Tornando dal fiume N'zi ...
Ciao,
Ecco come è andata (le foto sono "alla rinfusa", sorry! Sono troppe per metterle in ordine ma, più o meno, rispecchiano quanto ci è capitato).
21.04.18: E si va, ancora una volta … arriviamo a bomba via Yamoussoukro/Bouakè (in autostrada scoppia una gomma, volano via un po’ di “appendici aerodinamiche” ma il Furgoncino sta bellamente al suo posto e si arresta docile ai comandi anche in queste condizioni. Cambiamo il pneumatico con l’aiuto dei soliti, immancabili, volenterosi locali che in realtà sperano in una mancetta per “arrotondare”. Andiamo avanti, Il Pajero è un po’ ammaccato ma “tiene botta”. A Yamoussoukro mangiamo (Chez Mario/Da Mario: un nostro conoscente, quindi all’italiana. Ottimi i tortellini fatti in casa e la torta di mele col mascarpone).
Ripartiamo con un ritardo, tutto sommato, contenuto il che ci permette di arrivare a Bouakè prima del calare che faccia notte (ottima cosa poiché quella di Bouakè è una delle zone più turbolente della CdA in cui si sconsiglia
fortemente di muoversi col buio).
Incontriamo la nostra guida (che definire “ermetica” è poco: usa esprimersi a gesti, monosillabi e versi gutturali) e procediamo: prima un lungo tratto di strada in terra battuta poi la pista vera e propria. Entriamo insomma in “zona” parco: marciamo lentamente ed incontriamo “
IL” rinoceronte (al momento, al parco, è l’unico presente).
Scende la notte, risuona ancora la ”Canzone delle Foresta”. A domani.
22.04.18: Game drive, in quella che si annuncia come una bella giornata di sole. I Cob (
Kobus cob) sono in numero infinito, tanti i turaco, e tante le scimmie. Incontriamo un gruppo di bufali di foresta in cui si contano esemplari “scuri” ed altri dal manto rossiccio (la diatriba se siano due specie diverse, ovvero
Syncerus caffer nanus e
Syncerus caffer caffer, non ancora avuto soluzione e non so se/quando ne avrà). Mi limito a notare che si “mescolano” senza difficoltà e sembrano tutti, allo stesso, modo seguire il medesimo capobranco. Si notano alcuni giovanili, sembra si possa … “ricominciare”. Finalmente!
Il vecchio, saggio, Daò – la nostra guida – ci impartisce lezioni di botanica e di “medicina delle erbe tradizionale” (purtroppo non riesco a ritenere a memoria la grande messe di nomi, scientifici e gergali, che Daò ci comunica):
Muovendoci lentamente incontriamo alberi di fromagier (l’albero più alto dell’Africa occidentale, può arrivare a cinquanta metri) dal tronco smisurato ed ancora alberi teak, di ebano, parecchi vigorosi esemplari di “fico strangolatore”.
Ci sono piante dalle proprietà medicinali più insolite (ad esempio una poltiglia di foglie dal blando effetto antibiotico viene applicata, appunto dal solerte Daò, alle molte punture di insetto di Leonardo; come sempre la Luftwaffe è molto attiva).
Singolare è la “piante delle discussioni” i cui rami e le cui radici contengono una sostanza che in caso, per errore, venga utilizzata per “fare fuoco” provoca un brusco rialzo dell’aggressività con conseguente sorgere di alterchi anche forti. E che dire - infone - della “Vergogna degli Elefanti” (!!!) dal tronco talmente agile e flessuoso da consentirle di superare anche il passaggio (su di essa) di uno o più elefanti: scampato il pericolo torna bella arzilla nella sua posizione eretta come nulla fosse.
Ed ancora contiamo il “cotone selvatico” dai bei fio.ri gialli e dai semi velenosi ed il “the” (anch’esso, immancabilmente, selvatico) da bere in infuso per far calare la pressione.
Rientriamo al campo … ho portato, come sempre, i mie usuali strumenti da “ittio-cattura” ma rimarranno inoperosi.
Colazione principesca – come sempre dopo il game drive - guardando la savana sotto di noi: siamo soli (noi tre), intorno a noi solo canti di uccelli e silenzio. Sembra quasi di poter sentire crescere l’erba!
IL LODGE: Il “vero” lodge è una costruzione, verosimilmente una ex abitazione privata, che consta di cinque sole stanze e dei locali comuni. Il resto del supporto logistico è fornito dai campi tendati (uno o più secondo necessità), in uno di questi abbiamo soggiornato come unici ospiti con un incredibile codazzo di personale al nostro servizio. È uno strano mix fatto di aspetti assolutamente spartani (bagni/docce in comune, niente acqua calda. Mancano Internet, telefono e Wi-Fi ma, personalmente, non me ne lagno affatto) cui si contrappongono tavole perfettamente apparecchiate, tovaglie candide cambiate giornalmente, buon vivo, buon cibo. I pranzi a metà giornata (sempre con tavola perfettamente curata) sono previsti sul campo e offrono, in conclusione, di comode brandine (con tanto di cuscini) per la pennichella post-prandiale, GENIALE!!!
