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cos'è etico??

considerato che la discussione stava divagando ne apro una nuova.
quando nella riunione soci a faenza abbiamo deciso di aprire questa pagina sul forum ho deciso di occuparmene in prima persona per 2 motivi; il primo è che, in quanto titolare (insieme a leonardo denti) di un'azienda che si occupa di pescare pesci "selvatici" credo di esserene direttamente coinvolto.
il secondo motivo è, il grande vantaggio che possiamo avere (come azienda) avendo a che fare direttamente con gente che vive nei luoghi da dove vengono i nostri ciclidi.
tornando a noi, la prima domanda che dobbiamo porci è: sono + in pericolo i pesci che vengono pescati o i pescatori che lo fanno??
a questo quesito occorre fare subito una distinzione tra sudamerica e africa.
partendo dal sudamerica, avete forse idea di cosa possa guadagnare un pescatore??....praticamente nulla.
considerate ad esempio un apistogramma selvatico che viene venduto in un negozio in italia a 10-12 euro, andate a ritroso nella filiera; negoziante-importatore-esportatore-venditore-pescatore. considerate che tutti ci devono guadagnare almeno il doppio se non di + e provate ad immaginare cosa possa guadagnare....forse un dollaro ogni 1000 apistogramma pescato!!!!
proviamo a chiedere a lui se è + importante la conservazione dei pesci o la soppravvivenza dei suoi figli!!!
in africa il discorso è diverso, i pescatori non stanno male, considerato anche il maggior valore economico dei pesci, la differenza sta nel fatto che hanno una totale mancanza di cultura nel rispetto per la loro terra.
dopo questa premessa possiamo capire che i veri colpevoli sono come sempre i ricchi (e non solo gli europei).
in tanzania per ogni pesce pescatodevi versare una tassa, secondo voi i soldi li reinvestono in attività di tutela???
in brasile esiste l'IBAMA che si occuba di tutelare le specie a rischio; risultato pesci come H. zebra, P. serratus, Pot. leopoldi e altri sono in blocco d'esportazione.....ma come mai le grandi multinazionali possono disboscare migliaia di ettari di foresta??

come credo già sappiate tutto ruota intorno ai soldi anche in un settore dove la passione dovrebbe essere il fattore principale.

quello che possono fare le aziende (come la nostra) è cercare di educare i pescatori locali a rispettare e tutelare l'ambiente, oltre che pagare qualcosa in + i pescatori.
quello che possono fare gli appassionati (ovvero i clienti finali) è informarsi un po di + prima di comprare un pesce, e magari smettere di cercare il pesce introvabile solo per "tirarcela" con gli amici pesciofili....un altra cosa molto utile a mio avviso è quella di smetterla di andare alla ricerca del prezzo + basso....credete che andare in germania a comprare degli msobo (ad esempio) e pagarli meno, sapendo che il "tale esportatore" ne pesca 3000 per volta sia utile alla salvaguardia della specie??

forse qualcuno potra paensare che sto tirando acqua al mio mulino...non spetta a me giudicare...quello che posso dire a mia difesa (inteso come persona direttamente coinvolta nel prelievo in natura di pesci)è che la nostra azienda cerca di fare il possibile, ovviamente nei limiti del mercato, dato che in banca a pagare ci vado pure io, per tutelare i pesci e le persone che vivono nei luoghi di pesca.
come noi altre aziende lavorano allo stesso modo o addirittura meglio!!!....ma i più purtroppo sono mercenari che per arrichhire le proprie tasche non esitano a distruggere popolazioni di pesci che magari vivono in 200 metri!
allo stesso modo esistono acquariofili che cercano di darsi un etica (per quanto possibile) nelle proprie vasche, e altri che per cissà qualche motivo vanno alla ricerca del pesce super-raro, con chissa quale motivazione!!!

spero che in questo forum + che del moralismo, venga fatto del realismo, perchè è solo cosi che si fanno i fatti.

Gianni
 
Credo che il prelievo responsabile (e qui subito sorge il questito su quale sia il limitie oltre il quale diventa "irresponsabile" lo stesso prelievo) si ala chiave di volta ...

Credo altresì che gli esportatori/importatori di pesci abbiano (e di più abbiano avuto) le loro colpe nel crearsi di "certe" situazioni di sui tutti sappiamo ...

Ho fatto a titolo personale "collecting" in alcuni luoghi di culto dei ciclidofili, ho vissuto sei mesi in Brasile e qualche idea me la sono fatta ...

