• ATTENZIONE
    A seguito della migrazione dalla vecchia alla nuova piattaforma, se avete dei problemi di accesso, prima di fare dei nuovi account, inviate una email a segreteria@aiconline.it e risolvo il problema

Laggiù nel Paese dei Ciclidi ...

Ciao Enrico,

No niente di tutto ciò, purtroppo! C'era canna da zucchero sulle strade ad abundantiam, ma scimmie niente ...
Per quanto riguarda i pesci (c'erano "millantamila" specchi d'acqua") non ho notato - in quelli in cui abbiamo curiosato - nulla ma l'abbondanza di uccelli palustri mi lascia pensare che altrove la mattanza fosse in atto ...

Francesco
 
Ciao,

a Silver Lake c'è, sono praticamente ovunque, un "mischione selvaggio” di Agapornis, orbene, assumendo che i “personata” abbiano la testa nera (foto1) non si può fare a meno di notare che alcune teste sono meno nere (foto 2), altre non lo sono (quasi) per niente (foto 3), ma la livrea sembra essere, grossolanamente, la stessa per entrambi.

Poi ci sono gli azzurri/bianchi (foto 4), con teste più o meno nere e ci sono/dovrebbero esserci (ma non sono riuscito a fotografare) soggetti in “azzurro/verde” e, probabilmente, varianti simili. Insomma non c’è tutto ma c’è QUASI di tutto …

Infine (foto 5, 6) conoscendo i comportamenti di questi pappagalli provo ad immaginare che queste siano coppie, non riesco neppure ad immaginare che colori potrebbe avere una eventuale loro discendenza …

Ornitologici e pappagallescamente colorati :68::69::70::71::72::73:saluti.
Francesco

1.jpg 2.JPG 3.JPG 4.JPG 5.JPG 6.JPG
 
Ciao,

Breve "Add-On", per le mie poche cognizioni in materia questo mi pare uno dei più "improbabili" ...

DSC_0018.JPG

E non credo - sto cercando conferma della presenza dei verde/azzurri - che la storia finirà qui ...

Piuttosto mi domando perché (vista la scriteriata serie di rilasci che ha, probabilmente, portato alla presenza di soggetti come quello in foto) la medesima situazione non si verifichi con le cocorita (Melopsittacus undulatus, che qui chiamano Budgerigar o più brevemente Budgie). Si tratta di un'altra specie gettonatissima in SA e non credo che solo gli allevatori di Agapornis siano degli scellerati "rilasciatori" ... quindi?

Qui, all'occorrenza, fa freddo (e anche molto freddo, quest'anno è nevicato): le cocorita soffrono il freddo molto più degli Agapornis? Altro?

... a tal proposito (specie introdotte in ambiente) Wikipedia segnala, come unico insediamento a lungo termine, una consistente colonia nei pressi di St. Petersburg, in Florida, oltre a "gruppi" minori in altre parti degli Stati Uniti e varie località di Porto Rico. Ma il quesito (mi) rimane: perchè Agapornis SI e Cocorita NO?

Ornitologici saluti.
Francesco
 
Hai ragione è strano, però in Europa ormai è pieno di parrocchetti dal collare e monaci.
A Genova c'è addirittura una colonia di Amazzoni e in costa azzurra di cacatua.
Eppure anche da noi il pappagallo più diffuso in cattività è la cocorita.
 
Ciao,

Stamattina chiacchierata botanica. Una botanica "spiccia" dedicata ad un genere di piante le Encephalartos su cui ho posato gli occhi dopo alcuni messaggi scambiati con Miles. Adunque:

ll genere è stato nominato dal botanico tedesco Johann Georg Christian Lehmann, nel 1834.

Encephalartos è un genere - il termine è virgolettato appositamente - di "Cycas" (Fam. Cycadaceae) originario dell'Africa, diverse specie di tale pianta sono comunemente indicate come alberi del pane, palme da pane o pane kaffir, poiché un alimento amidaceo simile al pane può essere preparato dal centro del gambo. In termini evolutivi sono fra le gimnosperme (piante che producono semi non protetti da un ovario) viventi più primitive. Tutte le specie sono in pericolo, l'intero genere è elencato nell'appendice I della CITES (ne è vietato il commercio internazionale tranne che per alcuni motivi non commerciali, come la ricerca scientifica).