Arriviamo, infine, ad incontrare il fiume N’zi propriamente detto: ci troviamo nella parte alta del suo corso e la dimensione non dà l’idea di ciò che diventerà (pur senza essere il Bandama o la Comoe si fa rispettare). L’’ambiente è molto verde, l’acqua che scorre è bassa, scura e fresca e con corrente moderata. Le pozze fra le lunghe pietre affioranti al bordo del fiume, nerastre e solcate da lunghi spacchi longitudinali, pullulano di girini. Stefania e Leonardo si concedono un bel bagno, io passo … il sole adesso è forte ma mitigato da un piacevole vento fresco e sottile. Rientriamo.
23.04.18: nottata –mi si passi il neologismo!!! - “tiRificanDi”: acqua come poche volte ho visto cadere anche da queste parti, vento forte, lampi, tuoni, fulmini e saette. Tardiamo a chiudere una finestra della tenda (dormivamo) e … ANDIAMO A BAGNO! Tutto sguazza in alcuni centimetri di acqua fredda e fangosa. Recupero le cose più importanti (in primis la sacca fotografica) e le metto in salvo sul letto ma così facendo il nostro “spazio vitale” (ed asciutto …) si riduce ad un fazzoletto. Nel mentre Leonardo, nella tenda accanto, dorme come nulla stesse accadendo.
La buriana, infine, si calma. Le stelle fanno nuovamente capolino, piana piano gli uccelli prendono coraggio e ricominciano a cantare. Dal canto loro le rane ringalluzzite dalla pioggia, lungamente attesa, si scatenano. Infine lontano sopra le chiome degli alberi sorge il sole. La foresta tutta, e non con lei, si asciuga al sole …
Oziamo sulla terrazza del Nzi River Lodge (ho un po’ di dubbi, che si riveleranno infondati all’atto pratico, sullo stato delle piste al rientro) ed infine, pigramente, ci avviamo. Utilizziamo la solita camionetta (dismessa, a suo tempo, dall’esercito francese) che è piuttosto “conciata”. Mi dicono risalga al 1978 (e si vede) ma fa bene, nonostante l’età, il suo sporco lavoro. Gli avvistamenti si susseguono (c’è, forse, la maggior densità di selvatici mai incontrata in CdA). Arriviamo infine, per il pranzo, a quello che sarebbe dovuto essere il “vero” N’zi River Lodge (a gestione sudafricana): non è mai stato completato (e forse mai lo sarà) ma è davvero imponente …
Correva l’anno 2002 quando – con i lavori in pieno corso - ci fu il primo “stop”, le operazioni vennero in seguito riprese e nuovamente arrestate (nel 2004, quando ci fu il picco di intransigenza contro i bianchi presenti nel paese) sempre per motivi bellici. Dopo un lungo vivacchiare il tutto naufragò definitivamente (2010) allo scoppiare della guerra civile (conclusa nel 2012/13, insomma mesi prima del nostro arrivo).
Da allora ci si barcamena con un minimo di manutenzione (molto minimo) sperando che al pianta possa infine, un giorno non troppo lontano, germinare di nuovo. Stante la situazione, e quanto ho visto in questi miei anni in CdA, ne DUBITO!
24.04.18: inizia, nelle usuale calma, la giornata che vedrà concludersi la nostra “Ultima Africa” (parlo, ovviamente, di quella vera, vissuta sul campo). Ci attende una breve pesca (che deluderà le mie speranze di qualche acchiappanza interessante e relative fotografie) che si rivela ancor più breve del previsto in ragione delle nuvole minacciose (non pioverà) che si avvicinano basse sull’orizzonte. Le catture, all’amo, constano di alcune piccole Tilapia (alle quali, diligentemente, scatto le foto di rito prima di riornarle in acqua) di due – forse tre – specie diverse.
Viene il tempo dei saluti (molto calorosi a testimoniare quanto sia stato, pur nella sua brevità, cordiale il nostro soggiorno) conditi, manco a dirlo, da una punta di amarezza. Poi … pista sino a Bouakè, asfalto sino a Yamoussoukro (con ulteriore sosta Chez Mario, per me … rigatoni alla Amatriciana), infine la “Autoroute du Nord” (l’autostrada: lunga, arroventata dal sole, piatta e monotona) per Abidjan. Infine … CASA!
GLI ANIMALI DELLO N’ZI RIVER LODGE:
- L’unico rinoceronte presente (ragionevolmente un “White Rhino” di origine sudafricana) attende due femmine che arriveranno quando i fondi ($$$$$) lo consentiranno.
- I Cob sono – come detto - in numero così elevato da sembrare “invasivi”.
- I bufali di foresta (diatriba tassonomica a parte) sono presenti e l’avvistamento di alcuni giovanili dimostra che la specie è in ripresa.
- Tanti uccelli: Moltissimi calao (tipici della zona), sparow-hawk, aquile, avvoltoi e non solo …
- Scimmie veloci e dalla lunga coda muovono spedite tra la bassa vegetazione nascondendosi alla nostra vista Le identifico infine come scimmie “verdi” (Chlorocebus pygerythrus) e scimmie “rosse” (Erythrocebus patas).
- Grilli multicolori ed altri insetti sono ovunque (raramente davvero fastidiosi, le piogge non sono ancora iniziate in modo durevole, ma che quando colpiscono lasciano il segno).
- Viene segnalato qualche coccodrillo ed ippopotamo (ma non ho riscontri certi).
Francesco