1) un prelievo repsonsabile costringe i locali - in senso lato! - ad una gestione oculata (e ad un prelievo responsabile) per non perdere uan fonte di reddito ma questo POCHI sembrano averlo capito ...

1.1) altre attività hanno effetti dirompenti sull'ambiente e sopra ad ogni altra cosa IRREVERSIBILI!

però se noi (gli acquariofili) che "abbiamo tutto" in prima persona non siamo in grado di gestire i nostri laghi e fiumi (fate una passeggiata in campagna ...) è difficile pretendere che qualcuno che "non ha nulla" possa fare lo stesso, e mi spiego: io - pescatore locale "tipo" - che sono di fronte "all'ultimo" pesce della specie più rara del mondo ed a casa ho una famiglia che mi aspetta per mangiare che scrupoli posso farmi?

BEN POCHI (credo), oggi - intanto - sfamo la mia famiglia e domani si vedrà ... e chiunque dica il contrario è un ipocrita: ho visto personalmente la gente di Rio pescare (nelle acque cittadine) tanti Geophagus per scopo edule, e non andavano tanto per il sottile in merito alla taglia.

Mi "faceva male", ma da qui ad arrivare a criticarli ...

In questa ottica (ad esempio) l'immissione delle Tilapia che, in tempi brevi, forniscono una "massa edule" considerevole può essere un problema per gli studiosi/acquariofili e similia per i locaili lo è molto meno (e, ad esempio, buonanotte a quasi tutti i ciclid del Madagascar!) o lo è - in ottica mediata nel tempo - quando l'impatto sull'ambiente si è fatto insostenibile o quasi (esempio il Lates niloticus nel Vittoria), ma in una realtà in cui il problema è mangiare domani ...

Certo c'è il probelma delle Multinazionali ma, in fondo, le multinazionali "siamo" noi che acquistiamo i nostri prodotti e le teniamo in vita e le facciamo ingrassare ...

In una azienda in cui ho lavorato c'era un banchetto (al bar) di una organizzazione di "commercio equo e solidale" cui mi sono sforzato di dare una modestissima mano acquistando i loro - per altro eccellenti - prodotti resta il fatto che la oro cioccolata/caffè (o quel che vuoi) costava un'iperbole comparata la prodotto, esposto accanto per di più, dell multinazionale "X": cosa pensi facessero in molti?!?!


Così, per forza di cose, si va poco lontani anche se l'importante è NON mollare ma, di nuovo, il negoziante "tipo":

- si approvvigiona a Singapore di pesci ormonati/taroccati/colorati ma che costano il meno possibile e per molti (per me è divenuto impossibile viaggaire in quei luoghi e sempre più difficile acquistare all'estero) non c'è alcuna alternativa ...

- continua ad approvigionarsi di pesci che in un acquario "non ci stanno" (tranne poche ececzione, ovvio): si vedono in vendita loricaridi che arrivanoa 50 cm, Arowana, Cichla, Balantiocheilus e similia ... a che pro? di chi la colpa?

- insiste e persite sui pesci colorati, sugli ibridi strani ...

e si potrebbe continuare, ad esempio analizzando le posizioni del compratore (che spacca il capello in quattro per decidere che cellulare gli esrva e poi va dal negoziante e cheide TREdi quelli, due di quelli e massì sei di quelli che stanno ben in contarsto con al moquette) ...


Posizioni come quelle dell'IBAMA (fermo restndo che qualcosa bisogna tentare) non le comprendo specie avnedo visto gli scempi che i brasiliani (ne più ne meno come noi, ben intetso!) fanno del loro territorio. Per dipiù hanno la conseguenza collaterale di export "truccato" (se un pesce - magari conosciuto solo con il neome comune, con tutte le conseguenze del caso) pescato nell'Amazzonia brasiliana attraversa mezza foresta de "esce" dalla COlombia, Perù, Equador fare qualcosa è DAVVERO complesso ... e COMUNQUE si pesca (forse) meno nel posto "X" ma si aumenta il prelievo in altre aree (e i pochi pesci dell'area "X" spuntando prezzi più elavati fanno venire tante ... "idee strane") è il classico caso della coperta troppo corta, io credo ...

