PREMESSA
Questo è il primo di una serie di topic che abbiamo voluto dedicare a chi si avvicina all'allevamento dei ciclidi ed è alla ricerca di indicazioni su come orientarsi per cominciare.
Generalmente i nuovi arrivati aprono un topic chiedono consigli prima su come operare per allestire una vasca per i ciclidi del Malawi e poi quali pesci scegliere.
Già questa è la soluzione meno indicata ,perchè è basilare prima decidere la specie da allevare e poi costruire una vasca adatta a questa specie.
Quasi sempre il filo conduttore di queste domande e le relative risposte sono le stess e a volte queste ultime non sono elaborate e dettagliate come si dovrebbe fare e per aiutare in maniera concreta chi letteralmente "non sa che pesci pigliare".
Il fondamentale di questo topic non è certo quello di voler rimandare ad una banale lettura coloro che curiosi e assetati di conoscenza si affidano a noi fiduciosi di risposte risolutive ,. ne tantomeno esprime la volonta di non voler considerare le loro richieste perche sono tutte simili.
Non si vuole pertanto precludere il fatto che queste persone si rivolgano a tutti con un topic specifico sul progetto della loro vasca ..anzi lo scopo è che proprio su un supporto di conoscenza e concreto con già una serie di risposte ai quesiti basilari si sviluppi un progetto che sia in grado di garantire soddisfazioni e successi.
In questo modo anche le risposte di chi ha un pochino di esperienza in più ,saranno mirate agli interessi specifici , meno generiche e ripetitive .
E' dunque perche si ritiene importantissima la fase iniziale e per mettere tutti noi in condizioni di dare delle indicazioni semplici , ma che possano davvero essere utili per farsi un idea e partire con il piede giusto , nasce questa iniziativa.
Iniziativa che è stata promossa per prima dal Sito Malawitosi con un topic aperto da uno dei moderatori, Mimmo Genchi ,la conoscenza del quale è stato uno dei più bei regali che mi ha donato la mia passione ormai quasi quarantennale per i ciclidi.
Il suo lavoro era cosi ben impostato che abbiamo pensato di riportarlo quasi nella sua integrità .
Da parte mia ,mi sono permesso di apportare qualche piccola modifica e di inserire qualche ulteriore spunto che mi auguro non abbia snaturato il bel lavoro di Mimmo.
Inoltre abbiamo preso la decisione di implementarlo con un contributo fotografico che riteniamo possa essere apprezzato e che verrà inviato anche al sito Malawitosi- .
Poiché e AIC , non è e non vuole essere solo Malawi uno dei nostri obiettivi è aprire in futuro sezioni dedicate allo start up di vasche anche per ciclidi provenienti da altre aree.
Con questo sono dunque a sollecitare la collaborazione dei tanti nostri amici esperti in Tanganica , Vittoria e ciclidi centro e sud americani ..e vorrei poter dire anche del Madacascar ..ma qui temo che a parte le esperienze di pochissimi (Francesco Zezza e Roberto Barbuti da quanto so io )toppo poche possano essere le nozioni che abbiamo su questi pesci particolarissimi.
Cosa importate, questo topic, solo divulgativo e di informazione sarà chiuso per evitare che si riempia di interventi…. e solo chi l'ha realizzato potrà modificarlo .
Chiederei a tutti coloro che lo leggono e ritenessero di avere altre cose da aggiungere o altro materiale fotografico per implementarlo , di mandarmi un MP con testi e foto in modo che possa continuamente aggiornarlo.
Grazie anticipatamente per i Vostri contributi
e ora buona lettura tutti
Cichlid dream
Fabio
MALAWI COSA SAPERE PRIMA DI COMINCIARE
In collaborazione con:
www.malawitosi.it
Articolo di: Mimmo GENCHI
I PESCI
I ciclidi del Malawi vengono equiparati ai pesci corallini di barriera, per le loro livree appariscenti (si pensi alle Aulonocara, non a caso denominate “peacocks” – pavoni).
FOTO AULONOCARA MAISONI CHITIMBA
Normalmente le femmine hanno colori scialbi,
FOTO FEMMINA AULONOCARA BLU NEON HIGGA REEF
anche se esistono alcune specie le cui femmine sono belle quanto i maschi, se non di più.
FOTO PLACIDOCHROMIS PHENOCHILUS LIPINGU FEMMINA IN INCUBAZIONE
Solitamente si suggerisce di inserire delle specie in vasca in formazione di almeno “trio”,
Questa parola sicuramente ricorrente tra noi ciclidofili significa un maschio e due femmine ( anche se più femmine non fanno mai male).
Questo è preferibile perché serve a evitare che i maschi, sempre alla ricerca di femmine con le quali accoppiarsi ,sviluppino atteggiamenti eccessivamente aggressivi nei confronti delle stesse.
In parole povere si cerca di frazionare distribuire l’interesse che i maschi hanno nei confronti delle femmine, ovviamente a scopo riproduttivo su più esemplari in quanto la loro irruenza, riversata con una sola femmina, potrebbe anche portare a problematiche conseguenze.
Un cosa da considerare sempre nella terminologia ciclidofila e aquariofila in generale è che quando si deve indicare il numero di pesci per specie si utilizzano 2 numeri divisi da una barra.
