Se chiami in causa sassi e legni serve un laureato in Scienze Naturali. Qui siamo in un certo numero
Scherzi a parte, sui legni le cose sono complicate, a mio avviso. Alcuni rilasciano sostanze velenose (maggiociondolo), altri resistono benissimo per decenni (o secoli, Venezia regge su palizzate di larice), altri ancora rilasciano parecchi tannini (castagno)... Poi dipende anche dal fatto che il pezzo sia massiccio o no (faggio: possibili putrefazioni anaerobiche) e da quanto tempo è rimasto in acqua in ambiente naturale, se erano presenti inquinanti.
Per le rocce, una volta ben pulite, è bene evitare quelle che contengono metalli pesanti (ferro, nichel, rame...) sotto forma di diversi minerali (ematite, pirite, azzurrite e simili). Poi se vogliamo allevare specie di acque tenere meglio evitare calcari, marmi e simili: si riconosco facilmente perché danno effervescenza a contatto con acidi, basta un po' di aceto o, meglio, acido cloridrico (muriatico) diluito. Occhio al gesso, è molto solubile in acqua.
Per la sabbia vale lo stesso discorso, in più c'è da tenere conto della granulometria. Il nostro problema è che una sabbia troppo fine è più problematica in fase di manutenzione e tende a formare facilmente zone asfittiche, quindi più la sabbia è fine, più sottile deve essere lo strato. Teniamo conto che per sabbia intendiamo un sedimento con granulometria compresa fra 1/16 e 2 mm. Una sabbia fine tende a compattarsi come fa il limo, formando zone asfittiche, una troppo grossolana è poco naturale e non è il massimo per le piante. Di solito una grana intorno a 1 mm dà buoni risultati.
Non pretendo di avere esaurito l'argomento, ma spero di essere stato utile.