Esistono le eccezioni come la struttuta che mi ha portato in Amazzonia (in Perù):

- Organizzavano QUATTRO viaggi all'anno (per un massimo di 14 persone) nei settori erpetologico, aquariofilo, entomologico e ornitologico.
- i viaggi (possibilemte intervallati tra di loro) NON insistevano mai sullo stesso itinerario consecutivamente (per limitare, se possibile, l'impatto antropico)
- consentivano un export legale (per il quale fornivano OGNI assistenza) in numeri CONTROLLATI ovvero un box a paretcipante (una quantità ritenuta sufficiente a soddisfare le esigenze dell'hobbysta tipo) solo dei pesci di acquario e:

a) denuncivano (verifica personale) chiunque cercasse di nascondere altro tra i pesci
b) per quantitativi maggiori (non essendo più a scopo hobbistyco) si limitavano a metterti in contatto con le Autorità per le pratiche comemrciali

Avevano eccellento conatti con istituzioni di ricerca (nel mio gruppo c'era un entomologo dello Smithsonian Institute) con cui collaboravano fattivamente ... insomma una "rara aves"

La cui identificazione su Internet (tra decine di proposte più o meno mirabolanti) è stata men che facile ... son contento di averlo fatto ma quanto hanno avuto/avranno la mia costanza/fortuna/abilità?

Chiedo scusa per l'impressionante spoloquio [:I] [:I] [:I] che può essere, o meno, condiviso è ovvio ...

e concludo con una notazione finale (amara): questo post, che solleva interrogativi pesanti e impegnativi ancorchè giusti, ha atteso oltre 20 giorni per una risposta, la "dritta" sul dove procurarsi (poco importa come) l'ultima "rarità biologica" in due giorni fa il giro del mondo ...

MALA TEMPORA CURRUNT!!! :( :( :( :( :(

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
Ciao Francesco.

Indubbiamente ad un post come il tuo o come quello di Gianni per poter rispondere occorre che sia prima digerito, ripensato e maturato.

Poni dei dilemmi che pesano sulla coscienza di tutti coloro hanno un minimo di amore per questa nostra vituperata natura e fanno pensare.

Debbo ringraziarti. Pensare fa bene, anche quando si pensa a cose che intristiscono l'animo. Guardando i pesci nel mio acquario, sempre più mi chiedo se in natura starebbero meglio e se sia giusto tenerli in una vasca soltanto per goderne io e pochi altri.

Credo che alla fine il mio egoismo di possedere dei pesci la vinca sull'immagine di questi animali nei loro fiumi o laghi.

Non so. Ora come ora mi sento un po' avvilito :(, ma sempre più deciso a cercare di cambiare qualcosa. Penso che vista la mia condizione di persona "normale" e non influente potrò fare poco, ma quel poco sono ben deciso a farlo. Coraggio.

Anche tu non mollare.

Ciao ciao. Marco
 
Citazione:Guardando i pesci nel mio acquario, sempre più mi chiedo se in natura starebbero meglio e se sia giusto tenerli in una vasca soltanto per goderne io e pochi altri.

Beh, le mie P. polleni (ed i miei Damii che ho ceduto a amlincuore a Goerge, per farli stare meglio) non mi pongono il problema: in natura NON ESISTONO PIU'!!! (o quasi). :( :( :(

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
finalmente qualcuno si fa vivo..........
è veramente SQUALLIDO vedere come tutti postano su mille forum in tutto il mondo e una misera discussione che tenta se non altro di far riflettere riceve 2 risposte in un mese.
insieme a Leonardo, recentemente tornato dopo parecchio tempo in Africa, stiamo scrivendo una bozza con i pesci (visti e non raccontati) che sono a rischio o comunque in rapida diminuzione, ma visto l'interesse, chi ce lo fa fare?
per ora l'abbiamo messa nel cassetto, sulla scrivania per ora c'è il fatturato.......

Gianni
 
Ciao Gianni.

Credo che la situazione sia un po' più complessa di quel che sembra. Ognuno di noi, cresciuto in questa generazione del dopo guerra, dopo il boom economico, ha ricevuto una formazione consumistica che volente o nolente lo porta spesso a compiere azioni che non sono pienamente allineate con i bisogni di un ecosistema dove vivono circa 7 miliardi di persone (e speriamo che i cinesi comprino qualche televisione in più)!
Io stesso, quando iniziai a "mettere" qualche pesce in vasca, non pensai certamente se quel pesce era o no a rischio. Lo trovavo nel negozio o su una lista e bastava. Se poi c'era una foto (e non sempre la trovavo, non essendoci ne internet ne molte pubblicazioni a parte l'Atlas di Axelrod che comunque è arrivato dopo) che ritraeva l'esemplare al meglio del suo aspetto, erano dolori.