Molte delle specie possiedono tronchi robusti. I coni (sostanzialmente le grosse, caratteristiche, “infiorescenze”) maschili sono allungati e possono apparire tre o quattro alla volta. I coni femminili sono, solitamente ma non necessariamente, portati singolarmente e possono pesare alcune decine di chili. In diverse specie il midollo del tronco contiene una copiosa quantità di amido di alta qualità a suo tempo era usato dai nativi come cibo. I loro grandi semi sono costituiti da un nocciolo spesso velenoso coperto da uno strato carnoso commestibile Molti animali (scimmie, uccelli, roditori) se ne nutrono, ma a causa delle loro imprevedibili qualità tossiche non sono raccomandati per il consumo umano.

Essendo noto lo stato di “critically endangered” di praticamente tutto il genere mi focalizzerò (sulla carta non ho avuto occasione di vederla dal vivo) sul Encephalartos woodii (il cui nome onora John Medley Wood, curatore del Durban Botanic Garden e direttore del Natal Government Herbarium of South Africa, che scoprì la pianta nel 1895) che ha un "trascorso" assolutamente singolare.

E. woodi è simile ad una palma: può raggiungere un'altezza di 6 metri, il tronco ha un diametro di circa 30-50 centimetri è il più spesso nella parte inferiore e sormontato da una corona di 50-150 foglie. Le foglie sono lucide e verde scuro, lunghe 150-250 centimetri e carenate con 70-150 foglioline, le foglioline falcate (a forma di falce) sono lunghe 13-15 centimetri e larghe 20-30 millimetri. E. woodii è dioica (quindi ha piante maschili e femminili separate) tuttavia, nessuna pianta femmina è mai stata scoperta.

A tal proposito alcune autorità del settore considerano E. woodii non una vera specie, ma piuttosto un mutante di E. natalensis o un relitto di qualche altra specie. Altri ancora considerano questa pianta un ibrido naturale tra E. natalensis ed E. ferox.

Le uniche piante selvatiche conosciute di E. woodii erano un gruppo di quattro steli di una pianta scoperta da Wood nel 1895 in una piccola area della foresta di Noya, ora conosciuta con il suo nome Zulu di oNgoye (KwaZulu-Natal, in Sud Africa). Un offset basale degli steli principali fu rimosso e inviato a Kew Gardens nel 1899. Tre offset basali furono successivamente rimossi e piantati nei giardini botanici di Durban. In una spedizione del 1907, Wylie raccolse due degli steli più grandi e notò che dei restanti due, uno di loro (il più grande dei quattro steli originali) era gravemente mutilato e non si aspettava che sopravvivesse. Nel 1912 c'era solo un tronco alto 3 metri rimasto in natura, e nel 1916, il Dipartimento Forestale organizzò la rimozione e l'invio all’orto botanico governativo di Pretoria, si pensa che questo tronco sia morto successivamente nel 1964.

Sebbene estinti in natura (EW, secondo ala classificazione CITES), gli esemplari di E. woodii si trovano in molti giardini botanici, istituzioni e collezioni in tutto il mondo (circa 500 individui esistenti, tutti cloni dell’esemplare originale). Tra gli esemplari “europei” va menzionato, almeno, quello presente all'Orto Botanico di Napoli (anche se questo esemplare, secondo alcuni, potrebbe essere morto).

Non sono mai stati trovati - in natura - altri esemplari di E. woodii, quindi tutti gli esemplari conosciuti sono cloni dell'unica pianta maschio conosciuta, che è stata completamente rimossa dalla natura. Per questi motivi, la pianta è considerata estinta in natura.

Encephalartos woodii (come nel caso di tutti i membri del genere Encephalartos), è protetto dalla legislazione nazionale e internazionale: In Sud Africa è necessario un permesso da parte delle strutture di tutela ambientale per spostare, vendere, acquistare, donare, ricevere, coltivare e vendere flora in via di estinzione e possedere cicadee adulte, tale dettato si applica, ovviamente, anche alle Encephalartos. Il materiale raccolto in natura non può essere commercializzato. Ogni singola pianta di Encephalartos coltivata artificialmente (o pezzo di pianta, cono, polline o seme) per essere trasportato oltre un confine internazionale richiede un permesso di esportazione CITES rilasciato dall'autorità del paese esportatore e un permesso di importazione CITES rilasciato dall'autorità del paese importatore.

Nel dettaglio gli orti botanici sud-africani che trattano (allevano e vendono a caro prezzo) piante del genere Encephalartos rilasciano all’atto dell’acquisto una sorta di “permesso temporaneo di detenzione” della durata di 60 giorni lasso di tempo durante il quale l’acquirente dovrà esplicitare, alle competenti autorità, il possesso della tale pianta (indicando genere e specie).

Per strano che possa sembrare la biblioteca (aperta al pubblico per la vendita) dell’Orto Botanico di Pretoria non disponeva di un libro (e neppure di un semplice opuscolo) esplicativo su un simile “tesoro botanico”!!! Ci sono rimasto molto male e come fonte di informazione mi sono risolto, anche per motivi di praticità, a fare affidamento su Wikipedia (come spesso mi accade).

