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Costa d'Avorio: let's go collecting ...

N'zi River Lodge ...

Ciao,

In partenza (rientro martedì), una "strappata" da otre 700 Km (andata/ritorno) speriamo ne valga la pena ... :104:.

Francesco
 

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Tornando dal fiume N'zi ...

Ciao,

Ecco come è andata (le foto sono "alla rinfusa", sorry! Sono troppe per metterle in ordine ma, più o meno, rispecchiano quanto ci è capitato). :104:

21.04.18: E si va, ancora una volta … arriviamo a bomba via Yamoussoukro/Bouakè (in autostrada scoppia una gomma, volano via un po’ di “appendici aerodinamiche” ma il Furgoncino sta bellamente al suo posto e si arresta docile ai comandi anche in queste condizioni. Cambiamo il pneumatico con l’aiuto dei soliti, immancabili, volenterosi locali che in realtà sperano in una mancetta per “arrotondare”. Andiamo avanti, Il Pajero è un po’ ammaccato ma “tiene botta”. A Yamoussoukro mangiamo (Chez Mario/Da Mario: un nostro conoscente, quindi all’italiana. Ottimi i tortellini fatti in casa e la torta di mele col mascarpone).

Ripartiamo con un ritardo, tutto sommato, contenuto il che ci permette di arrivare a Bouakè prima del calare che faccia notte (ottima cosa poiché quella di Bouakè è una delle zone più turbolente della CdA in cui si sconsiglia fortemente di muoversi col buio).

Incontriamo la nostra guida (che definire “ermetica” è poco: usa esprimersi a gesti, monosillabi e versi gutturali) e procediamo: prima un lungo tratto di strada in terra battuta poi la pista vera e propria. Entriamo insomma in “zona” parco: marciamo lentamente ed incontriamo “IL” rinoceronte (al momento, al parco, è l’unico presente).
Scende la notte, risuona ancora la ”Canzone delle Foresta”. A domani.

22.04.18: Game drive, in quella che si annuncia come una bella giornata di sole. I Cob (Kobus cob) sono in numero infinito, tanti i turaco, e tante le scimmie. Incontriamo un gruppo di bufali di foresta in cui si contano esemplari “scuri” ed altri dal manto rossiccio (la diatriba se siano due specie diverse, ovvero Syncerus caffer nanus e Syncerus caffer caffer, non ancora avuto soluzione e non so se/quando ne avrà). Mi limito a notare che si “mescolano” senza difficoltà e sembrano tutti, allo stesso, modo seguire il medesimo capobranco. Si notano alcuni giovanili, sembra si possa … “ricominciare”. Finalmente!

Il vecchio, saggio, Daò – la nostra guida – ci impartisce lezioni di botanica e di “medicina delle erbe tradizionale” (purtroppo non riesco a ritenere a memoria la grande messe di nomi, scientifici e gergali, che Daò ci comunica):

Muovendoci lentamente incontriamo alberi di fromagier (l’albero più alto dell’Africa occidentale, può arrivare a cinquanta metri) dal tronco smisurato ed ancora alberi teak, di ebano, parecchi vigorosi esemplari di “fico strangolatore”.

Ci sono piante dalle proprietà medicinali più insolite (ad esempio una poltiglia di foglie dal blando effetto antibiotico viene applicata, appunto dal solerte Daò, alle molte punture di insetto di Leonardo; come sempre la Luftwaffe è molto attiva).

Singolare è la “piante delle discussioni” i cui rami e le cui radici contengono una sostanza che in caso, per errore, venga utilizzata per “fare fuoco” provoca un brusco rialzo dell’aggressività con conseguente sorgere di alterchi anche forti. E che dire - infone - della “Vergogna degli Elefanti” (!!!) dal tronco talmente agile e flessuoso da consentirle di superare anche il passaggio (su di essa) di uno o più elefanti: scampato il pericolo torna bella arzilla nella sua posizione eretta come nulla fosse.

Ed ancora contiamo il “cotone selvatico” dai bei fio.ri gialli e dai semi velenosi ed il “the” (anch’esso, immancabilmente, selvatico) da bere in infuso per far calare la pressione.


