SEGUE:
Variazioni del colore del mantello.
Tigri bianche: sono conosciute da molto tempo, infatti il primo di questi felini bianchi fu scoperto verso il
1820. Non sono considerate delle vere
albine e sono caratterizzate da strisce nere o marroni e occhi azzurri/blu. La variazione di colore è considerata una mutazione causata da un gene recessivo che inibisce la pigmentazione gialla del mantello alterando anche il colore delle strisce. Per le tigri bianche, come la sottospecie del Bengala, sono comuni alcuni disordini come lo strabismo e il sistema immunitario indebolito (
a me è stato riferito solamente di una più marcata insofferenza all’elevata luminosità, circostanza che costringe le tigri bianche a tenere gli occhi socchiusi a scopo, appunto, protettivo). È stato confermato, da specifiche analisi genetiche che questo gene è unico della tigre del Bengala (e che gli esemplari di tigri siberiane bianche sono in realtà incroci di tigri siberiane e del Bengala).
Tigri bianche senza strisce: derivano da un'ulteriore modifica genetica che ha
"rimosso" la maggior parte delle strisce che normalmente caratterizzano la tigre bianca, rendendo l'animale di un colore somigliante al bianco puro, ciò però non le rende delle vere albine. Anche in questo caso si tratta (tratterebbe) di incroci effettuati in cattività allo scopo di ottenere questa variante.
Tigri arancioni: Le tigri
Golden (Panthera tigris tigris o Tiger Golden Tabby o strawberry tiger) sono una variazione di colore estremamente rara della tigre del Bengala, ancora una volta causata da un gene recessivo. Tali tigri hanno pelliccia color oro molto chiaro, gambe di un bianco pallido e strisce di color arancio debole. La loro pelliccia tende ad essere molto più spessa del normale rispetto ad altre tigri.
Tigri blu: la tigre maltese o tigre blu, è una forma di colorazione
non provata della tigre, segnalata in gran parte dalla provincia cinese di Fujian. Si dice che abbiano una pelliccia blu scuro a righe grigie. Diversi autori ne parlano nei loro trattati, ma non è stata ancora provata la trasmissione di questo carattere. Si ritiene, quindi, che le tigri di colore blu o nero possano essere degli esemplari cromaticamente aberranti.
Tigri nere: come per la Tigre blu non esistono reali prove dell'esistenza di questo tipo di colorazione, anche se è stata parecchie volte segnalata l'esistenza di tigri nere, somiglianti a pantere nere, nella giungla di Travancore.
Distribuzione sul territorio.
Un tempo i territori occupati dalla tigre ricoprivano, quasi, l'intera Asia. Ma, nel 20° secolo, le tigri sono progressivamente scomparse dalle zone di sud-ovest ed in tutta la zona centrale dell'Asia, nonché dalle due isole indonesiane di Giava e Bali, da vaste aree del Sud-Est ed Asia orientale. Allo stato attuale le tigri hanno perso il 93% del loro areale
. Secondo il WWF, nel 2016, rimanevano nel mondo circa 3890 esemplari di tigre allo stato selvatico (nel 1900 erano circa 100.000, nel 1980 ancora 21.500 circa). Attualmente la tigre è/sarebbe presente in Bangladesh, Bhutan, Birmania, Cambogia, Cina, Indonesia, Laos, Malaysia, Nepal, Russia, Thailandia e Viet Nam. Probabilmente sono presenti degli esemplari in Corea del Nord ma non vi sono prove recenti a conferma. Ad oggi, stante l’intervento umano a scopo protezionistico, popolazioni di tigri allo stato brado sono presenti in Sud Africa.
Habitat.
La tigre occupa più di duecento diversi tipi di habitat: dalle foreste pluviali tropicali ai boschi di conifere e betulle sino alle aree di mangrovia, dimostrando un'elevata adattabilità nell’affrontare zone climatiche completamente opposte tra loro (da quelle umide e calde ad aree estremamente rigide e nevose dove le temperature possono essere le estremamente basse, -40 gradi Celsius). In Bhutan sono stare trovate e fotografate tracce di impronte di tigri che dimostrano la loro presenza a quote comprese fra i 3700 e i 4300 metri. Si ignora se tale condizione sia dovuta alla crescente pressione antropica oppure se la tigre sia in grado di vivere a tali altezze, semplicemente non vi erano mai stati riscontri del genere in precedenza. Gli ambienti adatti alla tigre, presentano tre caratteristiche di valore primario: abbondanza di fonti d'acqua; un'elevata presenza di vegetazione che conferisce una buona zona di caccia e un buon riparo, presenza - da cacciare per sopravvivere - di prede abbondanti.
Riproduzione/Comportamento.
L'accoppiamento fra tigri può verificarsi in un qualsiasi periodo dell'anno, ma è più comune tra il mese di novembre e il mese di aprile. Gli accoppiamenti sono molto frequenti perché il periodo di fertilità della femmina dura pochi giorni, ed i ripetuti, ravvicinati, accoppiamenti aumentano le possibilità di fecondazione. La tigre femmina partorisce da sola, dopo un periodo di gestazione è di circa 93-114 giorni (3-4 mesi). Abitualmente vengono alla luce circa 2-4 cuccioli (si è registrato un massimo di sette). Il peso si aggira intorno ad 1 kg ciascuno (750-1600 grammi), i cuccioli sono contraddistinti, alla nascita, dalla totale cecità e dalla completa impotenza nel compiere grandi movimenti. L'allevamento dei cuccioli è in gran parte sostenuto dalla madre, tuttavia sono documentati gruppi famigliari di tigri del Bengala composti da entrambi i genitori. È stato anche osservato come in caso di morte della madre, sia il padre ad assumersi la piena responsabilità dei piccoli. La femmina di tigre torna in uno stato fertile dopo venti mesi dal precedente parto. Questo stato di cose dura fino ad un'età di 14 anni.
END OF PART TWO