mauro
Socio AIC
Mi compiaccio del livello di questa discussione, che dimostra che i soci A.IC. spesso si interrogano su temi "etici" e non solo su questioni squisitamente tecniche, anch'esse comunque rispettabili.
Non esiste forma vivente che viva vicino all'uomo (e che l'uomo utilizzi in qualche modo) che non sia stata modificata e plasmata per essere più vicina alle noste necessità, pratiche o semplicemente estetiche.
Pensate a bovini, equini, cani, gatti, uccelli, ma anche piante da frutto, fiori ecc. ecc..
E' nella natura umana plasmare l'ambiente che lo circonda a suo uso e consumo, solo negli anni recenti si è cominciato a pensare di tutelare la natura per quello che è e non per come la vorremmo. Ma in realtà, soprattutto nelle aree antropizzate, si continua fare tranquillamente (regimazioni di fiumi, strade, tagli boschivi, caccia, pesca e...... chi più ne ha più ne metta!)....e non ci sipuò fare nulla!
L'acquariofilia non sfugge a questa "pratica".
Gli acquari sono nati per tenere in casa organismi acquatici che spiccavano per la loro bellezza.
Contemporaneamente si è comiciato a cercare di esaltare certe loro caratteristiche estetiche per renderli ancora più "gradevoli " ai nostri occhi.
Molto prima degli acquari (migliaia di anni fa!!!!)si sono cominciati a tenere in vasi di terracotta i pesci rossi, frutto di selezione di una mutazione cromatica che in natura compare, ma rapidamente viene eliminata, per la maggiore visibilità dei pesci rossi da parte dei predatori.
Nel secolo scorso, si sono create infinite varietà di pesci da acquario, spesso diversissime dalle forme wild. Anche i ciclidi non sono sfuggiti a questa tendenza, anche se in misura minore...perchè sono già molto belli...all'origine!
Io credo che su questa materia non si debba esser tanto categorici e schierati, non serve!
Io stesso, e lo dichiaro senza problemi, preferisco in linea di massima i ceppi wild, aborrisco i red parrot, ma poi adoro le Koi!!! Le tanto bistrattate fire fish pinneggiano, più o meno segretamente, in molti più acquari di soci A.I.C. di quanto non pensiate... e non ci trovo nulla di esecrabile. Si tratta più che altro di una scelta "filosofica", allevare razze e varietà prodotte in cattività non fa bene o male alle wild, è solo un'altra cosa e non credo sia necessario essere da una parte o dall'altra in assoluto.
La possibile, ma improbabile, reintroduzione in natura di razze allevate in cattività è quasi sempre annullata dalla selezione naturale che non ha pietà di ciò che non ha creato lei, ma la eventuale reintroduzione di ceppi wild, allevati da generazioni in acquario e quasi sempre in consanguineità, o partendo comunque da pochi esemplari, può essere molto più dannosa inquinanado geneticamente la popolazione naturale!!!!
Quindi, e qui la finisco, ben venga chi si schiera per la salvaguardia dei ceppi selvatici, che a mio avviso sono sempre i più belli, ma non disprezziamo chi ama anche avere un pò di colore in più....è solo un'altra cosa..... ma pena di morte a chi tira fuori gli albini da pesci coloratissimi e poi magari li siringa con coloranti artificiali... questa è perversione!!!!!!!
Non esiste forma vivente che viva vicino all'uomo (e che l'uomo utilizzi in qualche modo) che non sia stata modificata e plasmata per essere più vicina alle noste necessità, pratiche o semplicemente estetiche.
Pensate a bovini, equini, cani, gatti, uccelli, ma anche piante da frutto, fiori ecc. ecc..
E' nella natura umana plasmare l'ambiente che lo circonda a suo uso e consumo, solo negli anni recenti si è cominciato a pensare di tutelare la natura per quello che è e non per come la vorremmo. Ma in realtà, soprattutto nelle aree antropizzate, si continua fare tranquillamente (regimazioni di fiumi, strade, tagli boschivi, caccia, pesca e...... chi più ne ha più ne metta!)....e non ci sipuò fare nulla!
L'acquariofilia non sfugge a questa "pratica".
Gli acquari sono nati per tenere in casa organismi acquatici che spiccavano per la loro bellezza.
Contemporaneamente si è comiciato a cercare di esaltare certe loro caratteristiche estetiche per renderli ancora più "gradevoli " ai nostri occhi.
Molto prima degli acquari (migliaia di anni fa!!!!)si sono cominciati a tenere in vasi di terracotta i pesci rossi, frutto di selezione di una mutazione cromatica che in natura compare, ma rapidamente viene eliminata, per la maggiore visibilità dei pesci rossi da parte dei predatori.
Nel secolo scorso, si sono create infinite varietà di pesci da acquario, spesso diversissime dalle forme wild. Anche i ciclidi non sono sfuggiti a questa tendenza, anche se in misura minore...perchè sono già molto belli...all'origine!
Io credo che su questa materia non si debba esser tanto categorici e schierati, non serve!
Io stesso, e lo dichiaro senza problemi, preferisco in linea di massima i ceppi wild, aborrisco i red parrot, ma poi adoro le Koi!!! Le tanto bistrattate fire fish pinneggiano, più o meno segretamente, in molti più acquari di soci A.I.C. di quanto non pensiate... e non ci trovo nulla di esecrabile. Si tratta più che altro di una scelta "filosofica", allevare razze e varietà prodotte in cattività non fa bene o male alle wild, è solo un'altra cosa e non credo sia necessario essere da una parte o dall'altra in assoluto.
La possibile, ma improbabile, reintroduzione in natura di razze allevate in cattività è quasi sempre annullata dalla selezione naturale che non ha pietà di ciò che non ha creato lei, ma la eventuale reintroduzione di ceppi wild, allevati da generazioni in acquario e quasi sempre in consanguineità, o partendo comunque da pochi esemplari, può essere molto più dannosa inquinanado geneticamente la popolazione naturale!!!!
Quindi, e qui la finisco, ben venga chi si schiera per la salvaguardia dei ceppi selvatici, che a mio avviso sono sempre i più belli, ma non disprezziamo chi ama anche avere un pò di colore in più....è solo un'altra cosa..... ma pena di morte a chi tira fuori gli albini da pesci coloratissimi e poi magari li siringa con coloranti artificiali... questa è perversione!!!!!!!