” (riesce a passare ore senza muovere un muscolo) e la frequenza estremamente diradata con cui, specie nella stagione fredda di cui ha assoluto bisogno, si nutre: può arrivare ben oltre la settimana senza toccare cibo.

Un’ultima parola sulle “convivenze. Per cause di forza maggiore (succede …) ho provato, successivamente, con un grosso anabantide: impensabile che lo potesse mangiare eppure, nel giro di minuti lo ha conciato in maniera tale che neppure un mio immediato intervento (per isolarlo) gli ha permesso di superare l’incontro/scontro.

Asiatici saluti.
Francesco

PS (foto): A) come rea all'arrivo, B) come è divenuta, C) occhio ...
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PS 2: un'occhiata sottacqua

 

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I pesci delle mie vasche asiatiche_2

Ciao,

Seconda puntata ... :104:.

Astronotus ocellatus

Il nostro amico Oscar … su di lui, senza spendere altre parole, mi limiterò a ricordare che è un membro della famiglia Cichlidae e visto che siamo l’Associazione Italiana Ciclidofili passo senz’altro alla mia esperienza diretta: è stata mia abitudine in Africa tenere nelle vasche pesci che, alla fine del nostro soggiorno, potessero semplicemente “tornare nel fiume”, anche qui in Asia ho cercato di attenermi a questo metro di giudizio ma ho dovuto accettare qualche “compromesso”.

Il primo è stato allevare Scleropages formosus (l’Arowana asiatico che è, effettivamente, asiatico ma quasi del tutto assente, beghe conservazioniste a parte, in VN: secondo i sacri testi frequenta, in numeri assolutamente limitati, il delta Del Mekong. 1.700 km più a sud di cove ci troviamo).
Il secondo lo scegliere un Oscar come ospite da accompagnare all’Arowana ed Datnioides già presenti in vasca. Visto che i due “vecchi” sono (ed erano) abbastanza “carrozzati” ho scelto un soggetto sufficientemente robusto. Il nostro amico ha fama di essere un personaggio burbero, che non teme la “lotta” e di essere in grado di farsi rispettare quando non, addirittura, di esagerare! Avendo scelto un solido soggetto di circa 20 cm ritenevo di essere andato sul sicuro. SBAGLIAVO!!!

Immesso in vasca ha rapidamente raggiunto una sostanziale “pace armata” con il Datnioides ma l’approccio con l’Arowana è stato meno soft, nel giro di tre/quattro giorni il nostro era conciato in maniera tale da costringermi a rimuoverlo dalla vasca e – per la disperazione – alloggiarlo (pro-tempore, spero) in un frigo portatile dotato di luce e filtro dove (cercare di) farlo recuperare. Poi si vedrà …

Sono rimasto assai sorpreso mi avrei pensato di vedere un ciclide di taglia (comunque non è un pesciolino!) accusare in simil guisa …Assumendomi le mie colpe ammetto anche di aver forse sottovalutato, essendo alla mia prima esperienza, la forza del “Dragone”.

Comunque avendo seguito molto da vicino l’evolversi della situazione sono intervenuto per tempo ed ora, i ciclidi pesci dalla “scorza” robusta – il suo recupero sta procedendo bene.

Asiatici saluti
Francesco
 

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Riguardo all'astronotus ti sei mai domandato perché non ci sono ciclidi in quella parte del mondo? A parte le battute ormai gli astro li trovi nei corsi d'acqua o nei laghi di malesia, indonesia, filippine, cina e singapore. Le channa sono micidiali con qualsiasi pesce, indipendentemente dalle dimensioni. Qualche anno fa un grosso maschio di C. micropeltes è stato pescato nel bacino dell'elsa a Le Caldane, in acqua termale.

Ciao Enrico
 
Mi ricordo che nel 2009 vidi astronotus color fuchsia all'acquario di kuching in sarawak (c'erano anche sciaenochromis simili per colorazione). Ci sono anche in vietnam?

Ciao Enrico
 
Ciao,

Mi ricordo che nel 2009 vidi astronotus color fuchsia all'acquario di kuching in sarawak (c'erano anche sciaenochromis simili per colorazione). Ci sono anche in vietnam?

Ciao Enrico

Per fortuna ... NO! Per il resto, ripeto, mi ha stupito non poco (vista la fama) la "scarica di legnate" che ha subito senza (quasi) reagire ... l'unico che sembra resistere - e speriamo che duri - allo straripare dell'Arowana è il Datniodes: se ne sta bel tranquillo nei suoi "quartieri" ma quando la prossimità si fa eccessiva ... rimette le cose in ordine.

Sto cercando di capire se tutto ciò derivi dal fatto che la "tigre" fosse già in vasca all'arrivo del "Dragone", possibile? Rapida scazzottata immediatamente dopo l'incontro (ovvero l'immissione in vasca dell'Arowana) e poi - forse realizzato che le forze erano pari - una convivenza in regime di "pace armata". Se, crescendo, l'equilibrio resterà tale non vedo problemi in caso contrario rischia di essere una bega ...

