• ATTENZIONE
    A seguito della migrazione dalla vecchia alla nuova piattaforma, se avete dei problemi di accesso, prima di fare dei nuovi account, inviate una email a segreteria@aiconline.it e risolvo il problema

Nuova vasca Africa Occidentale

Azius

Utente
Buonasera

visti alcuni problemi recenti che mi impediscono di utilizzare serenamente l'acqua del rubinetto (dicasi nitrati a 42) e avendo poco tempo, spazio e voglia per giostrarmi nel ricostruire l'acqua di osmosi per un Tanganyika mi lancio su un progetto nuovo.

In parte ispirato dalla conferenza AIC, che ho avuto il piacere di seguire ad aprile sul moliwe e mi ha fatto scoprire i fiumi africani, vorrei dedicare il mio 230 litri (118lx38px58h) ad un allestimento fluviale. La vasca al momento è allestita a Malawi e in funzione senza pesci da un paio di mesi per mantenere la flora batterica, per cui terrei la sabbia e qualche roccia che formava al base delle rocciate eliminando il resto e aggiungerei legni e vegetazione (ancora da selezionare, niente di impegnativo, solo piante semplici e più possibile provenienti dal bioma in questione) per creare ripari.

Come popolazione vorrei introdurre quasi sicuramente Phenacogrammus Interruptus 10/12, una coppia di Pelvicachromis Pulcher/Taeniatus e poi il nodo vero e proprio: la terza specie. Assodato che gli Anomalochromis Thomasi potrebbero convivere bene con i Pelvica, a me piacerebbe introdurre invece una coppia di Chromidotilapia Guntheri che ho visto disponibili alle Onde, ma le informazioni sono molto molto scarse su questi pesci e non ho idea di quanto potrebbero soffrire i pelvicachromis.

Grazie
 
Sono contento che la mia conferenza abbia smosso acquariofili verso il West Africa.
In 120 cm però non vedo possibile la convivenza con nC. guntheri (la popolazione di Le Onde è la Nigeria). Ho visto che anche in vasche di circa 2 m la convivenza non era delle migliori. Le C. guntheri sono pesci che crescono e che sono abbastanza esuberanti e territoriali. Disturberebbero eccessivamente i Pelvicachromis. Penso che la migliore soluzione sia ancora A. thomasi.
 
Sono contento che la mia conferenza abbia smosso acquariofili verso il West Africa.

E' stata parecchio interessante, purtroppo sono ambienti di cui si sente parlare poco e in ambito acquariofilo Africa nel 99% dei casi vuol dire grandi laghi quando invece ci sono biomi altrettanto interessanti.

Peccato per le guntheri, a questo punto allora resto sul thomasi o valuto la doppia coppia di Pelvicachromis e un gruppetto di Nigriventris per mantenere bassa la sopravvivenza degli avannotti.
 
La doppia coppia di Pelvicachromis è sempre un rischio dato che le femmine combattono tra loro aspramente.
Potrebbe essere interessante anche Steatocranus tinanti se hai una vasca ben strutturata (numerosi nascondigli e rifugi).
 
vasca ben strutturata (numerosi nascondigli e rifugi).

Al momento la vasca è "vuota" nel senso che devo ancora predisporre il layout visto che, al momento, ci sono ancora le rocce che usavo per il Malawi e che potrei in parte riciclare (non fanno proprio effetto fiume ma sono abbastanza piatte) e dovrei acquistare qualche radice, per cui a livello strutturale potrei lavorarci appena rientro dalle ferie quindi tempo per progettare il tutto non manca.

I tinanti se non ricordo male sono reofili, hanno bisogno di particolari accorgimenti per quel che riguarda la movimentazione dell'acqua? al momento ho un filtro con portata da 1200 l/h, può bastare?
 
Io in genere amo un poco più di corrente e aggiungerei una pompa di movimento di 1000 l/h.
 
Ok, intanto ti ringrazio per tutte le informazioni e la disponibilità, in questi giorni inizio ad elaborare il layout con calma e magari comincio a procurarmi pompa, radici e piante.

Mi servirebbe un ulteriore chiarimento. Nell'articolo sul sito si fa riferimento sia alla presunta poligamia che all'aggressività in fase riproduttiva, quindi, supponendo di fare le cose per bene con il layout, quanti tinanti potrei ipoteticamente ospitare senza che si trasformi in un carnaio e si disturbino vicendevolmente con i pulcher? 1 m 3 f potrebbe essere una valida opzione o meglio restare sulla coppia?
 