Certamente le cose sono cambiate. C'è fortunatamente più informazione reale, portata da appassionati o scienziati che "de visu" hanno potuto riscontrare una situazione spesso catastrofica e che oggi ci coinvolge tutti.

Non voglio certo giustificare comportamenti, anche da parte mia, che potrebbero in qualche misura aver arrecato del danno, ma ritengo nel contempo che se ci sono persone che conoscono le realtà come voi, che le vivete giornalmente sul campo, sia più che giusto che ne parlino a voce alta.

Dai, rimetti nel cassetto le fatture.... e parlaci di pesci. Chissà che qualche altro "collezionista" non si riesca a portarlo fuori "del lato oscuro"
 
Non so se non rispondere/farlo in ritardo (come dice Gianni) sia SQUALLIDO (addirittura ...) ma, come dicevo, le risposte non fioccano e questo non è un bene ...

resta un fatto: in concreto, che fare? Nei momenti di "massima crisi" sono addirituuta arrivato a pensare che sia il caso di smetterla (di allevare pesci), poi mi riprendo ...


Di certo è abbastanza FRUSTRANTE rendersi conto (fatevi un giro sui forum non specialistici e mi capirete ...) che la gente non vuol (e sono giunto all'idea che lo faccia INTENZIONALMENTE) capire!!!

Mi spiego dopo due anni (forse più) su un forum più generalista del nostro continuo a vedere gente che chiede quali M'buna può mettere in 60/70/80 litri (!!!), che si lamenta che i suoi M'buna (rigorosamente ibridi di terza scelta) si "cappottano" in continuazione (salvo poi abbuffarli di artemia, ed altra "sostanza animale"), che i suoi pesci (dopo aver "insardato" in 100 litri lombardoi, ornatus e già che si trova che "fanno fico" ... demasoni: o sedicenti tali, ovviamente!) continuano a pestarsi/uccidersi ...

E gli esempi potrebbero moltiplicarsi all'infinito! :( :( :(


... 'nzomma [V] per risolvere questi problemi basterebbe un libretto (da 10 euro) o leggersi un pò di post di articoli, di siti ...

ma nessuno lo fa (o quasi) nentre TUTTI "spaccano il capello in quattro" per decidere quale telefonino/car stereo comprare! [xx(]


Mi sto facendo - pian piano - delle idee "eretiche":

Allevare SOLO (ed esclusivamente) Red Parrot, per il puro (basilare!) piacere di vedete dei pesci nuotare nelle mie vasche o, molto meglio, smettere di fare "proselitismo": traffico di vasche e pesci da quando avevo 14 anni (adesso ne ho ... BUMMMM!!!) ai molteplici (miei e di altri) tentativi di divulgare/"fare cultura" sono corrisposti pochi risultati e tanti divieti in più ... dunque: alleviamo i "pappagalli rossi" e finiamola di soffrire!!! :(


E se tornassimo alle " associazioni carbonare"?

... Saremmo pochi addirittura pochissimi, potremmo giocare come ci pare (pesando in maniera nulla sugli ecosistemi che adesso oltre al resto subiscono il peso dell'attività di esportatori IRRESPONSABILI, non sono tutti, ma ce ne sono!), godremmo di pochi pesci disponibile ma "sani" e vispi (viste le dimensioni del fenomeno chi si curerebbe di produrre "mostri", che venderebbero in numeri inesistenti ...) e NON ULTIMO non saremmo angariati/"scassati" da PSEUDOambientalisti (ho il massimo rispetto dei POCHI esponenti veri di questa categoria, sia ben chiaro): che ne dite?

E' evidente che non accadrà (il mondo non si ferma mai e non torna indietro) ma il risultato - almeno per me! - è la sensazione di rabbia impotente nel vedere uno dei "giochi" più belli del mondo trasformarsi (tra infinite difficoltà, per di più ...) in un grosso baraccone da circo, vissuto/gestito da persone che poco capiscono (dello specifico argomento) ed ancor meno hanno interesse (a preservare/capire/divulgare) ...

