• ATTENZIONE
    A seguito della migrazione dalla vecchia alla nuova piattaforma, se avete dei problemi di accesso, prima di fare dei nuovi account, inviate una email a segreteria@aiconline.it e risolvo il problema

Considerazioni di un semplice socio sullo stato delle cose

Wisemen

Utente
Buongiorno a tutti,
Mi accodo ai ringraziamenti fatti da Paolo nell'altro topic, verso tutti coloro che hanno preso parte a questi due bei giorni di condivisione. Tuttavia ho aperto questo, senza proseguire in quello "Ringraziamenti", per qualche considerazione a posteriori circa le problematiche e le proposte sollevate da aldo & The President.

Ho già sollevato l'ipotesi skype ad alto per la faccenda consiglieri: Molti di noi, ne sono certo, avranno molta positività e tanto desiderio di dare il proprio apporto e le proprie idee all'organizzazione, ma per la stra grande maggioranza lo scoglio maggiore è rappresentato dalle trasferte. Al giorno d'oggi 4 viaggi nazionali di una giornata possono risultare difficili da realizzare, e con le tecnologie sul mercato sarebbe un peccato privarsi dell'apporto di persone competenti e creative per le quali, però, l'ipotesi migratoria risulta impossibile. Il direttivo si è formato ed è di primissimo livello, per il futuro questa ipotesi quanto è percorribile da 1 a 10?

A parte questo, vorrei affrontare una questione ben piu' grave: il problema dei 150 inscritti...Ho visto in 2 giorni ragazzi e ragazze, uomini e donne pieni di spirito di iniziativa e di passione nei confronti di ciò che da anni portano avanti negli acquari che, per loro, sono ben piu' di semplici angoli di arredamento. Questo spirito io l'ho già visto, in molte persone con le quali ho la possibilità, de visu, di scambiare opinioni e fare chiacchierate in zona, su skype, durante congressi di altre associazioni il cui campo semantico resta stabilmente il mondo acquatico. Io credo che il problema dell'AIC non è di ente, ma di cultura.
Faccio un esempio banale: a chi non sarà mai capitato di viaggiare, neanche così lontano da qui, superando il confine austriaco, o svizzero, o tedesco. E ancora quello croato, addirittura il bosniaco, ed addentrarsi anche per centinaia di km dalle frontiere, senza mai cessare di vedere bandiere, festoni, frasi patriottiche ovunque. Sapete dove non ho mai visto tutto ciò? In Italia. Non è nuovo che la nostra penisola sia un insieme davvero eterogeneo di culture, modi di vivere, tradizioni. Ma a prescindere da questi fattori, sicuramente riscontrabili altrove, l'Italia non è AFFATTO un paese patriottico. I nostri antenati lo furono, eccome..ma ora, basti pensare alla politica, accada qualsiasi cosa a noi ci và comunque bene, noi si pensa a noi stessi, alla nostra casa, a chi incontriamo in ascensore mentre scendiamo in strada. Perdonate l'esagerazione, è solo per far denotare lo scarto che c'è tra una cultura collettivistica e la nostra piccola e ristretta visione.
L'AIC è un'associazione storica, un'associazione che offre ai soci alcuni privilegi speciali, ma che permette di usufruire della quasi totalità di tali privilegi anche ai non soci. Sbagliato? ASSOLUTAMENTE NO, e io in primis attorno ai 5 anni fa mi alterai per la mancanza di tali possibilità, per la cena sociale ristretta ai soci, per l'ingresso alla sala vasche riservato ai soci, per altre piccole cose che volevo PRIMA VEDERE, poi giudicare ed eventualmente approvare.
Perciò passi l'operato, adeguatosi con camaleontica e straordinaria abilità alle esigenze di un piccolo grande rinnovo generazionale che ha visto per protagonista una fascia 20-40 che, almeno a memoria, un lustro fa rappresentava una piccola percentuale dei soci; passi il prezzo di iscrizione all'associazione che, seppur incrementato, non risulta oggettivamente inarrivabile (3 caffè al mese contro 1 della quota precedente, e lasciatemelo dire, finchè si resta nell'ordine dei CAFFE' credo che tutto sia accettabile :81:)...ma allora cosa non và?
..io ve la butto là, perchè è una riflessione che mi frulla dal giorno del discorso del president ma per la quale c'ho messo un pò a rielaborare.