Rientriamo al campo … ho portato, come sempre, i mie usuali strumenti da “ittio-cattura” ma rimarranno inoperosi.

Colazione principesca – come sempre dopo il game drive - guardando la savana sotto di noi: siamo soli (noi tre), intorno a noi solo canti di uccelli e silenzio. Sembra quasi di poter sentire crescere l’erba!

IL LODGE: Il “vero” lodge è una costruzione, verosimilmente una ex abitazione privata, che consta di cinque sole stanze e dei locali comuni. Il resto del supporto logistico è fornito dai campi tendati (uno o più secondo necessità), in uno di questi abbiamo soggiornato come unici ospiti con un incredibile codazzo di personale al nostro servizio. È uno strano mix fatto di aspetti assolutamente spartani (bagni/docce in comune, niente acqua calda. Mancano Internet, telefono e Wi-Fi ma, personalmente, non me ne lagno affatto) cui si contrappongono tavole perfettamente apparecchiate, tovaglie candide cambiate giornalmente, buon vivo, buon cibo. I pranzi a metà giornata (sempre con tavola perfettamente curata) sono previsti sul campo e offrono, in conclusione, di comode brandine (con tanto di cuscini) per la pennichella post-prandiale, GENIALE!!!

Arriviamo, infine, ad incontrare il fiume N’zi propriamente detto: ci troviamo nella parte alta del suo corso e la dimensione non dà l’idea di ciò che diventerà (pur senza essere il Bandama o la Comoe si fa rispettare). L’’ambiente è molto verde, l’acqua che scorre è bassa, scura e fresca e con corrente moderata. Le pozze fra le lunghe pietre affioranti al bordo del fiume, nerastre e solcate da lunghi spacchi longitudinali, pullulano di girini. Stefania e Leonardo si concedono un bel bagno, io passo … il sole adesso è forte ma mitigato da un piacevole vento fresco e sottile. Rientriamo.

23.04.18: nottata –mi si passi il neologismo!!! - “tiRificanDi”: acqua come poche volte ho visto cadere anche da queste parti, vento forte, lampi, tuoni, fulmini e saette. Tardiamo a chiudere una finestra della tenda (dormivamo) e … ANDIAMO A BAGNO! Tutto sguazza in alcuni centimetri di acqua fredda e fangosa. Recupero le cose più importanti (in primis la sacca fotografica) e le metto in salvo sul letto ma così facendo il nostro “spazio vitale” (ed asciutto …) si riduce ad un fazzoletto. Nel mentre Leonardo, nella tenda accanto, dorme come nulla stesse accadendo.

La buriana, infine, si calma. Le stelle fanno nuovamente capolino, piana piano gli uccelli prendono coraggio e ricominciano a cantare. Dal canto loro le rane ringalluzzite dalla pioggia, lungamente attesa, si scatenano. Infine lontano sopra le chiome degli alberi sorge il sole. La foresta tutta, e non con lei, si asciuga al sole …

Oziamo sulla terrazza del Nzi River Lodge (ho un po’ di dubbi, che si riveleranno infondati all’atto pratico, sullo stato delle piste al rientro) ed infine, pigramente, ci avviamo. Utilizziamo la solita camionetta (dismessa, a suo tempo, dall’esercito francese) che è piuttosto “conciata”. Mi dicono risalga al 1978 (e si vede) ma fa bene, nonostante l’età, il suo sporco lavoro. Gli avvistamenti si susseguono (c’è, forse, la maggior densità di selvatici mai incontrata in CdA). Arriviamo infine, per il pranzo, a quello che sarebbe dovuto essere il “vero” N’zi River Lodge (a gestione sudafricana): non è mai stato completato (e forse mai lo sarà) ma è davvero imponente …

Correva l’anno 2002 quando – con i lavori in pieno corso - ci fu il primo “stop”, le operazioni vennero in seguito riprese e nuovamente arrestate (nel 2004, quando ci fu il picco di intransigenza contro i bianchi presenti nel paese) sempre per motivi bellici. Dopo un lungo vivacchiare il tutto naufragò definitivamente (2010) allo scoppiare della guerra civile (conclusa nel 2012/13, insomma mesi prima del nostro arrivo).