MALA TEMPORA CURRUNT![V] :( [V] :( [V] :(

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
Ciao, scrivo poco e niente su questo forum ma ne leggo spesso le discussioni con interesse e su questo argomento condivido le preoccupazioni sia per la fonte che per l'utenza finale di questo hobby .
Il problema a mio avviso sta quasi sempre a valle cioè negli acquariofili ed in parte (minima) nel circuito di chi fornisce animali (e pure piante).
Nel secondo caso l'aspetto negativo è nel proporre specie inadatte alla vita in acquario ma è soprattutto l'acquariofilo che fa il mercato e, in Italia (altrove non sò), manca conoscenza (cultura) , spesso già a partire dal normale negoziante.
Questo è un dato di fatto, non conosco quanti acquariofili (più o meno "perduranti") esistano nel nostro Paese ma lo specchio dovrebbe esere dato da internet (tra l'altro qui dovrebbero esserci quelli più interessati quindi la percentuale "qualitativamente" migliore).
Ebbene anche a me è venuto in mente di dare una spinta alla spiegazione di concetti basilari che favoriscano una acquariofilia consapevole e "naturale" partecipando ad un forum ma dopo qualche anno devo constatare che effettivamente pochi hanno voglia di conoscere e quasi tutti hanno voglia di risolvere senza capire.
Ecco, questo cedo sia il dramma.
Per attenuare un problema su scala mondiale basterebbe la cultura, il bello è che questa cultura c'è (la sola disponibilità di testi, oggi come oggi è soddisfacente)ed il brutto è che viene consapevolmente rifiutata.
La causa è quindi un aspetto del carattere umano: la volontaria superficialità</u>.

Spiegare questo fatto socialmente e storicamente è semplice e fuori luogo in un forum di acquairofilia, sta di fatto però che, a mio modesto parere, la causa di ogni male è questa.

Ciao Fabrizio
 
Anch'io sono d'accordo: cultura crea etica.
Occorre lavorare su questo fronte. Il resto è umana debolezza.
Livio

Citazione:Messaggio inserito da gregory
Per attenuare un problema su scala mondiale basterebbe la cultura, il bello è che questa cultura c'è (la sola disponibilità di testi, oggi come oggi è soddisfacente)ed il brutto è che viene consapevolmente rifiutata.
Ciao Fabrizio
 
Citazione:Messaggio inserito da livleo

Anch'io sono d'accordo: cultura crea etica.
Occorre lavorare su questo fronte. Il resto è umana debolezza.
Livio

Messaggio inserito da gregory
Per attenuare un problema su scala mondiale basterebbe la cultura, il bello è che questa cultura c'è (la sola disponibilità di testi, oggi come oggi è soddisfacente)ed il brutto è che viene consapevolmente rifiutata.
Ciao Fabrizio

Appoggio ad entrambe ma dal mio punto di vista (prima vasca a 14 anni adesso ne ho 50!), che sono andato a studiarmi i più svariati biotopi di persona (oltre 500 imemrsioni ... "ovunque", mari, fiumi, laghi!) con viaggi di studio sui ciclidi - e collecting, ovvio! - in Malawi (due volte), in Amazzonia, in Messico ... che con (adesso, prima erano di più!!!) sette vasche in casa mi sento ... "stretto" ...

... a me dicevo dopo anni di "sbattimenti" (AIC e non solo) viene un pò di magone ... [V]

Ripeto (perdonate il "disfattismo"!) e se tornassimo alle associazioni carbonare ... oppure in concreto cosa si può/possiamo fare?!?!?!? ... [?] [?] [?]