Qualcuno, un Grande, diceva:
L'Appartenenza, non è lo sforzo di un civile stare insieme,
non è il conforto di un normale "voler bene".
L'Appartenenza, è avere gli altri dentro di sè

Pensateci..dov'è, oggi, l'Appartenenza? non è qualcosa che nasce geneticamente dentro di noi, non siamo api, o formiche...è qualcosa che deve esserci insegnata, deve affascinarci e per essa dobbiamo arrivare a fare cose e formulare spontaneamente pensieri. Come si può, coi tempi che corrono, con gli esempi che ogni giorno ci capitano davanti agli occhi, coi media, con l'economia, con gli affari privati di politici e calciatori, alimentare il giusto e umano spirito di Appartenenza che dia a ogni cosa un valore aggiunto?

Perciò, amici di AIC, io non credo bisogna lavorare sulle quote d'iscrizione o sull'aggiungere chissà cosa ai congressi. I congressi sono meravigliosi già così, che si giochi a calcio balilla o a cricket, che si mangi in un ristorante sfarzoso o dal porchettaro. Ciò che bisogna trasmettere agli acquariofili, ai neofiti come agli esperti, è lo Spirito di Appartenenza, il valore aggiunto che fa sì che ogni persona si senta volontariamente e fortunatamente al centro di un grande progetto, la cultura acquariofila italiana, che grazie a investimenti, tecnica e idee tutti ogni giorno realizziamo, miglioriamo e tramandiamo. Facciamo leva sull'Appartenenza, sulla bellezza di far parte di un gruppo unico, un gruppo così efficiente, compatto ed affiatato senza il quale l'acquariofilo si senta QUASI PERSO...Chi potrebbe rinunciare a qualcosa di simile?

Io sono socio AIC, tramite l'AIC vivo e ho vissuto esperienze eccezionali, conosciuto persone meravigliose e PER ME L'AIC E' APPARTENENZA. Poi chi vogliamo prendere in giro, la maggior parte della quantità dell'acquariofilia si fa in casa, in una stanza, da soli o al max con un paio di persone, ma la QUALITA' dell'acquariofilia si fa nel momento in cui si mette a disposizione tutto per un fine piu' elevato, in un gruppo, nel quale vi è fiducia e desiderio di condivisione e collaborazione.

Che ne dite? lavoriamo sull'Appartenenza? ;)
 
Ciao Riccardo,
mi sembra che le tue osservazioni siano molto interessanti e personalmente le condivido. Da buon tecnologo (ahime anche per lavoro) e quale membro del direttivo (seppur eletto in contumacia all'assemblea) tenterò di perorare la causa skype per agevolare la partecipazione di chi vorrebbe collaborare ma è in difficoltà per problemi logistici. Mi sembra una buona idea che mi sento di appoggiare in prima persona, ovviamente sentito il parere anche del resto del direttivo.
Riguardo al senso d'appartenenza... che dire, penso che tutti i pochi soci dell'AIC un po' di appartenenza ad un gruppo la sentano davvero. In fondo quei 30 euro sono di più che un semplice orpello per poter avere accesso alle vasche al congresso, o agli articoli o alla cena sociale.
E a tal riguardo io sono molto contento di quello che ho visto in questo ultimo periodo... più volte siamo stati accusati di essere un ambiente in cui è difficile integrarsi, in cui la "vecchia guardia" è un gruppo chiuso di persone in cui difficilmente si entra a far parte. Tuttavia penso che diversi siano gli esempi concreti di persone che si sono integrate nel nostro gruppo (che ormai spero sentano anche un po' il LORO gruppo) con entusiasmo, portando una ventata di entusiasmo che non guasta mai.
Faccio alcuni nomi, sperando che chi dimentico in questa lista (sicuramente incompleta) non me ne voglia,di quelli con cui ho avuto modo di interfacciarmi direttamente giusto perchè il discorso non sembri così campato in aria:
Susanna, Hank, Lulu, Elena (alias cichlid), Salvo

Questo mi fa sperare bene per il proseguio di AIC e rafforza le mie speranze che la nostra comune passione possa essere un legante vero per la nostra associazione in un mondo che vede noi ciclidofili generalmente come "pesci fuor d'acqua".
 
