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Laggiù nel Paese dei Ciclidi ...

Ciao,

In questo paese non si finisce mai di imparare ...
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... cosa mai venderanno lì dentro?

Gastronomici saluti.
Francesco
 
Ciao,

Con fatica il lavoro di allestimento prosegue: Pretoria sembra pullulare di negozi (sedicenti) di pesci ed acquari ni quali, però, approfondendo appena un pò si si scoprono "Orridi Orrori d'Orrendezza Orrenda" in grado di far impallidire il più scalcinato "fish killer" italiano. Comunque (bene o male) la vasca principale è (quasi) pronta.

One_1.JPG Onel_2.JPG

Si tratta della vasca a suo tempo acquistata ad Abidjan, poi venuta ad Hanoi per - infine - seguirci a Pretoria. A dirla eufemisticamente è molto vissuta e il progetto sarebbe di lasciarla qui al momento (il più tardi possibile) del rientro in Italia.

Nella seconda foto la zona "rigolettata" indica l'area in cui la rocciata è cresciuta. Il progetto è di inserire piante che non radicano nel terreno (es.: Anubias, mi piace il Microsorum windelov che sembra essere disponibile) in mdo che eventuali "scavatori" facciano meno danni possibile. L'allestimento è molto scarno in modo da poter, per quanto dirò dopo, accogliere di tutto (o quasi). In caso ci sarà qualche aggiustamento di mira a posteriori

Per fissare il pietrame ho usato una colla suggeritami qui (ma che ho visto usare in molti video su YT) la, cosiddetta, "Gorilla Glue".

Gorilla Glue.jpg

NON so quanto effettivamente incolli di certo, però,si notano (dove applicata) delle bolle/strisce/segni bianchi: le istruzioni riportano che la colla "espande" molto, durante l'essicazione, ed invitano ad essere parsimoniosi ... ho fatto del mio meglio ma si vede che non era poi così meglio ... :n020::n020::n020:

Comunque per risolvere/attenuare il problema conto sulle alghe (che non tarderanno a farsi vive) ... emoticons-allegre-06.

E veniamo agli abitanti possibili (la desiata andata in campo continua a subire ritardi indefiniti per i più disparati motivi): sono disponibili pecilidi (dalle livree improbabili) e caracidi (questi ultimi palesemente colorati artificialmente), pochi loricaridi (Pleco/Ancistrus, anche albini, e meglio se a "pinne lunghe"), qualche Synodontis (contati sulle dita delle mani, principalmente S. eupterus che, per esperienza diretta già vissuta, sono peggio del Castigo di Dio). Proseguendo c'è un pò di "Malawi Mix" (alla larga), Discus (idem),, T. meeki, e sparuti gruppetti di "Haplocromis" sp. 44 tutti (gli unici che, poco, mi tentano visto che da millenni non ho una vasca "vittoriosa"!) Tutti sono, chi più che meno, in condizioni di salute che, in un atto di buona volontà, si possono definire scarse!!!

In internet ci sono siti locali che professano la disponibilità di ogni possibile pinnuto e che, stante le dimensioni del paese, affermano di essere disponibili a consegnare ovunque. Le e-mail che ho mandato per chiedere info sono tutte, rimaste, immancabilmente, senza risposta! Di andare a prendere una buca a 1000 km da casa (una simile distanza qui non scoraggia nessuno) su strade sconosciute e magari mal messe non è, come dire, in cima alla lista dei miei pensieri. Vedremo ...

Un quadro - come vedete - decisamente poco edificante e con poche, almeno apparentemente, vie di uscita.

Acquariofili - e sconfortati - saluti.
Francesco
 
Ultima modifica:
Ciao,

Ecco come, riflessi a parte, si presenta la vasca.

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Nelle ore del mattino (e sino a metà pomeriggio) prende solo luce naturale.

Arredamento molto basic: legni locali (che "colorano" parecchio e che spero non esagerino), pietre e poche piante (Microsorum Windelov, Vesicularia dubyana, due Echinodorus o sedicenti tali).

Filtro in maturazione, da 48 ore.

Adesso mancano solo i ... nuotatori.

Acquariofili (finalmente!!!) saluti.

Francesco.
 