Il primo numero rappresenta il numero di maschi , il secondo quello delle femmine che abbiamo visto dovrebbero essere sempre almeno 2 per ogni maschio..
Sulla scorta di questo quando parleremo di trio potremmo anche scrivere 1/2 se ci riferiamo a un gruppo di 2 maschi e 4 femmine scriveremo 2/4 .
I ciclidi del lago Malawi , si suddividono in 2 grosse categorie:
GLI MBUNA
Foto di Vasca mbuna scattata al congresso AFC di Nancy
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- Mbuna: nella lingua dei locali significa “battitori di pietra” per via della loro abitudine di alimentarsi grattando lo strato di alghe che ricopre i sassi tra i quali vivono. Il loro habitat, infatti, è roccioso.
Foto Subaquea di Tumbi di Marco Isidori
Per essere preciso gli mbuna , non si nutrono solo di alghe,quanto piuttosto , della copertura biologica definita dai tedeschi Aufwuchs” un altro nome che spesso ricorre negli appassionati di ciclidi dei grandi laghi africani .
L’aufwuchs è una sorta di panacea e di pozione magica di cui tutti i ciclidofili vorrebbero poter disporre, costituita appunto da alghe , diatomee microrganismi animali , piccoli invertebrati crostacei larve di insetto e via dicendo.
Ogni specie di mbuna è in grado di alimentarsi prelevando dalla copertura presente su una roccia solo la parte di nutriente a lei consona .
In definitiva sulla stessa roccia ,possono mangiare specie differenti ,ognuna delle quali o preleva nutrienti diversi dalla copertura.
Questo miracolo rappresenta l’espressione di un adattamento alimentare che permette a più specie di vivere nello stesso ambiente con successo e senza entrare in competizione ,ed è quello che tanto affascina noi ciclidioti ,
Foto MAYLANDIA ZEBRA MAISON REEF IN FASE DI SCRAPING DELLE ROCCE PER ALIMENTARSI
La stretta correlazione che hanno gli mbuna con l’ambiente roccioso che li circonda fa intuire il motivo ,per cui ogni mbuna considera il proprio territorio non è soltanto un luogo in cui ripararsi o riprodursi, ma una vera e propria dispensa alimentare che viene difesa con accanimento ..
Facile capire, da qui, quanto sia spiccata la loro territorialità e quanto possano essere continue le lotte per la conquista o difesa dei territori.
Va anche detto che sotto il nome mbuna vengono raccolte anche molte specie onnivore (si nutrono anche di invertebrati e/o molluschi che trovano nella sabbia o nelle spaccature dei sassi).
Foto MELANOCHROMIS LABROSUS
FOTO MELANOCHROMIS JHOANNI
Altre , sono planctivore (si nutrono di plancton prevalentemente fitoplancton e diatomee alche unicellulari, ma anche zooplancton).
[FOTO CYNOTILAPIA SP HARA GALLIREYA REEF
Foto CYNOTILAPIA AFRA COBUE'
Addirittura ci sono anche mbuna insettivori che salgono sino a pelo d’acqua e bollano alla caccia di insetti (leggi zanzare)
FOTO PSEUDOTROPHEUS WILLIAMSI MAKONDE
Caratteristica che fa molto apprezzare gli mbuna è che vi sono alcune specie che hanno la caratteristica di avere il maschio di un colore ( generalmente blu) e la femmina di un altro ( generalmente giallo)
Foto MAYLANDIA MSOBO MAGUNGA MASCHIO.
FOTO MAYLANDIA MSOBO MAGUNGA FEMMINA
NON MBUNA
Non mbuna: anche detti “haps”, abbreviativo dell’inglese Haplochromines, reminescenza del primo nome col quale furono classificati tutti questi pesci. Anche tra loro anzi forse addirittura in misura maggiore rispetto a quanto avviene per gli mbuna di vi sono pesci che si alimentano in modo diverso sfruttando in modo esemplare tutte le risorse disponibili.
Esistono anche qui specie che si nutrono di aufwuchs (non appartenenti al gruppo degli mbuna)
Foto Protomelas taeniolatus namalenje
Altre specie , si nutrono invece di invertebrati e molluschi
Foto LICHNOCHROMIS ACUTICEPS
foto Tramitichromis lituris Mdoka
Molti sono predatori di pesci.
Foto Buccochromis nototaenia
Foto Sciaeniochromis Fryery
Altri ancora pur essendo carnivori , si nutrono in prevalenza di zooplancton
Foto Copadichromis crysonotus real
Foto Copadichromis ilesi Nkanda
Nella maggior parte dei casi i non mbuna raggiungono dimensioni maggiori degli mbuna e in taluni anche ragguardevoli.
Foto Taeniolethrinops laticeps
Foto Fossorochromis rostratus
Gli habitat da loro frequentati possono essere sia gli stessi rocciosi degli mbuna (pensiamo agli haps che si nutrono di copertura algale o dei predatori di piccoli pesci e avannotti)
Foto Marco isidori
Immagine:
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come ambienti sabbiosi (dove l’assenza – o limitata presenza - di rocce lascia scoperta la sabbia all’interno della quale essi scovano piccole prede) o infine aree intermedie dove la presenza sia di sabbia che di sassi può favorire la presenza di pesci che, magari, sfruttano la sabbia come zona dove ricercare il cibo , e i sassi come rifugio o alcova.