Riccardo, la tua riflessione, le tue parole, colgono nel segno.
Come Laura, approvo in pieno e puoi contare sul mio supporto.

Bravo !
 
Io semplicemente penso che se non ci fosse stato questo senso di appartenza l'AIC non sarebbe arrivata fino ad oggi così, poteva essere meglio di così? Tutto può essere perfettibile, ma credo che il senso di amicizia sia qualcosa che nasce di conseguenza e liberamente non può e non deve "secondo me" essere programmato. Per quanto riguarda l'osservazione sulla difficoltà di poter essere presenti alle trasferte lì sono completamente d'accordo con te perché per me, per esempio, sarebbe ed è un deterrente, ben venga ogni mezzo utile a bypassare questa difficoltà della distanza.
Io verrei per esempio al congresso anche se non andassimo a mangiare in una location di un certo tono ma gradisco quello che ci viene offerto, penso che al di là di tutto conta il voler esserci, ma non credo che ci siano le stesse motivazioni per tutti, o per lo meno ci saranno ma in misura diversa per ognuno di noi, mi va bene ed amo la comunicazione tra noi ma sempre finalizzata a quello che è il comune interesse per tutto il resto che riguarda le relazioni interpersonali o di gruppo al di là del comune interesse mi piacere che si sviluppi spontaneamente e naturalmente anche se cercare dei modi per incrementarle non è vietato, non credo che esistano gruppi chiusi perché personalmente quando mi sono rivolto a qualche socio tipo Robi63 o Daniela o Livio o Fabio Callegari ho trovato sempre risposte e consigli senza problemi, che poi ci sono persone con "modalità" di interazione diversa penso sia parte della natura umana...grazie a Dio! Comunque il tuo spunto lo ritengo utile e costruttivo visto che ti risentiamo con tanta propositività in questo contesto del forum.
grazie anche a te
 
assolutamente massimo, infatti la mancanza di appartenenza non c'è in noi, ma dobbiamo esser bravi a trasmettere senso di appartenenza anche ai neofiti e agli amici che ancora non comprendono cosa sia AIC e pensano sia superfluo associarsi. La stessa propaganda dell'associazione, secondo me, dovrebbe fondarsi su questo concetto. Perchè questioni di contenuti non è, questione di prezzi nemmeno...allora bisogna capire perchè. Io ho dato un'ipotesi, potrebbero essercene altre
 
assolutamente massimo, infatti la mancanza di appartenenza non c'è in noi, ma dobbiamo esser bravi a trasmettere senso di appartenenza anche ai neofiti e agli amici che ancora non comprendono cosa sia AIC e pensano sia superfluo associarsi. La stessa propaganda dell'associazione, secondo me, dovrebbe fondarsi su questo concetto. Perchè questioni di contenuti non è, questione di prezzi nemmeno...allora bisogna capire perchè. Io ho dato un'ipotesi, potrebbero essercene altre

Non ti ho risposto in quel modo solo per diferdermi o difendere qualcuno, ma semplicemente per dire, e non so se ci sono riuscito, come la penso: in effetti penso il senso di appartenenza di ciascuno e anche il mio potrebbe essere sicuramente superiore, però sa partiamo già da una base di quello che abbiamo visto in questo congresso la partenza mi sembra buona. Giusta comunque la tua osservazione se serve di spunto per migliorare, e sarebbe bello sentire anche altri pareri.
 
Molto interessanti le tue considerazioni Riccardo...