Da allora ci si barcamena con un minimo di manutenzione (molto minimo) sperando che al pianta possa infine, un giorno non troppo lontano, germinare di nuovo. Stante la situazione, e quanto ho visto in questi miei anni in CdA, ne DUBITO!


24.04.18: inizia, nelle usuale calma, la giornata che vedrà concludersi la nostra “Ultima Africa” (parlo, ovviamente, di quella vera, vissuta sul campo). Ci attende una breve pesca (che deluderà le mie speranze di qualche acchiappanza interessante e relative fotografie) che si rivela ancor più breve del previsto in ragione delle nuvole minacciose (non pioverà) che si avvicinano basse sull’orizzonte. Le catture, all’amo, constano di alcune piccole Tilapia (alle quali, diligentemente, scatto le foto di rito prima di riornarle in acqua) di due – forse tre – specie diverse.

Viene il tempo dei saluti (molto calorosi a testimoniare quanto sia stato, pur nella sua brevità, cordiale il nostro soggiorno) conditi, manco a dirlo, da una punta di amarezza. Poi … pista sino a Bouakè, asfalto sino a Yamoussoukro (con ulteriore sosta Chez Mario, per me … rigatoni alla Amatriciana), infine la “Autoroute du Nord” (l’autostrada: lunga, arroventata dal sole, piatta e monotona) per Abidjan. Infine … CASA!

GLI ANIMALI DELLO N’ZI RIVER LODGE:


  • L’unico rinoceronte presente (ragionevolmente un “White Rhino” di origine sudafricana) attende due femmine che arriveranno quando i fondi ($$$$$) lo consentiranno.
  • I Cob sono – come detto - in numero così elevato da sembrare “invasivi”.
  • I bufali di foresta (diatriba tassonomica a parte) sono presenti e l’avvistamento di alcuni giovanili dimostra che la specie è in ripresa.
  • Tanti uccelli: Moltissimi calao (tipici della zona), sparow-hawk, aquile, avvoltoi e non solo …
  • Scimmie veloci e dalla lunga coda muovono spedite tra la bassa vegetazione nascondendosi alla nostra vista Le identifico infine come scimmie “verdi” (Chlorocebus pygerythrus) e scimmie “rosse” (Erythrocebus patas).
  • Grilli multicolori ed altri insetti sono ovunque (raramente davvero fastidiosi, le piogge non sono ancora iniziate in modo durevole, ma che quando colpiscono lasciano il segno).
  • Viene segnalato qualche coccodrillo ed ippopotamo (ma non ho riscontri certi).

Francesco
 

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Ora parliamo di pesci: il "tilapiaro" ...

Ciao,

L'invaso alle mie spalle - che fa comunque parte del bacino del fiume N'zi - è da considerarsi "semi-naturale" nel senso che si è creato, nel tempo, con l'acqua che vi si è depositata (durante le piogge più abbondanti). Con il medesimo vettore sono arrivati pesci che adesso lo popolano: le tilapia (immancabili), i "pesci gatto" (credo clarias) ed un'altra specie di cui non ho ritenuto il nome comune locale (l'unico che mi è stato comunicato).

Il saggio Daò mi diceva, con una punta di disprezzo, che le tilapia sono talmente "stupide" che può accaderti di pescare il medesimo pesce (... proprio quello!!!) a distanza di minuti.

Sono anche presenti due tipi di tartarughe: a "guscio molle" (verosimilmente trinix) ed un'altra specie "nera e che puzza"!!! ... .

Ovviamente il "tilapiaro" sono io (con la collaborazione di mio figlio, assolutamente poco convinta) ed i risultati (magri) delle lezione di nuoto impartita ai vermi sono in foto.

Francesco

PS: per fortuna (in un paese in cui, per motivi contingenti, tutto è commestibile) sono stato invitato a ributtarle in acqua (cosa che comunque avrei fatto vista la situazione) perchè troppo piccole per la "consumazione" (ovvero ... per essere mangiate), forse c'è ancora speranza ...
 

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Il saggio Daò mi diceva, con una punta di disprezzo, che le tilapia sono talmente "stupide" che può accaderti di pescare il medesimo pesce (... proprio quello!!!) a distanza di minuti.