LA VASCA
Volendo allestire una vasca adatta a questi pesci, e data l’elevata territorialità, specie in fase riproduttiva, di questi, non dovremo prenderne una che abbia un lato lungo minore di un metro e un litraggio inferiore ai 180-200 litri. In questa potremo inserire al massimo 2 specie di pesci, sempre in formazione di “trio” (un maschio e due femmine –), scelti tra i più tranquilli. Man mano che il litraggio/dimensioni_vasca crescono, abbiamo la possibilità di inserire pesci di maggiore stazza, di maggiore aggressività o un maggior numero.
L’ARREDAMENTO
A seconda delle specie scelte, e rifacendoci a quanto scritto in relazione all’habitat da esse frequentato, creeremo un ambiente più o meno roccioso. Partiremo dal fondo, usando una sabbia fine (di solito quella usata in edilizia che si trova nei brico center in sacchi da 25-30 kg al costo di pochi euro va benissimo) di colore non troppo chiaro (potrebbe dar fastidio alla vista dei pesci e inoltre ne inibirebbe la colorazione), ben lavata. Sotto la sabbia è consigliabile posizionare, magari siliconandolo al fondo, un foglio di polistirolo/polistirene/gomma di almeno 1 cm di spessore che possa preservare il vetro da urti accidentali dei sassi che inseriremo. Quanto ai sassi, sarebbe preferibile, ai soli fini estetici, sceglierli di colore uniforme, per dare quel senso di “naturale” all’allestimento. La loro quantità e la loro disposizione varierà in base alle specie ospitate. La loro tipologia, invece, non ha moltissima importanza. Ai pesci non importa che siano dolomitiche o calcaree. Quel che importa è che non siano taglienti o abrasive. Può capitare, infatti, che un pesce inseguito si graffi o tagli con le conseguenze che una ferita può produrre. In linea di massima, l’uso di ciottoli di fiume arrotondati è il più comune, ma lo spazio alla fantasia va comunque lasciato. Le piante sono poco presenti nel lago e si limitano a Vallisneria e ceratophyllum demersum. Sono presenti in determinate aree sabbiose, popolate da pesci che tra esse si nascondono per sferrare attacchi, per nascondersi o che da esse traggono nutrimento. Nella zona rocciosa popolata da mbuna, ad esempio, non sono presenti. Questo, però, non ci impedirà di inserirle nel nostro acquario, se soddisfa la nostra vista e il nostro gusto, anche se spesso può capitare che i pesci le sradichino o le mangino se collocate dove a loro non fa piacere.
FILTRAGGIO E ILLUMINAZIONE
Sono pesci che sporcano parecchio per cui tendenzialmente i filtraggi sono sovradimensionati rispetto allo standard, anche se il buon filtraggio inizia dalla buona conduzione della vasca, con la giusta somministrazione di cibo per evitare che possa avanzare, dal corretto popolamento per evitare affollamenti inutili e dai frequenti cambi d’acqua. Ciononostante c’è chi adotta il sistema del solo filtro interno normalmente presente negli acquari commerciali, chi aggiunge un filtro esterno, chi utilizza il solo esterno o il doppio esterno. Purtroppo non c’è una regola che possa dire quando e cosa vada usato. Può dipendere anche dalle dimensioni della vasca, dal tipo e quantità di abitanti ed altri fattori. Talvolta la necessità di un maggiore filtraggio la si scopre solo con l’uso della vasca.
La luce, al contrario, è la cosa meno importante, se non fosse per la necessità, per vasche popolate da mangiatori di alghe, di farne sviluppare. Tuttavia non sono necessari tutti i watt presenti nei plantacquari. La luce che basta a vedere i pesci sarà sufficiente e, inoltre, limiterà la loro timidezza se non troppo forte. Si consiglia, in giro, l’uso di lampade attiniche (blu) per l’enfatizzazione dei toni blu spesso presenti su questi pesci, ma personalmente ritengo li falsi, piuttosto e suggerisco sempre di cercare di ottenere le migliori colorazioni con giusta alimentazione, popolamento e arredamento. L’utilizzo di lampade che vanno dai 6500 °K ai 10000 è il più consueto.
LO SFONDO
Oscurare il vetro di fondo (ma anche i laterali!) non ha solo utilità estetica per dare un maggior senso di profondità alla vasca, ma ha fondamentale importanza per i pesci. Un sasso appoggiato ad un vetro trasparente, non creerà, infatti, una tana in cui sentirsi "al sicuro" come se il vetro fosse chiuso. Quindi è essenziale chiudere alla vista almeno il vetro posteriore. Chiudere anche i laterali è senz'altro meglio. Molti usani gli acquari per dividere 2 ambienti della casa e si chiedono come possano risolvere la cosa. E' semplice, non la risolvono. Stiamo parlando di esseri viventi e non di soprammobili, le loro esigenze vengono prima di ogni altra cosa.
ESEMPI PRATICI
Più grande è la vasca , più pesci potremo inserire. Oppure potremo inserire pesci più grossi o, ancora, pesci più territoriali… lo spazio, insomma, è fondamentale. Cercherò di fare degli esempi che possano essere utili ai novizi, precisando, ciononostante, che non esistono regole ben precise. Un pesce che convenzionalmente necessita di una vasca da 2 metri può essere anche successo che qualcuno l’ha allevato in vasche da 120 cm, ma sono certo si sia trattato di casi particolari o di allestimenti particolari, magari portati avanti da ciclidofili di innegabile esperienza. Come direbbero a qualche show televisivo: don’t try this at home.