Ciao,

Il Ceratophyllum "naviga" liberamente, il Microsorum è attaccato con la "colla per coralli" (primo tentativo, vediamo come finisce ...) i sedicenti Echinodorus sono interrati al riparo di alcune pietre.

Tutto è molto rustico, spero funzioni. Finito di "ciclare" la vasca mi metterò seriamente in cerca dei pesci.

Francesco
 
Ciao,

L'incontro - inaspettato - con il "King Cheetah" ovvero - per dirla in italiano - il "Ghepardo Reale".

Il ghepardo (Acinonyx jubatus) è un grande felino originario dell'Africa e dell'Asia sud-occidentale (oggi l’areale è limitato all'Iran centrale). È particolarmente adattato alla caccia “in velocità”: corporatura leggera, gambe lunghe e sottili e una lunga coda. La testa è piccola e arrotondata, con un muso corto e striature facciali nere simili a lacrime. Il mantello è tipicamente fulvo o bianco crema o marrone chiaro ed è per lo più coperto da macchie nere solide uniformemente distanziate.

Attualmente sono riconosciute come valide quattro sottospecie.

  • Ghepardo dell'Africa sudorientale (A. j. jubatus) (Schreber, 1775),
  • Ghepardo asiatico (A. j. venaticus) (Griffith, 1821),
  • Ghepardo dell'Africa nordorientale (A. j. soemmeringii) (Fitzinger, 1855),
  • Ghepardo dell'Africa nordoccidentale (A. j. hecki) (Hilzheimer, 1913)
Il ghepardo vive – di regola – secondo uno schema che prevede tre gruppi sociali principali:

  • femmine e i loro cuccioli
  • "coalizioni" maschili,
  • maschi solitari.
Le femmine conducono una vita nomade alla ricerca di prede in grandi areali, i maschi sono più sedentari e stabiliscono invece territori molto più piccoli in aree con prede abbondanti e accesso alle femmine. Il ghepardo è attivo durante il giorno, con picchi all'alba e il tramonto. Le sue prede preferite sono impala, springbok e gazzelle di Thomson.

Si riproduce durante tutto l'anno. Dopo una gestazione di quasi tre mesi, nasce una cucciolata di tre o quattro cuccioli che sono altamente vulnerabili alla predazione da parte di altri grandi carnivori come iene e leoni. Vengono svezzati intorno ai quattro mesi e sono indipendenti intorno ai 20 mesi di età. Il ghepardo frequenta una varietà di habitat che comprendono le savane nel Serengeti, le aride catene montuose nel Sahara sino al terreno desertico collinare in Iran.

Le minacce che la specie incontra in natura sono costituite dalla restrizione/perdita dell'habitat, il conflitto con l'uomo, il bracconaggio e l'alta suscettibilità alle malattie. Una volta diffuso in gran parte dell'Africa sub-sahariana e estendendosi verso est nel Medio Oriente e nell'India centrale, il ghepardo è ora distribuito principalmente in piccole popolazioni frammentate nell'Iran centrale e nell'Africa meridionale, orientale e nord-occidentale.

Nel 2016, la popolazione globale di ghepardi è stata stimata in 7.100 individui in natura, circostanza che lo porta ad essere elencato come vulnerabile (VU) nella Lista Rossa IUCN. Nel settembre 2022, infine, sono stati reintrodotti in India dove risultavano essere estinti da 70 anni. In passato, i ghepardi venivano addomesticati e addestrati per la caccia agli ungulati.


E veniamo adesso al “King Cheetah”:

In principio si ritenne che quello che è, in seguito divenuto il “King Cheetah” (o Ghepardo Reale) potesse essere un ibrido ghepardo-leopardo.

In realtà il “Ghepardo Reale” nasce dall’incontro di due esemplari (ghepardi entrambi) che recano, come carattere genetico recessivo, le “strisce”, in alcuni cuccioli della loro prole questo tratto recessivo diventa il tratto dominante e - appunto - nasce un ghepardo reale. È possibile che una coppia di “maculati” produca una intera cucciolata di “reali”. La nascita di uno o più “reali” dipende, in breve, dalla combinazione dei geni dei due genitori. Secondo alcune fonti il numero dei “Ghepardi Reali” presenti in natura (in tutto lo Zimbabwe e Sud Africa) assommerebbe ad alcune decine.