Ci sono report occasionali di poligamia, ma la pratica acquariofila dimostra che conviene allevarlo a coppie. L'articolo a cui ti riferisci è di molto tempo fa, fortunatamente le conoscenze evolvono. Io ho una coppia e ti consiglio di averne una in vasca.
 
Ottimo, appena ho un layout che penso possa andare ve lo sottopongo per qualche consiglio.

Grazie per l'aiuto
 
Io ho una coppia di tinanti e una di subocellatus senza problemi, ho un po' di piccoli di tinanti, se vuoi ci sentiamo a settembre.
guntheri e tinanti de Le Onde sono i miei!
 
Io ho una coppia di tinanti e una di subocellatus senza problemi, ho un po' di piccoli di tinanti, se vuoi ci sentiamo a settembre.
guntheri e tinanti de Le Onde sono i miei!

Certo, grazie mille. Nei prossimi giorni inizio la ristrutturazione della vasca, quindi direi che potrei accogliere i nuovi ospiti per metà settembre
 
IMG_20200905_150115.jpg Finalmente ieri sera sono riuscito a lavorare un po' sul layout, ho rimosso tutte le rocce tranne quelle più grosse che erano alla base della rocciata e inserito la radice che ancora galleggia un po'. Nei prossimi giorni devo dare una pulita al fondo su cui si sono accumulate un po' di alghe e prendere le piante. Opinioni sul layout? Potrei comodamente aggiungerci parecchie rocce avanzate dal Malawi all'occorrenza
 
Quelle rocce sono calcaree, dovresti toglierle.

Si, ma penso siano molto poco calcaree perché alla prova dell'acido muriatico la reazione era stata quasi nulla... Pensavo di correggere l'eventuale aumento di durezza con cambi frequenti 3/4 acqua demineralizzata, dici che non è fattibile almeno per questi pesci che non chiedono acque particolarmente acide e tenere? Perché non saprei dove reperire rocce inerti di quelle dimensioni senza prendere rocce sintetiche con conseguente sborso non indifferente
 
Rocce con quella forma sono carbonato di calcio puro o quasi. Se hanno reagito poco può essere l'acido poco concentrato (basta che sia rimasto aperto, HCl è volatile).
In ambito africa occidentale sarebbero più indicati legni e piante. Con le rocce calcaree sarà difficile avere un pH inferiore a 7,5.
 
In ambito africa occidentale sarebbero più indicati legni e piante. Con le rocce calcaree sarà difficile avere un pH inferiore a 7,5.

Io non puntavo a scendere sotto il 7, considerando il movimento dell'acqua non indifferente e le esigenze di ossigenazione dei tinanti... A questo punto, se non si può controllare efficacemente con i cambi parziali le rimuovo e metto più legni, nel frattempo a vasca vuota valuto quanto influiscono
 
Il movimento dell'acqua è solo uno dei fattori che influenzano il pH. Usando acidificanti, pigne di ontano, foglie di quercia e simili puoi abbassare il pH anche in presenza di un forte movimento dell'acqua.
 
ok, allora cerco di capire se riesco a bilanciare le durezze altrimenti le tolgo e cerco qualche sostituto, grazie per il chiarimento
 
Occhio solo che acidificanti e simili reagiscono col calcare e quindi scompaiono e il pH ritorna a salire, se poi i prodotti della reazione sono solubili si alza anche il KH.Ti consiglierei di levare le rocce, per evitare complicazioni in futuro.
 
Ok, ho levato i sassi incriminati e mi sono procurato del legname extra, ora sono in procinto di procurarmi delle piante e vorrei un opinione sulla scelta fatta fino ad ora:

- 1 Bolbitis heudelotii
- 2 Anubias barteri Nana
- 1 Nymphaea lotus red (però non so come se la cava con molta corrente)
- 2 Ceratopteris Cornuta
- Myriphylum direttamente dallo stagno dei rossi
- Pistia stratiotes dall'acquario sud america (fuori biotopo ma mi servono galleggianti)

che dite? considerate che ho il pollice nero, quindi solo piante autosufficienti
 

Guida Ciclidi


Nuova edizione Ordinala

Anteprima bollettini


Numero 1/2024

• Lethrinops sp. “auritus lion” Lion’s Cove di Morgan Malvezzi
• Coptodon louka. Un pesce di grande adattabilità di Michel C. W. Keijman
• Tropicali in toscana di Lorenzo Tarocchi e Mario Donida Maglio
• La sfida con il pH. La mia esperienza con Apistogramma mendezi. di Stefano Moneta


Arretrati
Indietro
Alto