- Vasca da 100 cm:
Si puo inserire un trio scelto tra tutte le specie del genere Aulonocara, preferibilmente del gruppo delle stuartgranti ad esclusione delle grosse psammofile possono andare bene:
ecco lcuni esempi:
Aulonocara stuartgranti chilumba
Foto A stuartgranti chilumba
Foto Aulonocara maleri maleri
Foto Aulonocara maleri cipokae
Foto Aulonocara maisoni chitimba
Foto Aulonocara steveni blue neon
Foto Aulonocara Hueseri
Foto Aulonocara Chiloelo
Aulonocara mamalela è invece appartiene al gruppo delle jacofreibergi ( che di solito amano stare più rintanate nelle rocce e sono un pochino più aggressive)
Tutte sono molto belle e ben si adattano a vasche da 1 metro
Foto Aulonocara mamalela
Oltre al trio di aulonocara possiamo mettere un altro trio di mbuna scelto tra quelli sotto riportatai:
Nel genere Labidochromis la scelta cade su caeruleus, perlmutt o chisumulae.
Foto Labidochromis caeruleus
Foto Labidochromis pearlmutt dal sito MCH
Foto labidochromis chizumulu
Volendo si potrebbe optare per una specie scelta tra le più pacifiche del genere Cynotilapia
Foto Cynotilapia afra cobuè
Sempre tra gli mbuna dei coloratissimi Iodotropheus sprengerae.
Foto Jodotropheus sprengerae,
e infine , magari se si sceglie una jacofreibergi possimo pensare a degli Pseudotropheus socolofi ( NDR i primi che ho preso per il mio proimo acquario Malawi da 40 litri!! Fabio =
Foto Pseudotropheus socolofi
Tra i non mbuna oltre alla aulonocara , le possibilita sono molteplici
alcuni Lethrinops tra i più tranquilli ( sempre considerando che in fase di corteggiamento nessun pesce tiene testa ad un lethrinops) come L. yellow collar o letrinops mbasi creek.
Foto lethrinops yellow collar masimbwe
Foto lethrinops Mbasi creck
Altri ospiti invece delel aulonocara o degi lethrinops di sopra potrebbero essere , alcuni Placidochromis (mbamba, electra, jalo)
Foto Placidocheomis mandalawi mbamba gold
br]
Foto Placidochromis electra
Foto Placidochromis sp Jalo reef
Infine possono andare bene anche alcuni Otopharynx .
Foto otopharynz lithobates zimbabwe rock
Talvolta facendo partiocolare attenzione si sono allevati anche piccoli Metriaclima del gruppo degli elongatus con successo come (elongatus Mpanga/Chewere)
Foto metriaclima elongatus mpanga
da :http://www.aquabase.org/fish/view.php3?id=2047
Foto metriaclimna elongatus chewere
- Vasca da 120 cm: come sopra e possiamo o il secondo tra gli haps citati sopra oppure dei Protomelas (taeniolatus, steveni taiwan reef, virgatus),
Foto Protomelas taeniolatus namalenje
Foto Protomelas steveni Taiwan reef
Foto Protomelas virgatus pombo reef
Foto Protomelas virgatus gome
Foto Protomelas tiger makonde
Se si vogliono deipredatori , non si corrono rischi con dei bellissimi sciaenochromis fryeri
Foto sciaenochromis fryeri
La vasce permette anche di allevare Lethrinops più grandi/irruenti dei precedenti come L. lethrinus,o L. red cap
Foto Letrinops lethrinus
Foto lethrinops red cap itungi
- Vasca da 150 cm: qui passiamo ad un altro livello e possiamo pensare di inserire quasi tutti gli mbuna (escluderei alcuni grossi melanochromis o labeotropheus fuelleborni)
Foto Melanochromis labrosus
Foto Labeptropheus fuelleborni nkatale
fIn un letro e mezzo possimo mettere quasi tutti gli haps , come ,ad esempio Cyrtocara moori o Lethrinops longipinnis ntekete, ma le posseibilità sono davvepr mopltissime
Foto cyrtocara moori
Foto lethrinops longipinnis ntekete/red]
La vasca è idonea anche per qualche predatore di discrte dimensioni , come Hemitaeniochromis holotaenia
Foto Hemitaeniochromis Holotaenia
Se si vogliono tenere specie che diventano molto grosse bisogna crescere ancora un po nei volumi ed per grossi predatori come ad esempio Exochochromis anagnsis e Tyrannocromis macrostoma.sarebbe opportuno disporre di spazi maggiori
Foto Exochochromis anagensis
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[red]Foto Tyrannocromis nigriventer
Ma non è certo la sede migliore per parlare di questi pesci e anche perché se di loro parlassimo non sarebbe questo un topic per neofiti)
- Vasca da 200 cm: praticamente non ci sono quasi limiti.
Il consiglio che vorrei dare, a chi legge questo testo, è di prendere nota dei nomi dei pesci e cercare informazioni dapprima su di essi. Sarà più semplice “mettere insieme” qualcosa di buono. Inutile dire, che in assenza di vasca di tali dimensioni, non ha nemmeno senso aprire un topic.!
