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La morte del Lago Vittoria

A

Alex

Ospite
Quello che mi spinge a iniziare questa discussione è un disagio. Disagio che avverto ogni qual volta vedo nei siti che trattano di ciclidi del Lago Vittoria l’omissione pressoché assoluta di una tragedia ecologica e conseguentemente sociale in corso che riguarda suddetto lago. Quando si aprono la quasi totalità delle pagine dedicate ai Ciclidi del Lago Vittoria ci si imbatte sempre in accurate descrizioni tassonomiche e biologiche facendo riferimento alla grande quantità di specie presenti nel lago etc.. Chi legge descrizioni di questo tipo è portato a pensare che il Lago Vittoria sia una sorta di paradiso naturale incontaminato. Sono sostanzialmente descrizioni piuttosto fuorvianti di una realtà che ahimè è ben diversa.
Negli anni’60 è stato perpretato un disastro ecologico in Tanzania. Il pesce Persico del Nilo è stato immesso (volontariamente?) nel lago Victoria, il secondo lago più grande del mondo, distruggendone irrimediabilmente la fauna ittica. Quell’atto scellerato contro l’ambiente ha generato anche risvolti positivi, sviluppando l’economia dei luoghi limitrofi e generando lavoro per esportare il pesce in Europa, in un paese in cui la povertà e la morte per indigenza sono all’ordine del giorno. Questo però solo in parte e solo nel breve periodo in quanto com’è facilmente intuibile la morte del lago non avrà nessun tornaconto positivo per le popolazioni ivi residenti. Il pesce persico ha causato l’estinzione di circa 210 specie di ciclidi. Molti di questi ciclidi avevano come alimento base della propria dieta le alghe; la sparizione di queste specie ha causato un aumento del livello di eutrofizzazione del lago causando lo scempio ecologico di cui oggi siamo testimoni: uno dei più splendidi e articolati ecosistemi del nostro pianeta è ridotto a una pozza verde priva di vita.
Un altro problema ecologico è nato dalla proliferazione del giacinto d’acqua, nativo dell'america tropicale, che formando uno spesso strato sulla superficie del lago crea problemi ai trasporti, alla pesca, alla generazione di energia idroelettrcia e la fornitura di acqua potabile.
Il Lago Vittoria è un monito per le generazioni future. L’introduzione indiscriminata di specie non endemiche l’ignoranza l’arretratezza e il disinteresse per la salvaguardia dell’ambiente non tarderanno a presentarci il conto. Ogni volta che aprite un link sul web che parla di ciclidi del Lago Vittoria chiedetevi cosa rimane in natura di ciò che state vedendo.
Ciò che non potete vedere dalla foto, naturalmente, sono i pesci morti, le famiglie senza cibo né lavoro, la disperazione, la morte, la nuova ondata di emigrazione forzata, i sindacati del crimine che ne approfittano, i barconi marci attraverso il Mediterraneo, il disordine nelle vostre città, i politici che cavalcano la paura, le politiche restrittive, il decremento generale della libertà personale di tutti quanti.
Anche della vostra libertà personale.
Forse è ora di imparare a guardare.
E poi darsi da fare.


Alessandro
 
Caro Alessandro
il Vittoria è un argomento poco citato, ma sempre presente nei cuori e nelle menti degli acquariofili. Personalmente ho visto il documentario "L'incubo di Darwin" (tra l'altro ho pure comparto il DVD con annesso libretto per poterlo proiettare a scuola per parlare della globalizzazione. Ho trovato il film assolutamente deprimente, alla fine della visione ben pochi degli spettatori presenti hanno avuto anche solo il coraggio di guardarsi negli occhi.
Ecco il link della breve discussione avuta sul forum.
http://www.aiconline.it/Forum/topic.asp?TOPIC_ID=100&SearchTerms=incubo,Darwin
Un breve estratto di una delle tante recensioni che si trovano sul web:"L'ipotesi (tra l'altro confermata da alcuni testimoni...e a intuito molto plausibile) del regista è che i cargo che si recano sulle sponde del Lago Vittoria per caricare il pesce (il pesce persico venduto al supermercato, Livio Leoni), non arrivino vuoti ma "carichi di meraviglie": kalashnikov, munizioni, addirittura carri armati che vanno a rifornire gli incalcolabili focolai di guerra sparsi per tutta l'Africa. Il modo di condurre l'inchiesta è semplice e diretto, non ci sono domande trabocchetto o spie segrete, il regista intervista boss locali e prostitue con la stessa naturalezza e semplicità e il risultato oltre che toccante e commovente risveglia quello sdegno e quell' indignazione che a volte dimentichiamo di tirar fuori..."