Specialmente per chi è stato all'assemblea dei soci ed ha sentito il discorso di Enzo riguardo lo stato attuale dell'attività dell'associazione....condivido il senso di appartenenza....con alcune persone ci vediamo da oltre vent'anni con altre invece è da qualche anno o mese e dopo pochi minuti sembra una vita che ci vediamo.....

Il tuo discorso mi ha ricordato e suscitato diverse emozioni direi e certe analogie per cui si promuove questa associazione....al discorso del 28 Agosto 1963 rimasto alla storia quello di Matin Luther King...

Viva l'AIC....:104:
 
Ciò che bisogna trasmettere agli acquariofili, ai neofiti come agli esperti, è lo Spirito di Appartenenza, il valore aggiunto che fa sì che ogni persona si senta volontariamente e fortunatamente al centro di un grande progetto, la cultura acquariofila italiana, che grazie a investimenti, tecnica e idee tutti ogni giorno realizziamo, miglioriamo e tramandiamo. Facciamo leva sull'Appartenenza, sulla bellezza di far parte di un gruppo unico, un gruppo così efficiente, compatto ed affiatato senza il quale l'acquariofilo si senta QUASI PERSO...Chi potrebbe rinunciare a qualcosa di simile?

Io sono socio AIC, tramite l'AIC vivo e ho vissuto esperienze eccezionali, conosciuto persone meravigliose e PER ME L'AIC E' APPARTENENZA. Poi chi vogliamo prendere in giro, la maggior parte della quantità dell'acquariofilia si fa in casa, in una stanza, da soli o al max con un paio di persone, ma la QUALITA' dell'acquariofilia si fa nel momento in cui si mette a disposizione tutto per un fine piu' elevato, in un gruppo, nel quale vi è fiducia e desiderio di condivisione e collaborazione.

Che ne dite? lavoriamo sull'Appartenenza? ;)

che altro aggiungere? nulla! riccardo ha scritto quello che penso ma che non sarei riuscito a scrivere cosi bene! l'aic è e sarà un'associazione seria e felici di appartenerci. grazie riccardo di queste tue belle considerazioni.
 
Ciao a tutti, il congresso è stato come al solito bello e piacevole, ma non sono assolutamente d'accordo con Riccardo, la Germania non è assolutamente un paese pattriottico è addirittura più eterogenea dell'Italia e le origini di ciò hanno a che fare con una storia passata in parte comune e non aggiungo altro, ma la situazione acquariologica è mooolto diversa dalla nostra e non solo quella purtroppo.
Io ho esperienze di altre associazioni FOI e ENCI che hanno migliaia di soci, ma offrono un servizio diverso, un servizio professionale e non amatariale, ad es. libri origine, registri anelli, organizzano esposizioni, hanno tantissime sedi locali, ma ad una esposizione ornitologica neanche nazionale, mi viene in mente quella di Monza, sono esposti uccelli per un valore di 100-200.000 € come minimo, all'esposizione canina di Milano ci sono cani per milioni di euro di valore, non voglio pensare ai cavalli; insomma ci sono dei grossi interessi economici che fortunatamente non ci sono con i nostri animali.
I ciclidofili che seguono il forum sono circa 1500 e gli iscritti solo 150, forse possiamo raddoppiare e sarebbe un bene, ma rimarremo sempre una associazione di nicchia; a me piace proprio così, pochi ma buoni, tutti amici senza troppi interessi economici, si allevano i pesci perchè ci piacciono e cercando di tenerli bene.
Lasciamo ai discussofili, ai guppofili o ai bettofili diventare come ornicoltori.


Aggiungo quella che è, secondo me, una cosa importante da cogliere dalla conferenza di Heiko, ha detto: "non ho visto i discus, perchè i pescatori dove sanno che ci sono li vanno a pescare e poi non ci sono più".
Limitiamo l'acquisto di selvatici, lasciandolo fare ai più esperti, stando sempre però attenti a quelle specie con areali molto piccoli e che si sa siano già rare, ad esempio non esaustivo Ophtalmotilapia boops o Pseudotripheus saulosi.