Questo succede con molti ciclidi, sia in africa, che in centro o sud america. Sono talmente voraci che lo spavento dura pochissimo e poi si rifiondano sull'esca o addirittura molti abboccano all'amo anche senza esca.

Ciao Enrico
 
Marco,

Chi è "Sampei"?!?!?

Le tartarughe NON le ho viste, purtroppo. In un caso sono ragionevolmente sicuro che sia una Trionix (ignoro la specie, forse una T. triunguis, ma con ... "guscio molle" non dovrebbero esserci difficoltà ad identificare).

Quanto all'altra le Pelusios sono - per quanto ne so - "affini" alle Pelomedusa (qui comunissime) e quindi potrebbe essere qualcosa di simile ... Di sicuro, in ogni caso, le Pelomedusa, inclusa quella che ho a casa la momento, non puzzano. :104:.

Ultima considerazione la zona NON è una zona particolarmente piovosa (o almeno non al livello delle foreste pluviali della costa) ma credo che di acqua per le tartarughe ce ne sia comunque a sufficienza. Magari frequentano poco il fiume vero e proprio dove sono segnalati pesci con peso nell'ordine delle decine di chili. Non sono in grado di verificare quanto ciò corrisponda al vero: li chiamano "capitaine" (ma da queste parti il termine indica molteplici pesci anche se, principalmente, di acqua salata ragione per cui ... VATTELAPESCA!)

Francesco
 
Ultima modifica:
Sì sono della stessa famiglia quindi pelomedusidae...il discorso "puzza"secondo me è inattivo in cattività così anche le mie tartarughe del fango o muschio aventi ghiandole atte allo scopo e quindi usate per difesa in cattività per dirtela in breve non l'ho mai "sentito".

Sampei è un manga giapponese degli anni '70 di Takao Yaguchi che poi approdò in Italia sotto forma di cartone animato negli anni '80 in realtà il manga sembra non essere mai uscito dal Giappone.

Sampei Nihira è un ragazzo di tredici anni con una grande passione per la pesca e di tutto il "mondo acquatico" che c'è intorno...https://it.wikipedia.org/wiki/Sampei

Famoso in tutto il mondo, i suoi 109 episodi https://naruto.forumcommunity.net/?t=36191329

club,fan ,comunity,ecc.. https://sampeifanclub.forumcommunity.net/


Sicuramente ha condizionato la mia infanzia ed il mio amore per il mondo sommerso....ma penso che sia successo anche ad altre persone.:104:
 
Per vedere quello che "non si vede" ...

Ciao,

... occorrono occhi buoni. Sono - nello specifico - quelli di Leonardo ... :104:.

Singolare la posizione dove è stato rinvenuto: una pozza con qualche centimetro di acqua ed appena sufficiente a "contenerlo" ... chissà forse più al largo è passato qualche grosso calibro e, come si suol dire in questi casi ... in tempo di guerra ogni buca è trincea!!!

Si tratta (a mio modo di vedere) di un Synodontis schall - per latro di taglia rispettabile - anche se ciò mi da qualche dubbio in merito all'altro "Syno" a suo tempo identificato come tale (Lac Taabo).

Francesco
 

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Si tratta (a mio modo di vedere) di un Synodontis schall - per latro di taglia rispettabile - anche se ciò mi da qualche dubbio in merito all'altro "Syno" a suo tempo identificato come tale (Lac Taabo).

Lo schall ha una variabilità di colorazione impressionante, specialmente appena lo peschi. Nella zona puoi trovare anche punctifer e bastiani. Ci sono puntini sotto al tuo pollicione? Anche se non sempre questi due li mostrano. Comunque dalla taglia direi schall.

Ciao Enrico
 
Lui chi è?

Enrico,

Anche io sono convinto (tra l'altro dopo "controllo" da parte di un ittiologo ivoriano) che questo sia "schall". Proprio per tale ragione, i dubbi li ho sull'altro (foto è scatta in vasca) anche se anche in quel caso la "conferma" venne dalla stesse fonte. Insomma, alla fin fine, potrebbero essere entrambi "schall" (il giallo di fondo c'è in entrambi ma la puntinatura differisce abbondantemente) cromaticamente molto diversi ...