Il posto migliore vedere – pur in ambiente controllato – il “King Cheetah” è il “De Wildt Cheetah Centre di Pretoria”, in Sudafrica (che ho visitato). Le foto sono state scattate nelle ore calde della giornata quando il soggetto riposava all’ombra. I colori risultano quindi meno accesi ma consento ugualmente – foto 6_DSC_0035 e non solo – di apprezzare le peculiari striature scure che corrono sul dorso del “Ghepardo Reale”).

Il programma di riproduzione, del “De Wildt Cheetah Centre” ha avuto un tale successo ed una tale eco da far sì che il “Ghepardo Reale” venga spesso chiamato "The De Wildt Cheetah". Il protocollo di riproduzione, portato avanti con successo ormai da anni, prevede la riproduzione in ambiente “controllato” (circostanza che consente, tra l’altro, di evitare fenomeni “inbreeding”, cui segue lo svezzamento dei nuovi nati (ancora in ambiente controllato) e si conclude con l’invio ad ulteriore centro (sempre in Sud Africa, localizzato nella zona del Capo) dove ha luogo l’ultima fase di allevamento, quella che prevede un progressivo ”inselvatichimento” nel corso del quale i nuovi nati, ormai svezzati ed indipendenti dalla madre, apprendono le tecniche che consentiranno loro un inserimento, sperabilmente positivo, nell’ambiente naturale.

In buona sostanza perché un singolo cucciolo, nato in cattività, possa essere rilasciato in natura (con ragionevoli speranze di sopravvivenza) trascorrono quasi quattro lunghi anni.

Faccio notare come la prima foto riporti i dati identificativi dell'animale: padre/madre, data di nascita, numero e sesso dei fratelli/sorelle e - ultimo ma non ultimo - il numero di microchip che è stato attribuito.


Saluti Felini.
Francesco


PS:

1_DSC_0041.JPG 2_DSC_0025.JPG3_DSC_0030.JPG4_DSC_0039.JPG5_DSC_0040.JPG6_DSC_0035.JPG7_DSC_0045.JPG8_DSC_0048.JPG
 
Ultima modifica:
Ciao,

Dopo oltre tre mesi di guida tu PENSI di aver imparato a stare "a sinistra". Sino a che, bel un giorno, un palo della luce ...

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Ti rammenta, bruscamente, che NON è proprio così ...

Automobilistici, ed incidentati, saluti.
Francesco.
 
Ciao,

Questa sta diventando una chiacchierata (spero gradevole) ... "pennuta". Ma tant'è ... in attesa delle pinne abbiamo le piume! :104:.

Giorni addietro al "feeding-point" del giardino abbiamo avuto un, inatteso, ospite di riguardo.

Upupa “del legno” - Phoeniculus sp. (possibilmente Phoeniculus damarensis)

Le upupe "del legno" e - altro nome gergale in uso da questa parti - dal "becco a scimitarra" (Fam. Phoeniculidae) sono uccelli passeriformi (cerco conferma) che vivono – stanzialmente - a sud del deserto del Sahara.

Il loro areale è, oggi, limitato all'Africa sub-sahariana, ma evidenze fossili mostrano una, a suo tempo, distribuzione molto più ampia. Fossili attribuiti a questa famiglia sono, addirittura, stati ritrovati in Germania.

Le upupa “del legno” costituiscono sono un gruppo morfologicamente distinto, che difficilmente viene confuso con qualsiasi altro. Sono soggetti di medie dimensioni (gran parte delle quali è, però, coda). Hanno piumaggio metallico, spesso blu, verde o viola, e mancano di una cresta.

ULTIMA CONSIDERAZIONE: i nomi Upupa “del legno” (Wood Hoopoe) e Upupa “becco a scimitarra” fanno parte della nomenclatura gergale anglosassone. Ignoro perché siano stati “scelti” e siano divenuti di uso comune. A sua volta il nome gergale italiano, benché da noi non sia presente, dovrebbe essere “Upupa boschereccia”, anche in questo caso ignoro il perché di tale nome.

Qualche foto:


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.