Ciao a tutti
Miles
 
Ragazzi il senso di appartenenza si sente eccome. Sono approdato qua per caso perchè volevo allestire una vaschetta per conchigliofili e ho trovato persone splendide e altamente qualificate che mi hanno fatto scoprire un mondo tutto nuovo dentro al quale catapultarmi. Qua non è come gli altri forum in cui si parla con un avatar, qua si parla con persone serie, preparate e sincere che purtroppo a causa del lavoro ho potuto conoscere solo online e non al congresso. L'iscrizione secondo me "viene da se" dopo un po' che si frequenta il forum e se devo dirla tutta il giorno in cui mi sono iscritto mi sentivo davvero in "fregola", perchè sentivo di ufficializzare la mia presenza e di entrare a far parte di qualcosa di grande.
 
Se nei nuovi arrivati mette radici il senso di appartenenza, vuol dire che l'associazione sta lavorando bene...Avanti tutta, e che tal senso prenda piede sempre di più ;)
 
Riccardo, penso che le tue cosiderazioni siano molto interessanti e meritano una riflessione profonda.

Anch'io mi sono chiesto tante volte per quale motivo il numero dei soci non aumenti senza che questo sia di per sè un obiettivo da perseguire a tutti i costi.
Come dice Miles non potremo mai che essere una nicchia di appassionati, però se è vero come è vero che nei nei negozi si vendono comunque "parecchi" ciclidi, vorrà pur dire che gli interessati a questi pesci sono molti di più di quelli che si avvicinano alla nostra associazione!

Penso anch'io comunque che l'aspetto del senso di appartenenza sia molto importante e credo che si debba lavorare di più per cercare di trasmetterlo.
 
Riccardo ho letto il tuo scritto , lo condivido. La passione unisce , la condivisione rende amici. Le distanze ci limitano , ai congressi non sempre si può presenziare, ma la tecnologia permette di sentirsi vicini e di confrontarsi.
Quindi secondo me e bene dare spazio ai nuovi mezzi che possono metterci in contatto anche se non fisicamente presenti.
Appartenere ad un gruppo è generosità ed altruismo, mettersi a disposizione, non sempre riusciamo a farlo o abbiamo le qualità e la voglia di farlo.
Rinnovo le congratulazioni all'ottimo Presidente Enzo Marino e a tutto il Direttivo che saprà bene mettere a frutto le tue parole Riccardo. Lunga vita all' AIC.
 
io siceramenti un paio di appunti sul congresso appena fatto c'è li avrei da fare....
tutte cose risolvibilissime con un minimo di organizzazione e che non inficiano minimamente il mio giudizio complessivo (ottimo) sull'evento...

1) in tutto lo spazio del convegno c'era solo un cestino della spazzatura
2) nello spazio vasce non c'era pure una sedia
3) siamo sicuri che la stanza scelta per le vasche sia stata la più idonea (vasche pendenti, divise in più stanze e con BARRIERE ARCHITETTONICHE....)
4) al momento dell'allestimento sarebbne stato meglio metterei riscaldatori tutti a 24c° onde evitare spiacevoli conseguenze... (lo so che questo è un controllo che dovevano fare i singoli prima di mettere i pesci in vasca,,,

volevo fare i complimenti a Malawi_cris per le schede delle specie presenti nelli sue vasche cosa che fondamentale per ampliare le nostre conoscenze e, perchè no, divulgarle anche ai passanti..
 
Riccardo, penso che le tue cosiderazioni siano molto interessanti e meritano una riflessione profonda.

Anch'io mi sono chiesto tante volte per quale motivo il numero dei soci non aumenti senza che questo sia di per sè un obiettivo da perseguire a tutti i costi.
Come dice Miles non potremo mai che essere una nicchia di appassionati, però se è vero come è vero che nei nei negozi si vendono comunque "parecchi" ciclidi, vorrà pur dire che gli interessati a questi pesci sono molti di più di quelli che si avvicinano alla nostra associazione!