Questo è il primo di una serie di topic che abbiamo voluto dedicare a chi si avvicina all'allevamento dei ciclidi ed è alla ricerca di indicazioni su come orientarsi per cominciare.
Generalmente i nuovi arrivati aprono un topic chiedono consigli prima su come operare per allestire una vasca per i ciclidi del Malawi e poi quali pesci scegliere.
Già questa è la soluzione meno indicata ,perchè è basilare prima decidere la specie da allevare e poi costruire una vasca adatta a questa specie.
Quasi sempre il filo conduttore di queste domande e le relative risposte sono le stess e a volte queste ultime non sono elaborate e dettagliate come si dovrebbe fare e per aiutare in maniera concreta chi letteralmente "non sa che pesci pigliare".
Il fondamentale di questo topic non è certo quello di voler rimandare ad una banale lettura coloro che curiosi e assetati di conoscenza si affidano a noi fiduciosi di risposte risolutive ,. ne tantomeno esprime la volonta di non voler considerare le loro richieste perche sono tutte simili.
Non si vuole pertanto precludere il fatto che queste persone si rivolgano a tutti con un topic specifico sul progetto della loro vasca ..anzi lo scopo è che proprio su un supporto di conoscenza e concreto con già una serie di risposte ai quesiti basilari si sviluppi un progetto che sia in grado di garantire soddisfazioni e successi.
In questo modo anche le risposte di chi ha un pochino di esperienza in più ,saranno mirate agli interessi specifici , meno generiche e ripetitive .
E' dunque perche si ritiene importantissima la fase iniziale e per mettere tutti noi in condizioni di dare delle indicazioni semplici , ma che possano davvero essere utili per farsi un idea e partire con il piede giusto , nasce questa iniziativa.
Iniziativa che è stata promossa per prima dal Sito Malawitosi con un topic aperto da uno dei moderatori, Mimmo Genchi ,la conoscenza del quale è stato uno dei più bei regali che mi ha donato la mia passione ormai quasi quarantennale per i ciclidi.
Il suo lavoro era cosi ben impostato che abbiamo pensato di riportarlo quasi nella sua integrità .
Da parte mia ,mi sono permesso di apportare qualche piccola modifica e di inserire qualche ulteriore spunto che mi auguro non abbia snaturato il bel lavoro di Mimmo.
Inoltre abbiamo preso la decisione di implementarlo con un contributo fotografico che riteniamo possa essere apprezzato e che verrà inviato anche al sito Malawitosi- .
Poiché e AIC , non è e non vuole essere solo Malawi uno dei nostri obiettivi è aprire in futuro sezioni dedicate allo start up di vasche anche per ciclidi provenienti da altre aree.
Con questo sono dunque a sollecitare la collaborazione dei tanti nostri amici esperti in Tanganica , Vittoria e ciclidi centro e sud americani ..e vorrei poter dire anche del Madacascar ..ma qui temo che a parte le esperienze di pochissimi (Francesco Zezza e Roberto Barbuti da quanto so io )toppo poche possano essere le nozioni che abbiamo su questi pesci particolarissimi.
Cosa importate, questo topic, solo divulgativo e di informazione sarà chiuso per evitare che si riempia di interventi…. e solo chi l'ha realizzato potrà modificarlo .
Chiederei a tutti coloro che lo leggono e ritenessero di avere altre cose da aggiungere o altro materiale fotografico per implementarlo , di mandarmi un MP con testi e foto in modo che possa continuamente aggiornarlo.
Grazie anticipatamente per i Vostri contributi
e ora buona lettura tutti
Cichlid dream
Fabio
MALAWI COSA SAPERE PRIMA DI COMINCIARE
In collaborazione con:
www.malawitosi.it
Articolo di: Mimmo GENCHI
I PESCI
I ciclidi del Malawi vengono equiparati ai pesci corallini di barriera, per le loro livree appariscenti (si pensi alle Aulonocara, non a caso denominate “peacocks” – pavoni).
FOTO AULONOCARA MAISONI CHITIMBA
Normalmente le femmine hanno colori scialbi,
FOTO FEMMINA AULONOCARA BLU NEON HIGGA REEF
anche se esistono alcune specie le cui femmine sono belle quanto i maschi, se non di più.
FOTO PLACIDOCHROMIS PHENOCHILUS LIPINGU FEMMINA IN INCUBAZIONE
Solitamente si suggerisce di inserire delle specie in vasca in formazione di almeno “trio”,
Questa parola sicuramente ricorrente tra noi ciclidofili significa un maschio e due femmine ( anche se più femmine non fanno mai male).
Questo è preferibile perché serve a evitare che i maschi, sempre alla ricerca di femmine con le quali accoppiarsi ,sviluppino atteggiamenti eccessivamente aggressivi nei confronti delle stesse.
In parole povere si cerca di frazionare distribuire l’interesse che i maschi hanno nei confronti delle femmine, ovviamente a scopo riproduttivo su più esemplari in quanto la loro irruenza, riversata con una sola femmina, potrebbe anche portare a problematiche conseguenze.
Un cosa da considerare sempre nella terminologia ciclidofila e aquariofila in generale è che quando si deve indicare il numero di pesci per specie si utilizzano 2 numeri divisi da una barra.