Ed ora, come d'uso, il Photo-addendum (immagini scattate all'Orto Botanico di Pretoria, nell'agosto scorso):

  • 01 - Encephalartos sp.
  • 02 – Coni e semi
  • 03 – Cono in dettaglio
  • 04 – Cono di Encephalartos lebomboensis,
  • 05 - Encephalartos lehmmannii,
  • 06 - Encephalartos altensteinii (confrontare le dimensioni della pianta con Leonardo e Stefania che la osservano da vicino)
  • 07 - Encephalartos frederici-guilielmi,
  • 08 - Encephalartos laevifolius,

01 - Pianta.jpg 02  -Coni e semi.jpg 03 - Cono, in dettaglio.jpg 04 - Cono di Encephalartos lebomboensis.jpg 05 - Encephalartos lehmmannii.jpg 06 - Encephalartos altensteinii.jpg 07 - Encephalartos frederici-guilielmi.jpg 08 - Ecephalartos laevifolius.jpg

Botanici - e protezionistici - saluti.
Francesco
 
Ciao,

Nell'agosto appena trascorso nostro figlio Leonardo è venuto a trascorrere un pò di giorni (una ventina, pochi!!! Sa Iddio, per di più, quando lo rivedremo ... TRISTESS!!!) qui da noi.

Quella che segue è una parte - quella "terrestre" - del nostro diario di viaggio:


La parte relativa a iSimangaliso Wetland Park seguirà (spero) ... :104:.

Francesco.

PS: Le immagini in movimento sono state riprese con una G*Pr* (installata sul cruscotto della nostra auto), mi aspettavo una resa migliore. :emoticon-arrabbiate-08.
Gli "scatti" sono frutto di una N*kon :emiticon_3d_Yes:: la differenza c'è, e si vede!!!
 
Ultima modifica:
Ciao,

Ed eccoci a Moreleta Park ...

Moreleta Park o, per citare il suo nome in lingua locale, Moreltakloof (Nature Reserve) dista – dal luogo in cui viviamo – una dozzina di chilometri. È una delle tante “riserve urbane” (a Pretoria ce ne sono no so quante) in cui sono stati “espiantati” (trasportandoli altrove) i carnivori permettendo, in tal modo, di camminare liberamente a piedi.
.

Moreleta Park.jpg


Va detto, però, che un paio di settimane fa (a conferma di voci che avevo già raccolto circa la loro presenza) i giornali locali riportavano la “cerca”, da parte degli organi competenti, di un leopardo avvistato, da più parti/persone, in città! Poi la cosa è caduta nel dimenticatoio, speriamo sia andato a cacciare altrove …

Moreleta Park, appunto … ha un’estensione di circa 100 ettari ed è caratterizzata da una alternanza di zone piantumate ed ombrose (che con il caldo di questi giorni …non bastano ma aiutano) bagnate da piccoli corsi d’acqua, di zone più secche (in alcuni casi addirittura aride) e da quello che vorrebbe essere un laghetto ma è, in realtà, un grande, semi paludoso, canneto.

Sono segnalate come presenti zebre, differenti antilopi, struzzi (cui è sempre bene dedicare un occhio di riguardo) e molti uccelli. Non siamo stati particolarmente fortunati: l’unica zebra la abbiamo avvistata mentre vagava, in cerca di non so cosa, nel parcheggio (!!!) mentre alcuni Springbok stazionavano all’ombre, per difendersi dal sole canicolare, esattamente di fronte ai servizi igienici …

Francesco

20230917_105015.jpg 20230917_105506.jpg 20230917_105938.jpg 20230917_111319.jpg
 
... ma l’Africa sa, quando vuole, essere generosa e ci ha regalato l’incontro con la più grossa testuggine che abbia mai avuto la ventura di incontrare in natura. Sfoggiando una taglia di circa 40 centimetri ed un carapace segnato dalle battaglie se ne stava, anch’essa, tatticamente infrascata all’ombra. Mi sono domandato, senza spermi dare risposta, se la sua presenza nella zona più secca fra quelle attraversate fosse causale o meno. Suggerimenti su “chi fosse” sono ben accetti …

04.jpg 01.jpg02.jpg 03.jpg
 
Ed infine ...
Altro incontro interessante – “cactussofili” a me!!! – è stato Cereus hexagonus.