Ornitologici saluti.
Francesco
 
Ciao,

Ma posso prendere degli elementi del genere?

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Io amo i Polypterus (sono senegalus nel caso specifico) ma questi (5 cm) sembrano ... lombrichi!!!

Ittiologicamente perplessi, ed insonni, saluti.
Francesco
 
Ciao,

Costano poco ... ma sono minimi e di conseguenza, mi viene da pensare, delicati. Per adesso mi trincero dietro la scusa che la vasca sta "ciclando" ma, prima o poi, il filtro maturerà e allora ... CHE FARE?

Francesco
 
Ciao,

Continua l’esplorazione dei “Parchi Urbani” che, a Pretoria, sono tanti, alle volte posizionati davvero vicino alla zona abitata (in questo caso circa 20 minuti, di strada asfaltata, dal Silver Lakes dove viviamo) e inquadrati in contesti anche abbastanza “sui generis” …

Rietvlei Dam è, come detto, vicinissimo alla “civiltà” e presenta scorci molto particolari: i segnali ci indicano le “piste” (01, alle volte comodi tratti di strada asfaltata), “l’orizzonte” (02) che definisce alcune foto: la selva di tralicci elettici dietro lo struzzo è molto peculiare! Si tratta di uno dei bacini idrici più grandi fra quelli che servono Pretoria. Ma, almeno dal mio punto di vista acquariofilo, scarsamente fungibile: tutte le aree acquatiche sono – con le più svariare motivazioni – cintate. La conseguenza che il mio proponimento di identificare, almeno, un luogo in cui potessi confermare la presenza del fantomatico “Dwaft Kurper” (ovvero Pseudocrenilabrus philander) è stata rimandata nuovamente. Cercherò, quindi, altre vie di accesso …


Ciò non di meno sono possibili, in zona, avvistamenti interessanti, in specie nella zona secca/stepposa.

  • 05 – un monumentale bufalo (il compare, non inquadrato era poco discosto. Sono rimasti calmi, distavano da noi forse dieci metri, in caso di reazione alterate …
  • 06 – un’antilope accoccolata fra le erbe fa “capoccella” in una delle zone in cui la vegetazione è meno alta.
  • 07 – Un airone che in modo abbastanza strano, a mio modo di vedere, pattugliava un angolo della zona secca. Vai a sapere …
  • 08 – se i bufali erano grossi in due signori (solo uno inquadrato) incontrati successivamente … va detto anche loro sono rimasti calmi. Ma quando lo “sparacchiamento” delle macchine fotografiche si è fatto eccessivamente intensi … un paio di sbuffi veementi ha fatto capire – senza ombra di dubbi – come si fosse fatta l’ora di levare il disturbo.
Anche tornando nelle zone umide (09, il posto non è dei più invitanti, dovessi entrare a "cercare" ci penserei a lungo ...) è possibile fare incontri interessanti come il cormorano (10) intento ad asciugare al sole le ali bagnatesi in un, probabile, tuffo alla ricerca di pesce.

Esploratorii saluti

Francesco.

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Ciao,

Ma posso prendere degli elementi del genere?

Vedi l'allegato 40326

Io amo i Polypterus (sono senegalus nel caso specifico) ma questi (5 cm) sembrano ... lombrichi!!!

Ittiologicamente perplessi, ed insonni, saluti.
Francesco
Meglio di niente è! Avrai soddisfazione a vederli crescere...per il cibo è l'ultima cosa di cui mi preoccupo.
Se vai in un negozio di pesca sicuramente trovi dei vermi di terra o se riesci anche chironomus congelato ma credo mangiano anche polpa di gamberetti triturata.
 
Ciao Marco,

In realtà domani (martedì) pomeriggio ho un appuntamento che potrebbe essere proficuo. Per ora non dico di più ...

Francesco
 

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Numero 1/2024

• Lethrinops sp. “auritus lion” Lion’s Cove di Morgan Malvezzi
• Coptodon louka. Un pesce di grande adattabilità di Michel C. W. Keijman
• Tropicali in toscana di Lorenzo Tarocchi e Mario Donida Maglio
• La sfida con il pH. La mia esperienza con Apistogramma mendezi. di Stefano Moneta


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