Il primo numero rappresenta il numero di maschi , il secondo quello delle femmine che abbiamo visto dovrebbero essere sempre almeno 2 per ogni maschio..
Sulla scorta di questo quando parleremo di trio potremmo anche scrivere 1/2 se ci riferiamo a un gruppo di 2 maschi e 4 femmine scriveremo 2/4 .
I ciclidi del lago Malawi , si suddividono in 2 grosse categorie:
GLI MBUNA
Foto di Vasca mbuna scattata al congresso AFC di Nancy
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- Mbuna: nella lingua dei locali significa “battitori di pietra” per via della loro abitudine di alimentarsi grattando lo strato di alghe che ricopre i sassi tra i quali vivono. Il loro habitat, infatti, è roccioso.
Foto Subaquea di Tumbi di Marco Isidori
Per essere preciso gli mbuna , non si nutrono solo di alghe,quanto piuttosto , della copertura biologica definita dai tedeschi Aufwuchs” un altro nome che spesso ricorre negli appassionati di ciclidi dei grandi laghi africani .
L’aufwuchs è una sorta di panacea e di pozione magica di cui tutti i ciclidofili vorrebbero poter disporre, costituita appunto da alghe , diatomee microrganismi animali , piccoli invertebrati crostacei larve di insetto e via dicendo.
Ogni specie di mbuna è in grado di alimentarsi prelevando dalla copertura presente su una roccia solo la parte di nutriente a lei consona .
In definitiva sulla stessa roccia ,possono mangiare specie differenti ,ognuna delle quali o preleva nutrienti diversi dalla copertura.
Questo miracolo rappresenta l’espressione di un adattamento alimentare che permette a più specie di vivere nello stesso ambiente con successo e senza entrare in competizione ,ed è quello che tanto affascina noi ciclidioti ,
Foto MAYLANDIA ZEBRA MAISON REEF IN FASE DI SCRAPING DELLE ROCCE PER ALIMENTARSI
La stretta correlazione che hanno gli mbuna con l’ambiente roccioso che li circonda fa intuire il motivo ,per cui ogni mbuna considera il proprio territorio non è soltanto un luogo in cui ripararsi o riprodursi, ma una vera e propria dispensa alimentare che viene difesa con accanimento ..
Facile capire, da qui, quanto sia spiccata la loro territorialità e quanto possano essere continue le lotte per la conquista o difesa dei territori.
Va anche detto che sotto il nome mbuna vengono raccolte anche molte specie onnivore (si nutrono anche di invertebrati e/o molluschi che trovano nella sabbia o nelle spaccature dei sassi).
Foto MELANOCHROMIS LABROSUS
FOTO MELANOCHROMIS JHOANNI
Altre , sono planctivore (si nutrono di plancton prevalentemente fitoplancton e diatomee alche unicellulari, ma anche zooplancton).
[FOTO CYNOTILAPIA SP HARA GALLIREYA REEF
Foto CYNOTILAPIA AFRA COBUE'
Addirittura ci sono anche mbuna insettivori che salgono sino a pelo d’acqua e bollano alla caccia di insetti (leggi zanzare)
FOTO PSEUDOTROPHEUS WILLIAMSI MAKONDE
Caratteristica che fa molto apprezzare gli mbuna è che vi sono alcune specie che hanno la caratteristica di avere il maschio di un colore ( generalmente blu) e la femmina di un altro ( generalmente giallo)
Foto MAYLANDIA MSOBO MAGUNGA MASCHIO.
FOTO MAYLANDIA MSOBO MAGUNGA FEMMINA
NON MBUNA
Non mbuna: anche detti “haps”, abbreviativo dell’inglese Haplochromines, reminescenza del primo nome col quale furono classificati tutti questi pesci. Anche tra loro anzi forse addirittura in misura maggiore rispetto a quanto avviene per gli mbuna di vi sono pesci che si alimentano in modo diverso sfruttando in modo esemplare tutte le risorse disponibili.
Esistono anche qui specie che si nutrono di aufwuchs (non appartenenti al gruppo degli mbuna)
Foto Protomelas taeniolatus namalenje
Altre specie , si nutrono invece di invertebrati e molluschi
Foto LICHNOCHROMIS ACUTICEPS
foto Tramitichromis lituris Mdoka
Molti sono predatori di pesci.
Foto Buccochromis nototaenia
Foto Sciaeniochromis Fryery
Altri ancora pur essendo carnivori , si nutrono in prevalenza di zooplancton
Foto Copadichromis crysonotus real
Foto Copadichromis ilesi Nkanda
Nella maggior parte dei casi i non mbuna raggiungono dimensioni maggiori degli mbuna e in taluni anche ragguardevoli.
Foto Taeniolethrinops laticeps
Foto Fossorochromis rostratus
Gli habitat da loro frequentati possono essere sia gli stessi rocciosi degli mbuna (pensiamo agli haps che si nutrono di copertura algale o dei predatori di piccoli pesci e avannotti)
Foto Marco isidori
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come ambienti sabbiosi (dove l’assenza – o limitata presenza - di rocce lascia scoperta la sabbia all’interno della quale essi scovano piccole prede) o infine aree intermedie dove la presenza sia di sabbia che di sassi può favorire la presenza di pesci che, magari, sfruttano la sabbia come zona dove ricercare il cibo , e i sassi come rifugio o alcova.