La pianta (originaria della Guyana, Guyana francese, Suriname, Venezuela) può raggiungere altezze di crescita fino a 15 metri. I germogli cilindrici, segmentati, verde chiaro hanno un diametro fino a 12 centimetri e oltre presentando da quattro a sette “costolature” sottili e ondulate (alte da 3 a 5 centimetri). Le areole su di esso sono piccole, le spine mancano sui giovani germogli o sono presenti solo alcuni. I germogli più vecchi presentano 8 a 10 (o più) spine disuguali per areola. Le spine (lunghe sino a 5/6 centimetri) sono, inizialmente, marroni diventando più chiare col passare del tempo. I fiori bianchi sono lunghi da 20 a 25 centimetri. I frutti a forma di uovo hanno dimensione da 5,5 a 13 centimetri sono di colore rosso chiaro.

... AND THAT'S ALL FOLKS!!!

Cereus exagonus.jpg
...
 
... ma l’Africa sa, quando vuole, essere generosa e ci ha regalato l’incontro con la più grossa testuggine che abbia mai avuto la ventura di incontrare in natura. Sfoggiando una taglia di circa 40 centimetri ed un carapace segnato dalle battaglie se ne stava, anch’essa, tatticamente infrascata all’ombra. Mi sono domandato, senza spermi dare risposta, se la sua presenza nella zona più secca fra quelle attraversate fosse causale o meno. Suggerimenti su “chi fosse” sono ben accetti …

Vedi l'allegato 40518 Vedi l'allegato 40519Vedi l'allegato 40521 Vedi l'allegato 40522
E' una bellissima tartaruga leopardo, Stigmochelys pardalis, al Meserani Snake Park vicino Arusha hanno degli esemplari giganteschi
 
Ciao,

Breve add-on, con le news della notte: c'è stata (come era stato annunciato) buriana anche se non ci si aspettava fosse così forte: il locale servizio meteorologico ha definito l'evento URAGANO DI LIVELLO 1.

Ad un certo punto c'è stato - diciamo così - il "si salvi chi può". Noi eravamo in casa ed i danni si limitano alla perdita della voliera che il vento ha sollevato e scaraventato laggiù. Altri sono stati meno fortunati.

Come la piccola antilope (un Diuker) in foto che in preda alla paura più nera ha pensato (immagino) di trovare rifugio nel nostro giardino ma, cercando di saltare attraverso il cancello, ha sbagliato le misure ...

Questa la mattina la abbiamo trovata (malconcia ma viva) come in foto. Liberarla non è stato semplice, diciamo che ha collaborato ... POCO!!!

Saluti soccorritorii.
Francesco

PS: qualcuno, con faccia stupita, mi ha chiesto perchè non ne avessi fatto ... salcicce! Tutto sommato è stata doppiamente fortunata ... :104:

1.jpg 2.jpg 3.jpg
 
Ciao,

Breve add-on, con le news della notte: c'è stata (come era stato annunciato) buriana anche se non ci si aspettava fosse così forte: il locale servizio meteorologico ha definito l'evento URAGANO DI LIVELLO 1.

Ad un certo punto c'è stato - diciamo così - il "si salvi chi può". Noi eravamo in casa ed i danni si limitano alla perdita della voliera che il vento ha sollevato e scaraventato laggiù. Altri sono stati meno fortunati.

Come la piccola antilope (un Diuker) in foto che in preda alla paura più nera ha pensato (immagino) di trovare rifugio nel nostro giardino ma, cercando di saltare attraverso il cancello, ha sbagliato le misure ...

Questa la mattina la abbiamo trovata (malconcia ma viva) come in foto. Liberarla non è stato semplice, diciamo che ha collaborato ... POCO!!!

Saluti soccorritorii.
Francesco

PS: qualcuno, con faccia stupita, mi ha chiesto perchè non ne avessi fatto ... salcicce! Tutto sommato è stata doppiamente fortunata ... :104:

Vedi l'allegato 40524 Vedi l'allegato 40525 Vedi l'allegato 40526
Spero che quel ferro che ha avuto nella pancia non gli porti infezioni e morte.
 
Ciao,

NO! Non credo, sollevandola non ho visto ferite "vere", era vigile e l'istinto di fuga era presente e "ben attivo".

Forse riuscire a portarla da un veterinario non sarebbe stato male ma non è stato possibile (troppo rapida è stata la sua fuga). Ciò non di meno sono ragionevolmente ottimista. Di solito "orbita" nei dintorni (sfruttando un boschetto qui vicino) anche se è lontano dalla "Game Reserve", dove dovrebbe vivere.

Se tutto va come deve non dispero di (ri)incontrarla.

Francesco
 
Ciao,

Oggi è tornata! A volte ritornano ...