Penso anch'io comunque che l'aspetto del senso di appartenenza sia molto importante e credo che si debba lavorare di più per cercare di trasmetterlo.

ciao Paolo,
a pro posito di appassionati che comprano ciclidi e poi non si associano, racconto un breve aneddoto, ad un mio amico quattro anni fa regalai una mia vecchia vasca da 70 l, ci si appassionò e comprò una vasca più grande da circa 150 l, in questi anni ha allevato diverse specie di Apistogramma e una coppia di scalari, adesso ha una bella vasca e qualche vaschetta più piccola dove alleva ciclidi, ma anche betta e Taterundina che riesce a riprodurre con facilità, ma non ha nessuna intenzione di associarsi all'AIC, non gli interessa, non ne sente la necessità, i pesci che gli interessano li trova nei negozi! come lui ce ne saranno tantissimi che non hanno voglia di leggersi il nuovo libro di Konogs o di vedere il nuovo video sul Tanganika lungo 3 ore, non mi sembra strano!
ciao
Miles
 
secondo me se uno ha devvero una passione per qualcosa finisce naturalmente per cercare di approfondirla, e per aderire ad un club in cui puo condividere la sua passione , se non è cosi dopo poco smetterà ;non ho mai visto un vero hobbista ,di qualsiasi genere che si fermi alla superficie.Non credo si tratti di un senso di appartenenza ma piuttosto della necessità di poter approfondire la propria passione e condividerla con altri da cui imparare o a cui poter dare il contributo della propria esperienza.
Il ciclidofilo che no legge, non si documenta, non sente la necessita di trovare una comunità con il suo stesso interesse semplicemente non è un ciclidofilo.
 
secondo me se uno ha devvero una passione per qualcosa finisce naturalmente per cercare di approfondirla, e per aderire ad un club in cui puo condividere la sua passione , se non è cosi dopo poco smetterà ;non ho mai visto un vero hobbista ,di qualsiasi genere che si fermi alla superficie.Non credo si tratti di un senso di appartenenza ma piuttosto della necessità di poter approfondire la propria passione e condividerla con altri da cui imparare o a cui poter dare il contributo della propria esperienza.
Il ciclidofilo che no legge, non si documenta, non sente la necessita di trovare una comunità con il suo stesso interesse semplicemente non è un ciclidofilo.

anche secondo me non è un ciclidofilo, infatti i ciclidofili sono pochi, è una persona che tiene un acquario e dei ciclidi e magari li tiene bene!
ma il grado di approfondimento dell'hobby e la passione può essere relativa, io ad esempio non sarei partito con Nene per farmi 4000 km in 3 giorni! e di nuovo non ci trovo nulla di strano.

miles
 
Miles magari non si associa perchè gli manca qualcosa, il desiderio di far parte di una comunità che unisce i ciclidofili italiani. Forse rivaluterà la cosa, forse no. Attualmente non sente l'esigenza di appartenere a tale associazione. La svolta credo sarebbe riuscire a capire come creare (senza inculcare o imporre) l'esigenza di appartenere all'associazione, a quel punto i nuovi soci non mancherebbero di sicuro. Poi che io senta o meno l'esigenza di nuovi soci, questo è un altro discorso ;)
 
Non avevo mica notato che Miles non era socio! lo trovo davvero strano per un appassionato come lui, a me è venuto naturale dopo un po sentirmi parte della comunità, anche se purtroppo per motivi familiari non posso essere di grande aiuto pratico.Con questo non voglio esprimere nessuna critica per chi pur appassionato non sente la necessità di associarsi.
 

Guida Ciclidi


Nuova edizione Ordinala

Anteprima bollettini


Numero 1/2024

• Lethrinops sp. “auritus lion” Lion’s Cove di Morgan Malvezzi
• Coptodon louka. Un pesce di grande adattabilità di Michel C. W. Keijman
• Tropicali in toscana di Lorenzo Tarocchi e Mario Donida Maglio
• La sfida con il pH. La mia esperienza con Apistogramma mendezi. di Stefano Moneta


Arretrati
Indietro
Alto