LA VASCA
Volendo allestire una vasca adatta a questi pesci, e data l’elevata territorialità, specie in fase riproduttiva, di questi, non dovremo prenderne una che abbia un lato lungo minore di un metro e un litraggio inferiore ai 180-200 litri. In questa potremo inserire al massimo 2 specie di pesci, sempre in formazione di “trio” (un maschio e due femmine –), scelti tra i più tranquilli. Man mano che il litraggio/dimensioni_vasca crescono, abbiamo la possibilità di inserire pesci di maggiore stazza, di maggiore aggressività o un maggior numero.
L’ARREDAMENTO
A seconda delle specie scelte, e rifacendoci a quanto scritto in relazione all’habitat da esse frequentato, creeremo un ambiente più o meno roccioso. Partiremo dal fondo, usando una sabbia fine (di solito quella usata in edilizia che si trova nei brico center in sacchi da 25-30 kg al costo di pochi euro va benissimo) di colore non troppo chiaro (potrebbe dar fastidio alla vista dei pesci e inoltre ne inibirebbe la colorazione), ben lavata. Sotto la sabbia è consigliabile posizionare, magari siliconandolo al fondo, un foglio di polistirolo/polistirene/gomma di almeno 1 cm di spessore che possa preservare il vetro da urti accidentali dei sassi che inseriremo. Quanto ai sassi, sarebbe preferibile, ai soli fini estetici, sceglierli di colore uniforme, per dare quel senso di “naturale” all’allestimento. La loro quantità e la loro disposizione varierà in base alle specie ospitate. La loro tipologia, invece, non ha moltissima importanza. Ai pesci non importa che siano dolomitiche o calcaree. Quel che importa è che non siano taglienti o abrasive. Può capitare, infatti, che un pesce inseguito si graffi o tagli con le conseguenze che una ferita può produrre. In linea di massima, l’uso di ciottoli di fiume arrotondati è il più comune, ma lo spazio alla fantasia va comunque lasciato. Le piante sono poco presenti nel lago e si limitano a Vallisneria e ceratophyllum demersum. Sono presenti in determinate aree sabbiose, popolate da pesci che tra esse si nascondono per sferrare attacchi, per nascondersi o che da esse traggono nutrimento. Nella zona rocciosa popolata da mbuna, ad esempio, non sono presenti. Questo, però, non ci impedirà di inserirle nel nostro acquario, se soddisfa la nostra vista e il nostro gusto, anche se spesso può capitare che i pesci le sradichino o le mangino se collocate dove a loro non fa piacere.
FILTRAGGIO E ILLUMINAZIONE
Sono pesci che sporcano parecchio per cui tendenzialmente i filtraggi sono sovradimensionati rispetto allo standard, anche se il buon filtraggio inizia dalla buona conduzione della vasca, con la giusta somministrazione di cibo per evitare che possa avanzare, dal corretto popolamento per evitare affollamenti inutili e dai frequenti cambi d’acqua. Ciononostante c’è chi adotta il sistema del solo filtro interno normalmente presente negli acquari commerciali, chi aggiunge un filtro esterno, chi utilizza il solo esterno o il doppio esterno. Purtroppo non c’è una regola che possa dire quando e cosa vada usato. Può dipendere anche dalle dimensioni della vasca, dal tipo e quantità di abitanti ed altri fattori. Talvolta la necessità di un maggiore filtraggio la si scopre solo con l’uso della vasca.
La luce, al contrario, è la cosa meno importante, se non fosse per la necessità, per vasche popolate da mangiatori di alghe, di farne sviluppare. Tuttavia non sono necessari tutti i watt presenti nei plantacquari. La luce che basta a vedere i pesci sarà sufficiente e, inoltre, limiterà la loro timidezza se non troppo forte. Si consiglia, in giro, l’uso di lampade attiniche (blu) per l’enfatizzazione dei toni blu spesso presenti su questi pesci, ma personalmente ritengo li falsi, piuttosto e suggerisco sempre di cercare di ottenere le migliori colorazioni con giusta alimentazione, popolamento e arredamento. L’utilizzo di lampade che vanno dai 6500 °K ai 10000 è il più consueto.
LO SFONDO
Oscurare il vetro di fondo (ma anche i laterali!) non ha solo utilità estetica per dare un maggior senso di profondità alla vasca, ma ha fondamentale importanza per i pesci. Un sasso appoggiato ad un vetro trasparente, non creerà, infatti, una tana in cui sentirsi "al sicuro" come se il vetro fosse chiuso. Quindi è essenziale chiudere alla vista almeno il vetro posteriore. Chiudere anche i laterali è senz'altro meglio. Molti usani gli acquari per dividere 2 ambienti della casa e si chiedono come possano risolvere la cosa. E' semplice, non la risolvono. Stiamo parlando di esseri viventi e non di soprammobili, le loro esigenze vengono prima di ogni altra cosa.
ESEMPI PRATICI
Più grande è la vasca , più pesci potremo inserire. Oppure potremo inserire pesci più grossi o, ancora, pesci più territoriali… lo spazio, insomma, è fondamentale. Cercherò di fare degli esempi che possano essere utili ai novizi, precisando, ciononostante, che non esistono regole ben precise. Un pesce che convenzionalmente necessita di una vasca da 2 metri può essere anche successo che qualcuno l’ha allevato in vasche da 120 cm, ma sono certo si sia trattato di casi particolari o di allestimenti particolari, magari portati avanti da ciclidofili di innegabile esperienza. Come direbbero a qualche show televisivo: don’t try this at home.