La ho trovata a brucare nella (piccola) parte esterna del nostro giardino: mangia, respira tranquilla, si muove normalmente (forse è un pò lenta ...). Dovrebbe farcela!!!

Francesco

A volte ritornano.jpg
 
Ciao,

A Cullinan (paesino mineriario ad un passo da Pretoria) siamo andati in moto.

Siamo andati in moto 1.jpg

Quello che segue è il racconto - principalmente per immagini di come è andata. VROOOMMMMM!!!

Francesco
 
Cullinan (village) è nato nel 1903 quando venne scoperto uno dei più grandi filoni diamantiferi del pianeta (che, per inciso, ancora produce profittevolmente) la visita non può che cominciare da McHardy House, per l'appunto edificata nel 1903, come alloggio del primo direttore della miniera. Tutto è rimasto come (quasi) allora.

01: la casa
02: la spiega
04/06: due delle stanze, ariose, spaziose e ben arredat (ovviamente per il gusto dell'epoca)
05: la serratura della porta principale (perdonate il bevero portachiavi) è quella originale, anno 1903, e funziona perfettamente! Idem per ben più recente (1929!!!) frigorifero che, però, non ho avuto la ventura di poter fotografare.

Saluti residenziali.
Francesco


01.jpg 02.jpg 04.jpg 06.jpg 05.jpg


Poi una curiosità, in foto indosso gli occhiali (anch'essi risalenti al principio del secolo scorso) che furono del "direttore". Calzano come un guanto a dimostrazione di una fattura eccellente ma le lenti ... contribuiscono all'espressione "non proprio intelligente" :emoticons-allegre-6 che ho in foto (che non capisco perchè sia caricata in maniera errata).

Occhiali del 1903.jpg
 
Ultima modifica:
il Cullinan Village, quello (che resta) vero e proprio: una schiera di case piccole e, ben curate, che furono gli alloggi dei dirigenti dell'epoca sono il punto focale del "vecchio" Cullina Village. attualmente sono bistrot, pub, ristoranti e ... gioiellerie! La popolazione locale vive in un sito (stesso nome) appena distante.

abitativi saluti.
Francesco


20230924_104403.jpg
 
Ultima modifica:
Cullina (Diamond Mine, stavolta),

La più grande miniera a cielo aperto del mondo, la cui voragine (dove si estrae la Kimberlite al cui interno sono annidati i diamanti veri e propri) è talmente profonda da essere, dicono, monitorata (ad evitare catastrofici smottamenti) via satellite ...

Qui sono stati estratti i tre diamanti più grandi al mondo. Il primo fa, non stupisce vista la storia passata del paese, del Tesoro della Corona di Gran Bretagna mentre il terzo venne donato (!!!) da Richard Burton a Liz Taylor (e scusate e se è poco).

A me la visita NON è piaciuta: sotto un sole canicolare si attraversa una sorta di gigantesco cimitero industriale (le parti attive dell'impianto, viste le cifre in gioco sono off-limits) per arrivare al limitare della "buca" dove si può ammirare l'ennesimo scempio ambientale perpetrato nel nome del progresso ... Money makes world go around!

Ed ora, come al solito, foto;

A) La spiegazione prima di accedere fa presente come sia strettamente proibito raccogliere qualsiasi "sasso scintillante" si possa incontrare! :emoticons-allegre-6
I) tesserino visitatore, le procedure di accesso in teoria ristrettissime si sono inceppate più volte (e questo conferma la mia idea che la parte "vera" stia altrove)
F) Caschetto di sicurezza in capo e si va!!!
G) All'ingresso, il caldo comincia a farsi fastidioso ...
M) Appunto, il cimitero di rottami da attraversare ci cui, massimamente, consta la visita.
P) Attenzione a dove mettete mani/piedi e quanto di altro ... :emoticons-allegre-6
Q) La buca, ovvero la miniera.
T) Il dettagliatissimo plastico che spiega la reale giacitura del sito e che conferma come ti facciano vedere gli "scarti".

Saluti minerari
Francesco

A.jpg I.jpg F.jpg G.jpg M.jpg P.jpg Q.jpg T.jpg
 
Ultima modifica:

Guida Ciclidi


Nuova edizione Ordinala

Anteprima bollettini


Numero 1/2024

• Lethrinops sp. “auritus lion” Lion’s Cove di Morgan Malvezzi
• Coptodon louka. Un pesce di grande adattabilità di Michel C. W. Keijman
• Tropicali in toscana di Lorenzo Tarocchi e Mario Donida Maglio
• La sfida con il pH. La mia esperienza con Apistogramma mendezi. di Stefano Moneta


Arretrati
Indietro
Alto