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
La risposta è "divulgazione" di buona acquariofilia.
Leggere e conoscere per poi cercare di interessare gli altri, trasmettere passione senza mettere paletti è come stendere una rete ed aspettare ... anche se pochi accettano è comunque una buona cosa.
Il punto è che si devono fare i conti con il proprio tempo (se si naviga in internet) ed il proprio denaro (se si redigono riviste o si vende nel settore), che poi è la stessa cosa: ai voli del pensiero spesso si frappone (giustamente) la necessità di vivere.
L'importante è provarci anche se spesso non conviene in termini "di pancia" .
Ci sono poi vari modi di provarci.
Basta pensare alla "vostra" Hydra ed "Il mio acquario" , da una parte la specializzazione dall'altra la commercializzazione (credo che la tiratura di copie sia superiore)oppure come acquaportal ed altri numerosi forum che si autosostengono senza voler cercare appoggi commerciali solo per il piacere di parlare ed approfondire, od ancora come la differenza che passa tra un testo quale "Guida ai ciclidi" Del Vecchio editore ed un testo di Ad Koning.
In entrambi i casi si divulga (è cosa buona e giusta) e credo che in entrambi i casi ci sia un compromesso tra volontà e piacere di trattare certi argomenti e necessarietà di valida economia
Io credo che l'importante sia provarci.
La ricezione del messaggio non dipende da chi lo pone in essere ma qualcuno "nella rete giusta" ci cade e si innamora dell'acquariofilia nei suoi aspetti più pregnanti, ed allora non basta leggere una scheda di un pesce e si vuole saperne di più, non basta specializzarsi nelle letture e si ampliano numericamente gli acquari per finire a dove sei arrivato te con i viaggi.
Chiaramente io non sono come voi, non ho l'esperienza ne lavoro nel settore , ma di professione faccio l'imprenditore per cui soppeso sempre bene i rischi ed i benefici, in questo caso sono favorevole al rischio di parlare al vento per quel poco che so di acquariofilia, magari rinunciando al tempo per fare cose più importanti, per il solo fatto che qualcuno possa appassionarsi.
Certo è più bello parlare con persone che condividono e comprendono la passione portata a "religione", con persone da cui puoi apprendere, con "associazioni carbonare", ma (anche fortunatamente)noi umani abbiamo molte "radiazioni" (per dirla alla Barlow)in termini attitudinali e pure se la stragrande maggioranza di persone è superficiale in ogni sua azione, ce ne sono anche di quelli che vogliono vedere sotto il pelo dell'acqua , a questi (tra cui il sottoscritto) piace sapere che si può "aiutarli".
Ciao Fabrizio
 
Citazione:Basta pensare alla "vostra" Hydra ed "Il mio acquario" ...

ne l'una ne l'altra sono "mie" e (senza per questo - mi auguro -innescare polemiche) ben poco, sia pure pr diversi motivi, mi riconosco in entrambe le posizioni.


Citazione:... parlare con persone che condividono e comprendono la passione portata a "religione", con persone da cui puoi apprendere, con "associazioni carbonare", ma (anche fortunatamente) noi umani abbiamo molte "radiazioni" (per dirla alla Barlow) in termini attitudinali e pure se la stragrande maggioranza di persone è superficiale in ogni sua azione, ce ne sono anche di quelli che vogliono vedere sotto il pelo dell'acqua, a questi (tra cui il sottoscritto) piace sapere che si può "aiutarli".

Sono sempre disponibile ad aiutare - nel mio modestissimo! - ma l'inerzia pesa, e fa ... "male": [V]

in AIC adesso che le cose sono tornate ad andare ragionevolmente bene siamo (forse) duecento di cui, e non entro nel merito del perchè, molti meno gli attivi/propositivi ...
in AFC abbiamo centinaia di presenze alla sola cena del congresso (e alcune migliaia di iscritti!), vari gruppi tematici ed un ribollire di attività ...

[?] [?] [?] [?] [?] Per "divulgare" serve che ci sia la voglia di apprendere (quella VERA, anche se minima!) e temo che qui da noi sia una merce ben rara ... :( :( :(

Per non parlare di "etica" (o più semplicemente di rispetto delle regole): anni fa - da sempre mi pacciono, credo sia noto! - mi venne offerto "al nero" un Arowana (asiatico, che notoriamente è iscritto in CITES): alle mie obiezioni (oltre il prezzo "monstre"!) sulla mancanza della relativa documentazione mi trovai di fronte ad un msito di stupore (ahò - per dirla alla romana - ma che scrupoli ti fai?) e "commiserazione" (ma guarda in pò se proprio sto scemo dovevo beccare, eppure mi era parso uno ... "sveglio").

L'argomento - ovvio! - "cadde", venni poi a sapere che il pargoletto era stato "piazzato" presso un personaggio ricco di denaro ma povero di scrupoli ... ed andiamo avanti!!! :( :( :(

Per un pesce arrivato vivo in vasca quanti ne sono morti - e come sono morti, che è peggio ... - per strada?

Spero di aver (tristemente) reso ... [:I] :( [:I] :( [:I]

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
vedo che finalmente la discussione si anima!!!!!!
.....anche se sono sempre i "vecchietti" che la animano!!!!!
(franz perdonami il vecchietto!!!!!!)
.....alla faccia delle nuove generazione che dovrebbero avere + coscienza ecologica!!!!!