Asiatici saluti.
Francesco
 
I pesci delle mie vasche asiatiche_3

Ciao,

Myxocyprinus asiaticus, il "cinese gentile" el il suo mistero.

Appartiene ad un genere monospecifico - appunto Myxociprinus asiaticus - ascrivibile alla famiglia catostomidae. È conosciuto da queste parti, e non solo per la verità, con l’improbabile nome comune di “Chinese high-fin banded shark” che si può, molto grossolanamente, tradurre come “Squalo cinese dalle pinne alte e con bande” … addirittura!!!

È, al tempo stesso, un pesce tranquillo (forse anche troppo per quanto verrò a dire) ed un, potenziale, grande problema (arriva a taglia, e peso, significativa), per le informazioni che ho raccolto la taglia spazia dai 60 cm (comunque notevoli) sino al metro, per 40 chili di peso! Sia come sia – visto che tutti i pesci che ho allevato, allevo, alleverò ad Hanoi saranno “pro-tempore” - ho deciso di provare, anche perché la sua livrea da giovanissimo è, credo obiettivamente, irresistibile. Inutile dire che - almeno qui - la “funzione” principale di simili grossi calibri sia quella edule e che, ragionevolmente, quanto si trova in vendita a livello di acquariofilia è un “sottoprodotto” di una attività di acquacultura. Qui succede con molti pesci: Chitala, Channa e non solo.

Origina dalla Cina (bacino del fiume Yangtse) ed è considerata da molti una specie “a rischio” (“endangered” nella Red List di IUCN) ma, almeno sino all'esplodere della recente pandemia, era facile da acquistare ed economico (a casa dei miei genitori usava la battuta del costo di “tre soldi alla dozzina”, la lira – prebellica – era costituita da cento soldi, ragione per cui …).

Vive in acque fredde e quindi può (credo anche alle nostre latitudini) svernare all'aperto. Si tratta di un ospite, con qualche riserva sulla taglia che raggiungerà, alloggiabile in vasche “fredde” e/o laghetti in cui molti lo accompagnano alle Koi e/o pesci rossi. Non è assolutamente territoriale e tende, anzi, abbastanza a fare gruppo mostrando un carattere tranquillo e non troppo schivo, si limita a nuotare lentamente, curiosando in giro mentre rumina il fondo alla ricerca di cibo. Insomma un ospite perfetto, ma …

… ma a me ha dato problemi, non importa come lo abbia allevato: solo o in gruppo, con chi lo abbia accompagnato (da rimarchevoli attaccabrighe sino alle paciose koi), come lo abbia alimentato e quanto di altro! Ho provato più volte ma la trafila è sempre stata la stessa: acquisto, acclimatamento, adattamento ai compagni di vasca, comportamento “etologicamente corretto”, alimentazione regolare (curando, visto che è un pesce lento, che non "restasse indietro") postura natatoria corretta, respirazione lenta e regolare, buona socializzazione con i suoi simili … poi, quando tutto era a posto (o almeno io così credevo osservandoli in vasca) improvvisamente, e senza alcun segno di preavviso, i ragazzi si cappottavano!

Mi è capitato di vederli mangiare la sera e trovarli “sotto-sopra” la mattina dopo, in una occasione ne ho persi tre nel giro di meno di 48 ore!!! Nessuno degli altri ospiti in vasca dava segni, anche modesti, di fastidio. Non ho mai trovato, tranne in un caso ed erano assolutamente modesti, segni di maltrattamenti subiti o simile.

Quindi … perché?!?!?! NON lo so, punto! L’’unica cosa che mi viene in mente è la possibile, intrinseca, debolezza di esemplari molto giovani: un pesce destinato a raggiungere (anche e solo) i 60 cm è poco più di un avannotto alla taglia di 7/8/9/10 cm. Ma basta tutto ciò a spiegare queste, ripetute, morti incomprensibili? Ancora una volta, NON lo so.

Ma so, invece, che mi sono imposto, prima di eventualmente riprovare, una pausa di riflessione.
Il “fish-killing for fun” non è una delle mie attitudini preferite. FORSE riproverò ma vorrei, prima, cercare di vederci chiaro!!!


Asiatici saluti
Francesco
 

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Mi ricordo che una ventina di anni fa o giù di lì in cina c'erano stati problemi con un rhabdovirus non ancora classificato negli allevamenti di questo pesce. Poi non ho più letto nulla e non so come sia la situazione attuale. Ma dovrebbero avere emorragie e perdere scaglie.

Ciao Enrico
 
Ciao,

Francamente non so che dire. Prima della pandemia erano comuni come le mosche d'estate ... tra quelli che ho perso solo l'ultimo (nel laghetto con le koi) aveva le branche leggerissimanente ... "rosa"! Vedremo se ricapiteranno. Quanto al virus (adesso che ne hai parlato) mi sovviene qualcosa ma è/era una vita fa ...

Francesco
 
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