... OPPURE NO? OhohOhohOhoh

Francesco
 

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Uccellacci ed uccellini ...

Ciao,

Citando (immodestamente) Pier Paolo Pasolini. Questa mattina due di questi "uccellacci" - foto dal web, NON mia - sono passati più di una volta (e ... "non troppo alti") sopra casa nostra ... OhohOhohOhoh.


59339fd0d4ade.jpg


When the going gets tough, the tough get going ... :100: :100: :100:.

Si tratta, secondo alcuni, di elicotteri Caracal EC725/H225M (a seconda delle identificazioni, nel qual caso sarebbero elicotteri francesi). Secondo altri, incluse alcune fonti di stampa locale, si tratterebbe di MI24 (velivoli ex-sovietici e quindi, ragionevolmente, ascrivibili alle forze armate locali) ... ad ogni modo questa (sotto) è un'immagine "dal vivo".

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Francesco
 
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Torniamo a parlare delle nostre cose ...

Ciao,

... che è meglio (anche perchè, qui, la situazione resta ingarbugliata mica male).

L'ippopotamo pigmeo (Hexaprotodon liberiensis) è specie ad "alto rischio" (di estinzione). Queste sono le brevissime immagini che testimoniano il suo secondo avvistamento (in cinque anni che sono qui). Immagini di Christine Kouman (Project Mecistops).


NON sono ciclidi - e neppure "pesci" ... - ma penso valga comunque la pena di condividere ... :104:.

Francesco

PS: le due foto (le immagini da fermo) sono mie, scattate allo ZNA (Zoo National d'Abidjan).
 
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Giochi pericolosi ...

Ciao,

Sterrin è una erpetologa ed è, anche, una ragazza in gamba e preparata. Sa quello che fa (anche perchè nel suo campo specifico non sono ammessi errori e distrazioni), ma ...

OhohOhohOhohOhohOhoh.

Francesco
 

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  • Sterrin ed il cobra.jpg
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Inquietante? ...

Ciao Marco (ben ritrovato),

... è dire poco! Ma torniamo seri: la ragazza è una erpetologa (che si occupa anche di "fare cultura" sui serpenti) ed ogni tanto indulge a foto del genere (decisamente abbastanza "a sensazione"). La mia paura è che oltre ad essere immagini ad effetto trasmettano la, erronea, convinzione che tutti possano - con simili soggetti - giocare impunemente. Ne abbiamo parlato (della gestione di simili esemplari) e mi ha detto, in un attimo divenendo fredda e professionale, che " ... non sono ammessi errori". Null'altro.

Personalmente apprezzo la sua freddezza, ma non so io se lo farei, e mi chiedo: serve (fare certi scatti)? Poi, però, mi ricordo dei passati "shark feeding" sui reef del Sudan, dei trekking nell'Amazzonia peruviana o delle ricerche svolte qui ("sguazzando" di notte nei fiumi dell'interno) per campionare i coccodrilli e non so (più) arrivare ad una vera risposta!

Francesco
 
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Ciao Francesco,oltre ad essere preparata e consapevole di ciò che tiene in mano credo e spero che abbia con se pronti i sieri antiveleno ....anche perchè come dice non è permesso compiere errori e non c'è una seconda "chances".:104:
 
Ciao Francesco,oltre ad essere preparata e consapevole di ciò che tiene in mano credo e spero che abbia con se pronti i sieri antiveleno ....anche perchè come dice non è permesso compiere errori e non c'è una seconda "chances".:104:

In genere gli erpetologi non hanno il siero a portata di mano!! le specie sono troppe e le condizioni di lavoro non permettono la conservazione
Il mio amico Michele Menegon è stato morso più di una volta.

http://www.michelemenegon.it/
 
Siero antiveleno

Ciao

Quoto Miles. C'è però anche da dire che loro lavorano con un numero ristretto di specie e questo - almeno in teoria - può (potrebbe?) semplificare le procedure, eventuali, di emergenza. Va aggiunto però , e non dico altro, che non tutte le ciambelle riescono col buco.

Francesco
 

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