PS PER MARCO: adesso devo tenere sulla scrivania le fatture altrimenti la commercialista mi accoppa....tra qualche giorno si vedrà........

Gianni
 
Citazione:Messaggio inserito da giannighezzi

vedo che finalmente la discussione si anima!!!!!! ..... anche se sono sempre i "vecchietti" che la animano!!!!!

Quando NON ero vecchio :D :D :D mi spiegarono che "l'erba cattiva non muore mai" ;) ...

Però ... tornando seri per un momento (vabbè, si fa per dire!) rimane preoccupante la carenza di "seguito" che anche questo thread manifesta ... :( :( :(

Se questo è - davvero! - il seguito, la "Cultura! che i nostri (credo sinceri) sforzi hanno creato, beh ... POVERI NOI!!!

:( :( :( :( :(

Francesco

Semper Cichlidae!!!
 
Dai su Francesco non abbatterti!

Pochi hanno risposto perchè è un argomento molto difficile e pochi, come te, hanno avuto l'abilità e fortuna di conoscere di persona gli ambienti naturali in cui vivono le popolazioni naturali dei pesci che alleviamo nei nostri acquari e come e da chi vengono pescati. Questo, secondo me, però non è una scusante perchè esiste della letteratura in proposito: certo a volte è di difficile reperibilità o in inglese, ma dipende solo dalla disponibilità di ognuno nel voler approfondire certi argomenti, cosa che richiede sforzi sia economici che di tempo.

Il problema che ho notato, è che gli acquari sono considerati per lo più oggetti d'arredo (non sapete quanto non sopporto la frase "acquari ornamentali", che è sminuirne totalmente la loro natura: sono semplicemente molto di più) e i pesci poco più che elementi di quest'arredo. E' anche questa l'idea che in genere comunicano gli stessi negozianti che spesso non conoscono la provenienza e le abitudini dei pesci che ospitano o che, ad esempio, raccolgono svariate specie del Tanganica e del Malawi in un unica vasca con la dicitura "ciclidi del Tanganica", senza una distinzione neppure a livello di genere (visto di persona).

Secondo me dipende molto dalla diversa sensibilità che ha ognuno di noi: non tutti sono così attenti e appassionati al mondo naturale, o disposti ad interrogarsi sul perchè un animale ha sviluppato un certo tipo di comportamento o perchè una pianta acquatica cresca meglio in alcune condizioni anzichè in altre. Direi che non sono pregi nè difetti, ma solo frutto di diverse sensibilità che ognuno di noi ha, per fortuna non siamo tutti uguali!

Poi, in fondo, perchè preoccuparsi per degli animali che non sono nè pelosetti, nè che hanno gli occhioni dolci. Poco importa che abbiano sviluppato comportamenti pressochè unici, immensa fonte per l'etologia, e che costituiscano il più interessante laboratorio evolutivo del pianeta.........

Ciao a tutti,

Paolo
 
Per quanto riguarda la pesca in loco mi baso su quello che leggo ed al limite posso paragonare la situazione con quella della pesca sportiva: premesso che la cultura indigena non è indirizzabile se non in termini di marketing ovvero di richiesta (nel caso acquariofilo si torna quindi al grossista->negoziante->utente finale e la catena può avere input da tutti e tre gli elementi in base alla cultura di cui abbiamo detto), le situazioni migliori si hanno con le riserve naturali (progetti e situazioni concrete che magari fruiscono di denaro non locale)come ad esempio avviene a Cuba dove i pesci (per la pesca sportiva) si trovano solo nelle riserve come Cayo Largo o l'isla della regina, altrove non si pesca niente perchè non c'è più niente.
Anche in Italia ci sono grossissimi problemi causati dalla pesca professionale ma questo non sarà mai un problema in Paesi dove si va ancora con la piroga come il madagscar od il senegal .
Ecco che per quanto riguarda i pesci d'acquario la realizzazione di riserve sarebbe funzionale, specie in considerazione della tipologia di pescato (pare infatti che nonostante si peschino milioni di neon e cardinali questi continuino ad esistere come "riserva" naturale per il mercato, cioè l'impatto non è devastante, mentre il discorso ciclidi del rift africano è diverso).
In sostanza non ci possiamo fare niente se non esprimere preoccupazione.
Quello che possiamo fare è invece dare input alla divulgazione di concetti di buona acquariofilia, se si pensa a come lo fanno in germania od in olanda potremmo imparare non poco, a parte le riviste è interessante notare che la partecipazione ad una associazione non è meramente legata al concetto di adesione "passiva" in termini economici ma di "vaglio della adesione" tramite attestati che riconoscono la preparazione del singolo (questo succedeva persino trenta anni fa per gli acquari olandesi); ho letto spesso Horst parlare di "patentini" sia per negozianti che per acquariofili in Germania ... non è una cattiva idea.
Resta però il fatto che siamo italiani e pur avendo mille pregi non abbiamo quello di dare valore ad una cosa del genere in termini concettuali (cioè dando valore ai contenuti che si apprenderebbero) ma piuttosto formali (diverrebbe materia di burocratizzazione con annesse possibilità di guadagno).
Ciao Fabrizio
 