- Vasca da 100 cm:
Si puo inserire un trio scelto tra tutte le specie del genere Aulonocara, preferibilmente del gruppo delle stuartgranti ad esclusione delle grosse psammofile possono andare bene:
ecco lcuni esempi:
Aulonocara stuartgranti chilumba
Foto A stuartgranti chilumba
Foto Aulonocara maleri maleri
Foto Aulonocara maleri cipokae
Foto Aulonocara maisoni chitimba
Foto Aulonocara steveni blue neon
Foto Aulonocara Hueseri
Foto Aulonocara Chiloelo
Aulonocara mamalela è invece appartiene al gruppo delle jacofreibergi ( che di solito amano stare più rintanate nelle rocce e sono un pochino più aggressive)
Tutte sono molto belle e ben si adattano a vasche da 1 metro
Foto Aulonocara mamalela
Oltre al trio di aulonocara possiamo mettere un altro trio di mbuna scelto tra quelli sotto riportatai:
Nel genere Labidochromis la scelta cade su caeruleus, perlmutt o chisumulae.
Foto Labidochromis caeruleus
Foto Labidochromis pearlmutt dal sito MCH
Foto labidochromis chizumulu
Volendo si potrebbe optare per una specie scelta tra le più pacifiche del genere Cynotilapia
Foto Cynotilapia afra cobuè
Sempre tra gli mbuna dei coloratissimi Iodotropheus sprengerae.
Foto Jodotropheus sprengerae,
e infine , magari se si sceglie una jacofreibergi possimo pensare a degli Pseudotropheus socolofi ( NDR i primi che ho preso per il mio proimo acquario Malawi da 40 litri!! Fabio =
Foto Pseudotropheus socolofi
Tra i non mbuna oltre alla aulonocara , le possibilita sono molteplici
alcuni Lethrinops tra i più tranquilli ( sempre considerando che in fase di corteggiamento nessun pesce tiene testa ad un lethrinops) come L. yellow collar o letrinops mbasi creek.
Foto lethrinops yellow collar masimbwe
Foto lethrinops Mbasi creck
Altri ospiti invece delel aulonocara o degi lethrinops di sopra potrebbero essere , alcuni Placidochromis (mbamba, electra, jalo)
Foto Placidocheomis mandalawi mbamba gold
br]
Foto Placidochromis electra
Foto Placidochromis sp Jalo reef
Infine possono andare bene anche alcuni Otopharynx .
Foto otopharynz lithobates zimbabwe rock
Talvolta facendo partiocolare attenzione si sono allevati anche piccoli Metriaclima del gruppo degli elongatus con successo come (elongatus Mpanga/Chewere)
Foto metriaclima elongatus mpanga
da :http://www.aquabase.org/fish/view.php3?id=2047
Foto metriaclimna elongatus chewere
- Vasca da 120 cm: come sopra e possiamo o il secondo tra gli haps citati sopra oppure dei Protomelas (taeniolatus, steveni taiwan reef, virgatus),
Foto Protomelas taeniolatus namalenje
Foto Protomelas steveni Taiwan reef
Foto Protomelas virgatus pombo reef
Foto Protomelas virgatus gome
Foto Protomelas tiger makonde
Se si vogliono deipredatori , non si corrono rischi con dei bellissimi sciaenochromis fryeri
Foto sciaenochromis fryeri
La vasce permette anche di allevare Lethrinops più grandi/irruenti dei precedenti come L. lethrinus,o L. red cap
Foto Letrinops lethrinus
Foto lethrinops red cap itungi
- Vasca da 150 cm: qui passiamo ad un altro livello e possiamo pensare di inserire quasi tutti gli mbuna (escluderei alcuni grossi melanochromis o labeotropheus fuelleborni)
Foto Melanochromis labrosus
Foto Labeptropheus fuelleborni nkatale
fIn un letro e mezzo possimo mettere quasi tutti gli haps , come ,ad esempio Cyrtocara moori o Lethrinops longipinnis ntekete, ma le posseibilità sono davvepr mopltissime
Foto cyrtocara moori
Foto lethrinops longipinnis ntekete/red]
La vasca è idonea anche per qualche predatore di discrte dimensioni , come Hemitaeniochromis holotaenia
Foto Hemitaeniochromis Holotaenia
Se si vogliono tenere specie che diventano molto grosse bisogna crescere ancora un po nei volumi ed per grossi predatori come ad esempio Exochochromis anagnsis e Tyrannocromis macrostoma.sarebbe opportuno disporre di spazi maggiori
Foto Exochochromis anagensis
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[red]Foto Tyrannocromis nigriventer
Ma non è certo la sede migliore per parlare di questi pesci e anche perché se di loro parlassimo non sarebbe questo un topic per neofiti)
- Vasca da 200 cm: praticamente non ci sono quasi limiti.
Il consiglio che vorrei dare, a chi legge questo testo, è di prendere nota dei nomi dei pesci e cercare informazioni dapprima su di essi. Sarà più semplice “mettere insieme” qualcosa di buono. Inutile dire, che in assenza di vasca di tali dimensioni, non ha nemmeno senso aprire un topic.!