Riprendendo consiglio la lettura del libro "Lo strano caso del Lago Vittoria". Un must per qualunque acquariofilo impegnato. Se vuoi possiamo aprire una discussione sul libro che immagino tu abbia letto. Che ne dici?
Livio


Livio Leoni
 
Dico che sono senz’altro d’accordo! Il libro che tu citi lo lessi qualche tempo fa. Per chi non sapesse di cosa si tratta brevemente si può così riassumere: Il biologo olandese Tijs Goldschmidt arriva in Tanzania nel 1981, sulle sponde del Lago Vittoria, nel golfo di Mwanza, per una ricerca sul campo, resasi necessaria agli occhi degli scienziati olandesi a seguito di un progetto di pesca intensiva ideato dalle autorità locali e dei Paesi Bassi e finanziato con i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Ma i primi due zoologi arrivati, nel 1975, Anker e Barel, dopo aver attraversato la savana sulle orme del viaggiatore ottocentesco Speke, e del compagno Burton, capirono che l'Africa non era per loro, e tornarono velocemente al caldo, moderato, del loro laboratorio di Leiden, spedendo in loco giovani ricercatori appassionati, nella cui schiera Goldschmidt si ascrive.
Per cinque lunghi anni il biologo lotta contro la burocrazia tanzana, l'esiguità delle risorse, proprie e del paese di cui è ospite, la mentalità delle popolazioni locali e le abitudini degli occidentali all'estero, il caldo, la malaria, gli aerei che non arrivano e le mancanze improvvise di luce elettrica, le piogge e la mancanza di benzina, per arrivare a classificare la sua parte delle 500 specie di ciclidi, descriverne morfologia e comportamenti, fare ipotesi sulle condizioni naturali e sui meccanismi selettivi che hanno portato a una così ampia e rapida differenziazione.
Ma quando "i progressi della scienza, lenti ma inesorabili" cominciano a delinearsi in una direzione, Goldschmidt si accorge che non dell'evoluzione dei ciclidi dovrà scrivere in "sterili articoli", bensì forse della loro estinzione.
Tuttavia recentemente il biologo è tornato al lago Vittoria, scoprendo che nuove specie si sono evolute da altre per riempire il vuoto biologico lasciato da quelle estinte. Un esempio della capacità di evoluzione e di adattamento di questi straordinaria famiglia di pesci.
Il libro oltre a occuparsi dei problemi che affliggono il lago risulta essere un’ottimo strumento per comprendere quali sono i meccanismi sociali che avvengono all’interno delle popolazioni locali e quindi fornisce gli strumenti per interpretare e comprendere come possono avvenire delle situazioni come quella della grave tragedia ecologica del Lago Vittoria; una situazione che tende orribilmente a riproporsi dove vi sono popolazioni povere e impreparate, natura da sfruttare e grandi compagnie senza scrupoli.
Assieme al documentario “L’incubo di Darwin” il libro aiuta senz’altro a far comprendere quale rischio corra l’ecosistema del Lago Vittorio e da come il suo destino sia afflitto da una classe politica ignorante e corrotta che ne minerà in modo irreversibile il futuro a meno che non sovvengano grandi pressioni esterne (da quei paesi che per altro sono gli stessi che causano indirettamente il disastro!).


Alessandro
 
Fortunatamente la situazione del Vittoria non è comune agli altri laghi satelliti, poiché l'immissione di Lates niloticus ha riguardato soltanto il più grande [xx(] Con questo non possiamo dire che essi godano di una ottima salute, perché i rischi legati all'inquinamento e all'urbanizzazione, sono dietro l'angolo. E' questo un tema però che riguarda tutte le acque interne del pianeta, che siano fiumi o laghi, più o meno grandi. Basti vedere cos'è accaduto in Messico con le ultime inondazioni. Oltre ai danni sul territorio, l'intero bacino idrografico ha subito uno shock tremendo: soltanto tra un po' di tempo potremo sapere cos'hanno patito i diversi biotopi interessati all'alluvione. :(
 

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