ho letto tutto, molto interessante c'è poco da aggiungere a quello che un po tutti avete detto.
adesso viene il natale e basta entrare e stare mezz'ora in un negozio qualsiasi il cui titolo comincia con o contiene la parola pet per sentire cose allucinanti.
e non solo per quanto riguarda i pesci.
gli animali vengono "comprati" con la stessa attenzione con la quale si compra una scatola di lego.
ovviamente i bambini fanno la parte del leone nell'ordinare gli acquisti e i genitori, come si sa, non riescono a dire di no; facile immaginare i disastri che ne conseguono.
altro anello debole: i negozianti (una volta detti,meglio, bottegai).
anche loro si debbono fare la 13ma e quindi tendono a non fare eccezioni ,tutto va bene, tutto è possibile basta di vendere; pesci rossi e ciclidi tutti nella stessa zuppa.
insomma purtroppo c'è la tendenza generale a far si che non ci sia nessuna distinzione di filosofia fra vendere cose ed esseri viventi.
da parte nostra (in quanto acquariofili) posso dire che frequentando 3-4 forum specializzati ho visto spesso competenza ,molto entusiasmo, tanto divertimento ma raramente la consapevolezza di praticare un hobby speciale, una passione che riversa le sue attenzioni su esseri viventi e che richiede quindi all'inizio prudenza e attenzione e poi un vero e propio amore per i propri pesci, come quello che si riserva per il cane o per il gatto.
trovo abbastanza triste vedere questa affannosa attività di scambio di pesci perchè....ho voglia di cambiare o perchè....questi colori mi hanno stufato o perchè....questo pesce è ******* e non lo voglio più ecc ecc ecc
alcuni pesci sono longevi e questo il negoziante quasi mai lo dice al momento dell'acquisto da parte di un principiante per paura che il cliente si tiri indietro, invece dovrebbe essere giusta sapere che si compra un pesce che dovrà farci compagnia per 6-7-10 anni e che ha il diritto di non essere scaricato dove capita quando le sue pinne ci sono venute a noia.

a presto altre considerazione (per esempio è etico tenere in cattività pesci di cattura? io credo di non ed è anche per questo che non ho mai avuto un acquario marino visto le stragi che si compiono per catturarli).
 
ragazzi basta vedere quanti cani vengono abbandonati ogni anno sulle strade o come sono gestiti certi canili (basta vedere striscia). penso che alla fine non sia etico allevare animali, in quanto è sempre tenerli in prigione (magari per animali domestici è diverso). ma allora quelli che mangiamo? cioè che differenza c'è tra un pesce che ci finisce in bocca o uno che teniamo in acquario? che uno è stato sfigato e l'altro un po' meno (in base a come lo trattiamo)... e cmq in natura i pesci vivono nel paradiso? c'è sempre l'inquinamento e se non c'è avranno cmq competizione con altre speci, insomma che ne sappiamo se stanno meglio qui o in natura (i pesci per definizione non parlano). certo meglio una giornata da leoni che cento da conigli, quindi magari stano meglio in natura che comodi e con la pappa pronta nei nostri acquari. ma cmq non c'è risposta a molte domande, purtroppo sia la natura che l'uomo sono regolati da leggi il + delle volte inique, dobbiamo tenere conto di questo e considerare che certi esseri umani sono trattati peggio degli animali a questo mondo.
 

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Numero 1/2024

• Lethrinops sp. “auritus lion” Lion’s Cove di Morgan Malvezzi
• Coptodon louka. Un pesce di grande adattabilità di Michel C. W. Keijman
• Tropicali in toscana di Lorenzo Tarocchi e Mario Donida Maglio
• La sfida con il pH. La mia esperienza con Apistogramma mendezi. di Stefano Moneta


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